Il Tempo 30/7/2014, 30 luglio 2014
ELTSIN TRIONFA NEL BALLOTTAGGIO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI
[5 luglio 1996]
MOSCA - Il presidente Boris Eltsin ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali russe con uno scarto di oltre 13 punti, cosa che neanche il più ottimista fra i suoi sostenitori si attendeva: con il 97 per cento di schede Scrutinate - i risultati ufficiali si sapranno solo fra qualche giorno - ha ottenuto il 53,7 per cento dei voti contro il 40,41 per cento del rivale, il comunista Ghennadi Zinganov. Il 4,86 per cento degli elettori ha votato contro entrambi smentendo i timori della vigilia, la geometria dei trasferimenti di suffragi è stata per lo più fedele alle indicazioni dei partiti. Le cifre della vittoria schiacciante di Boris Eltsin sul nazionalcomunista Ghennadi Zinganov nelle presidenziali non avevano ancora finito di essere annunciate che già dai vertici del potere arrivavano segnali di lotta per occupare gli spazi che un presidente rieletto trionfalmente ma provato nella salute potrebbe dover lasciare liberi durante il nuovo mandato di quattro anni. In questa chiave analisti politici e uomini di partito interpretano i rapporti tra l’ex generale Alexandr Liebed, 46 anni, nuovo uomo forte del Cremlino, che Eltsin ha voluto accanto a sè come alleato in vista del ballottaggio affidandogli la direzione del Consiglio di sicurezza, la cui influenza è stata, paragonata a quella del vecchio Politburo, e il primo ministro Viktor Cernomyrdin, 58 anni, ex-manager del monopolio sovietico dell’energia. Che i due non fossero in sintonia si sapeva. Sono considerati porta tori di interessi contrapposti: Liebed di quelli di forze armate, dell’industria di Stato e dell’opinione pubblica nazionalista; Cernomyrdin di quelli della nuova economia, dalle banche ai coloss dell’industria privatizzata. E ieri Cernomyrdin ha detto parole che sono suonate come una sfida, alzando pubblicamente il tiro di sbarramento contro l’espansione dei poteri di Liebed. «Ora che le elezioni sono passate - ha detto - è bene che tutti si calmino e che d’ora in poi ciascuno si occupi dei propri settori di attività».
«Per quel che mi riguarda, i miei poteri non intendo cederli a nessuno», ha aggiunto. Mezz’ora prima egli era stato incaricato dal presidente Eltsin di formare un nuovo governo. Seccamente, Cernomyrdin si è detto contrario al ripristino - chiesto da Liebed a proprio beneficio - della carica di vicepresidente della federazione: «Non vedo proprio la necessità di questa carica». Anche se in un altro punto Cernomyrdin ha fatto capire di essere deciso a sbarrare la strada a Liebed, quella della successione a Eltsin: l’ex-generale vi aspira apertamente anche se «non subito» e Eltsin ha fatto circolare la voce secondo cui lo considera di fatto il suo delfino. Cernomyrdin non vede come favore questa prospettiva e ha scandito: «Per queste elezioni presidenziali, avevo «detto che non mi sarei candidato e non l’ho fatto, ma per il futuro, vedremo». Infine, gli sconfitti. Il partito comunista ha fatto sapere che non contesterà il risultato delle elezioni. Lo ha reso noto lo stesso portavoce di Ghennadi Ziuganov, Vladimir Perfilyev. Ancora più cauto è stato Anatoly Lukianov, l’ex presidente del Soviet Supremo sovietico che organizzò il golpe contro Gorbaciov. «Dobbiamo trarre una lezione da quanto sta accadendo nel paese - ha affermato Lukianov - dobbiamo lavorare con la gente».
