Gianluca Veneziani, Libero 30/7/2014, 30 luglio 2014
VINCINO: I POLITICI INCORAGGIANO I FANNULLONI
[Intervista a Vincino] –
Il Sud è una vignetta di Vincino: finto ingenuo e maledettamente furbo. Il grande vignettista siciliano, una vita al Corriere della Sera e a Il Foglio,ci aiuta a comprendere il male oscuro del Meridione che ha fatto parlare ieri Libero di un’Italia degli imboscati» dove pochi lavorano, alcuni si lamentano e tanti ne approfittano.
Vincino, a Napoli un vigile su due non va in strada perché considerato «inabile» a lavorare. È il momento di cambiare il detto «Ca’ nisciuno è fesso» in un «Ca’ uno è furbo e l’altro è fesso perché lavora per due»?
«No, ritengo che i vigili dovrebbero stare tutti dietro la scrivania, perché in strada intralciano il traffico. Oppure bisognerebbe fare come in Sicilia: là hanno scelto i vigili tra gli ex galeotti, perché questi hanno più voglia di lavorare dopo aver riposato a lungo e riescono anche a essere più autorevoli».
Il Sud sembra pieno di quelli che Molière chiamava «malati immaginari».
«È un problema, lo so. Senza considerare gli episodi drammatici di vigili che sono intolleranti alla nafta, alla benzina, ai vapori. Insomma, è bene che i dipendenti della Polizia Urbana non si espongano troppo in pubblico: ne va della loro salute».
A Oristano quasi un abitante su dieci riceve una pensione di invalidità (per una spesa annua complessiva di circa 126mila euro); a Celano, in provincia de L’Aquila, si spendono 3200 euro per comprare scarpe Hogan ai vigili urbani. Come è possibile che il Sud sia povero e sprecone insieme?
«Questo è il costo della politica: le scarpe, le prebende, le invalidità distribuite a pioggia nascono dall’intreccio balordo tra le amministrazioni pubbliche e gli interessi individuali. Le Regioni nominano i dirigenti Asl, i quali hanno il dovere di dichiarare invalide alcune persone segnalate dai politici. E così i casi improvvisi di handicap e cecità si moltiplicano. Ma è il sistema a essere malato, non le persone».
A livello sociologico, invece, come spiega la vagonata di pensioni di invalidità al Sud?
«Se è per questo ho un amico, ex dipendente della Regione Sicilia, che a 32 anni godeva già della “baby pensione per invalidità”. Un altro invece, impiegato delle Ferrovie, è andato in pensione dopo 8 anni di lavoro: secondo una riforma di Andreotti, era gia troppo vecchio per mantenere il posto».
Restando in Sicilia, tra i 17200 dipendenti della Regione, ci sono 30 «camminatori» incaricati di portare i documenti ufficio per ufficio. Per migliorarne le prestazioni, ci vorrebbero scarpe Hogan anche per loro?
«Io consiglierei dei pattini: favoriscono la velocità. Chi invece dovrebbe lavorare più lentamente o non lavorare affatto sono i sindaci delle città del Sud: Leoluca Orlando, per ogni cosa che tocca, fa un danno; Marino a Roma è totalmente incapace di intendere e volere; e De Magistris, con la sua sola presenza, mi induce a stare alla larga da Napoli. Se questi tre si costringessero all’inattività o a una finta invalidità, forse combinerebbero meno disastri».
Intanto l’ondata di invalidità sembra colpire anche Palazzo Madama. Quasi tutti i parlamentari che stanno lavorando alla riforma del Senato ne sono usciti ammaccati: Calderoli ha il braccio rotto, Sacconi è bendato, l’altoatesino Karl Zeller ha avuto un coccolone che per poco non lo faceva secco. Troppo lavoro?
«Sono malconci perché ci sono risse furibonde tra loro prima e dopo le riunioni in Commissione. L’arbitro del ring, Pietro Grasso, è però incapace di domarli: lui vorrebbe mantenere il Senato così com’è e restare al suo posto. Comunque, per evitare ulteriori acciacchi, penso sia urgente stabilire una pensione di invalidità anche per i senatori».