El. Ser., Corriere della Sera 30/7/2014, 30 luglio 2014
FAUSTO E ELWIN: «NOZZE REGISTRATE? PIÙ ONERI CHE ONORI»
La reversibilità della pensione? «Bisognerebbe aspettare che uno dei due sia morto per verificare se l’altro può davvero beneficiarne: tutto sommato, non abbiamo fretta di scoprirlo». La denuncia dei redditi? «Diciamo che quest’anno ci poteva stare che non ce l’abbiano fatta fare congiunta, perché il 730 riguardava gli introiti dello scorso anno, quando ancora il nostro matrimonio non era stato registrato in Italia. Ma il prossimo anno sono pronto a dar battaglia se qualcuno prova a respingerla».
E le visite all’ospedale in caso di ricovero? «Su questo punto purtroppo abbiamo potuto già sperimentare la sensibilità dei medici, che si rivolgono a mio marito senza alcun problema: l’8 marzo mi sono ammalato e nessuno, dico nessuno, ha impedito a Elwin di stare con me o gli ha negato qualcosa sulle mie condizioni, ben prima che il sindaco di Fano riconoscesse la nostra unione».
Fausto Schermi, 58 anni, risponde divertito a ogni domanda riflettendo che forse, la registrazione delle sue nozze con Elwin van Dijk il 30 maggio scorso a Fano, per adesso gli sta procurando più oneri che onori. Chiosa, infatti: «Mi trovo nella paradossale situazione che al momento sono obbligato a non sposarmi, avendolo già fatto, e non posso più adottare come single, poiché non lo sono più. Come è possibile che la trascrizione dell’atto sia solo certificativa? È evidente che ha già prodotto degli effetti. E tutti gli altri, li affronteremo a colpi di giurisprudenza, o “di fucile”, come mi prende in giro sempre mio marito».
Fausto racconta che lui e Elwin si comportano da coniugi da ben prima che il loro matrimonio fosse celebrato in Olanda, la patria di Elwin, nel 2008. «Certo, sul fronte patrimoniale ci siamo assicurati da tempo. Esistono diverse forme contrattuali che possono aiutare a superare i limiti o ad aggirarli, se serve».
In questa storia ha avuto un ruolo decisivo il sindaco di centrodestra Stefano Aguzzi. Prosegue Fausto: «Questa porta l’abbiamo aperta in tre: io, mio marito e il sindaco, che è un caro amico, perché ho lavorato molti anni in Comune. Lui è stato coraggioso: ha trascritto l’atto che ci dichiarava sposati contro la disposizione della giunta. Ha detto: “Lo faccio in mia coscienza, ma mi appello al legislatore”. È che da qualche parte bisognava pur partire, siamo felici di aver segnato un prima e un dopo, perché il nostro amore va avanti da trent’anni».
L’eventualità che qualcuno possa fare ricorso o dichiarare nullo il certificato di matrimonio non lo spaventa affatto. «Siamo pronti a dare battaglia, e affronteremo le cose una alla volta. Siamo una bella coppia, sa? Mica ci spaventiamo». Del resto, dopo aver affrontato le forche caudine dei parenti che all’inizio non capivano, la derisione e l’isolamento, la sfida con il legislatore può sembrare poca cosa. Conclude Fausto: «Ora qui all’ospedale accanto a me c’è mia cognata, che è stata mia testimone di nozze con il figlio in Olanda. Le cose possono cambiare, noi ne siamo la prova».