«I COMUNISTI NON SONO SCONFITTI»
«La sconfitta di Ghennadi Ziuganov non significa affato il tramonto del partito comunista in Russia». Rifondazione comunista (prc) rigetta le spiegazioni «semplicistiche» per cui il sostegno guadagnato alle elezioni per il rinnovo della Duma e alle presidenziali sarebbe «destinato ad esaurirsi per, questioni anagrafiche» e paragona queste previsioni «iettatorie» a quelle che hanno accolto in Italia la nascita del prc. «È vero - ha dichiarato Ramon Mantovani, responsabile esteri di Rifondazione - che il partito comunista russo ha raccolto un voto di protesta e di reazione agli effetti negativi del mercato liberista, ma oramai ha anche conquistato una fisionomia politica sufficientemente forte per essere proiettato nel futuro». «È assolutamente scorretto dipingere gli elettori del pc come nostalgici e conservatori. È invece necessario prendere atto che in Russia c’è una nuova forza politica. Decine di milioni di voti non si esauriscono per questioni anagrafiche». «I problemi che ha prodotto il neoliberismo in Russia, sia a livello sociale che nello smarrimento dell’identità nazionale, si fanno sentire - aggiunge Mantovani - e riguardano tutta la popolazione, non solo gli anziani». «Le elezioni sono state fatte e questo è comunque un risultato positivo in se visto che fino alla vigilia si paventava che potessero essere messe in discussione. Eltsin ha vinto, anche se è fortemente indebolito oltre che nel fisico anche politicamente per il condizionamento che subirà dalle forze che lo hanno sostenuto, in particolare dal generale Liebed».
LE REAZIONI AMERICANE
Soddisfazione nella capitale degli Stati Uniti per la vittoria di Boris Eltsin alle elezioni presidenziali russe. Clinton ha parlato di «trionfo della democrazia» ed ha confermato un viaggio a Mosca, del vice presidente Al Gore. Il vice di Clinton arriverà a Mosca il 12 luglio per incontrare il primo ministro Viktor Chernomyrdin, ma più che altro per vedere da vicino Eltsin. Il Presidente in questi ultimi non ha potuto parlare con Eltsin e nessuno dei suoi numerosi emissari è riuscito a vederlo. La salute del Presidente russo è ora al centro delle angosce e delle preoccupazioni americane. Quindi entusiastiche congratulazioni ma anche un consiglio pressante: Eltsin pensi alla salute e si sottoponga finalmente a quell’intervento di by-pass che troppo a lungo ha rimandato. Secondo esperti americani il Preidente russo soffre di una grave forma di angina. Rischia di morire oppure di non poter governare se non si farà operare al più presto. Dice il capo della politica estera della camera Lee Hamilton: «La salute di Eltsin è un grande punto interrogativo». Gli fa eco il portavoce del Dipartimento di Stato Nicholas «Siamo molto interessati alla salute di Eltsin, ma è lui a dover rivelare la natura della sua malattia». Gore nel suo viaggio ufficiale a Mosca dovrà accertarsi dello stato di salute del Presidente russo, ha il compito di fare pressioni sulle nomine governative nei posti chiave dell’economia. Avrà anche il compito di parlare del problema della sicurezza europea, di Nato e del trattato per la riduzione delle armi strategiche, biologiche e chimiche che ancora nella seconda parte deve essere ratificato. Gore a Mosca incontrerà anche il nuovo delfino di Eltsin Liebed. Sul generale dopo la netta vittoria di Eltsin le preoccupazioni sono minori. Alcuni esperti di cose russe dicono anzi che «i veleni del Cremlino, i complotti di corridoio, l’inesperienza dell’uomo, indicano una sopravvivenza minima. Tra un anno al massimo sarà una figura molto sbiadita». I repubblicani con in testa il candidato Bob Dole invitano a non puntare l’tutte le carte su un solo individuo, bisogna essere cauti sui futuri sviluppi come dimostrano le ultime settimane». Dole comunque, si dice lieto che i «russi abbiano respinto il loro passato», mentre Newt Gingrich parla di utilità di Eltsin «su alcune questioni ma non per altre. L’America avrà sempre interessi diversi dalla Russia». Ma per un giudizio definitivo la Casa Bianca e in particolare il mercato di Wall Street aspettano di riconoscere la lista dei ministri economici di Eltsin. Si dice solo che il Presidente russo non ha nessun interresse a cambiare corso alle riforme economiche. i dollari e le riserve sono di dieci miliardi.
Redazione online