Carlantonio Solimene, Il Tempo 30/7/2014, 30 luglio 2014
L’UNITÀ CHIUDE. NO AI 10 MILIONI DI DANIELA
Un numero tutto in bianco, fatta eccezione per l’editoriale di Luca Landò, il comunicato del Cdr e una vignetta di Staino. È il modo scelto dai giornalisti de l’Unità per accomiatarsi dai propri lettori. Chissà per quanto tempo. Oggi, infatti, arriverà nelle edicole quello che rischia di essere a lungo l’ultimo numero della testata fondata da Gramsci 90 anni fa. L’assemblea dei soci della Nuova Iniziativa Editoriale, riunitasi ieri, ha infatti bocciato il piano della Editoriale Novanta, la nuova società creata da Matteo Fago, che a sua volta era presente al 51% nella Nie. Il tetto massimo della sua offerta sarebbe stato di dodici milioni di euro. Un documento, però, considerato troppo «vago» da alcuni soci e da uno dei due liquidatori. Non è stata neanche messa in discussione, invece, l’offerta arrivata dalla Bioera, la società alla cui presidenza c’è Daniela Santanchè. Dopo la prima lettera per sondare il campo, infatti, la deputata di Forza Italia aveva inviato una formale manifestazione di interesse. Stando a quanto trapelato dall’assemblea dei soci, si tratterebbe di un documento di sei pagine dove si arriva a formulare un’offerta massima di dieci milioni di euro. Inoltre si sarebbe paventata la presenza di un’altra società pronta ad affiancarsi alla Bioera nell’acquisizione e si sarebbero delineati i progetti per rilanciare la testata: tra i punti cardine del piano il potenziamento del marketing, l’incremento della raccolta pubblicitaria (attraverso la Visibilia srl, che è già concessionaria de Il Giornale ), e la riduzione dei costi relativi a carta e stampa. Quest’obiettivo, in particolare, sarebbe stato perseguito anche attraverso la riduzione delle edizioni, cancellando l’uscita del lunedì. Inoltre, la Santanchè avrebbe proposto l’eventuale ingresso del corpo redazionale nel capitale della nuova società editrice e la partecipazione alle decisioni su linea politica e nomina del direttore. Come ha ammesso l’attuale responsabile Landò, questi punti all’interno del documento servivano per garantire l’indipendenza della testata. Ciò non è bastato, però, a superare quello che il direttore ha definito «un serio problema politico».
Ora la palla passa al commissario che sarà incaricato di gestire la liquidazione della Nie. Nel frattempo, i circa 80 lavoratori dell’ Unità finiranno in cassa integrazione sperando che a settembre lo scenario sia cambiato. Sono in tanti, specie nel Partito Democratico, ad augurarsi che la sospensione sia solo temporanea, come accadde già nel luglio 2000. «L’ Unità deve vivere - ha twittato l’ex segretario Pier Luigi Bersani - è una voce che nessuno ha mai zittito». Ma è proprio col Pd che se la prende Landò: «È sorprendente che non sia riuscito a trovare una soluzione: avrebbe almeno potuto appoggiare il progetto di Fago». E a sintetizzare la rabbia della redazione è il comunicato del Cdr: «Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l’Unità ».
Carlantonio Solimene