Michele Vanossi, Il Giornale 30/7/2014, 30 luglio 2014
L’APERITIVO? È DIVENTATO UNA MEDICINA
L’aperitivo in Italia è nato più di 200 anni fa a Torino (il famoso Vermut). L’abitudine, o meglio il rito che oggi è divenuto consuetudine sia per gli italiani che per gli stranieri si diffuse in diverse città d’Italia negli ultimi anni del 1800 specialmente nei caffè, particolarmente attivi oltre che nel capoluogo piemontese a Genova, Firenze, Venezia, Roma, Napoli, Milano. Col passare del tempo ha subito trasformazioni sia per quanto concerne l’impiego degli ingredienti che per i dettagli proposti. Una volta il drink era quasi esclusivamente alcolico ed era accompagnato da qualche oliva, nocciolina o patatina; oggi la gamma delle bevande sia alcoliche che analcoliche preparate da barman e barladies esperti sono infinite (negli ultimi anni si sta assistendo a un vero boom di iscrizioni ai corsi per lavorare dietro al bancone dei bar da parte del gentil sesso). E anche gli stuzzichini chiamati «appetizer» e «finger food» sono veri manicaretti che appagano il palato e anche l’occhio. Da notare anche il modo di chiamarlo: non più semplicemente aperitivo (vocabolo che alludeva al momento che preludeva alla cena), ma happy hour (ora felice), termine che sottolinea soprattutto la dimensione conviviale e psicologica di uno spazio giornaliero che non solo introduce, ma spesso sostituisce la cena stessa. É cambiato anche l’orario; oggi il tempo dedicato è maggiore rispetto a una volta, si comincia verso le 18,30 per terminare oltre le 21,30. Sempre in passato questo «momento» di relax, di svago, di stacco della giornata era appannaggio quasi esclusivamente degli uomini; oggi è un abitudine consolidata per tutti: donne, coppie, amici, colleghi, singles e intere famiglie. Numerosi sono i locali che mettono a disposizione spazi con giochi dedicati ai più piccini che possono svagarsi bevendo frullati, succhi di frutta o centrifugati mentre i genitori chiacchierano con gli amici o ascoltano buona musica. I mutamenti riguardano anche i luoghi e le location dove l’abitudine si consuma (non è più esclusiva di bar e ristoranti). La scelta è davvero ampia: piscine, spiagge, spa e centri benessere, terrazze degli hotel più trendy e chic. L’evoluzione ha coinvolto anche i negozi di generi alimentari un tempo riservati solo agli acquisti: panetterie, macellerie, pescherie. Stravaganti ma anche buffe e divertenti sono le molteplici tipologie/tendenze aperitivo divenute veri e propri format dai nomi più variegati; è il caso di dire: «città che vai tendenza che trovi...» A titolo esemplificativo ricordiamo: l’aperitivo vegan (con drink e buffet che si ispirano alla botanica - Smile Tree di Torino); il doggy happy hour, da consumare esclusivamente a fianco del propri cani (anche loro usufruiscono di un menu ad hoc) - viene proposto a Firenze, Milano, Varese, Viterbo. L’aperitologo (messo a punto in alcuni locali offre la possibilità di sorseggiare un drink parlando con degli psicologi professionisti a disposizione e a titolo gratuito - ex Caffè Divan Milano), l’aperitivo molecolare (le bevande vengono preparate seguendo principi chimici uniti all’arte dello shakeraggio - bar Nottingham Forest - Parma e Milano), l’Apericiclo (ecologico in biciletta, organizzato a Genova) da non confondere con l’apeRiciclo, un originale aperitivo con ricette antispreco. E ancora l’APEritivo - l’aperitivo itinerante dove lo storico ape-car diventa il protagonista e il mezzo sul quale si trova il bancone di degustazione - (ideato da Vincenzo Russo - Napoli). Degno di nota anche il trend dello street-aperitivo (aperitivo da strada) nato in concomitanza con il fenomeno dello street-food (cibo da strada) che sta prendendo piede un po’ ovunque.