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 2014  luglio 29 Martedì calendario

PERISCOPIO

Tra gli avvocati di Berlusconi, Ghedini è certamente il più noto. Dopo Violante. Edelman. Il Fatto.

Eventi - Per la prima volta in vita sua, Emilio Fede ha detto la verità. Jena, la Stampa.

(mfimage) Massimo D’Alema è un uomo solo, al comando solo di se stesso. Pino Corrias. Il Fatto.

Un buco nel bilancio, lo trasformiamo subito in un Forum. Bucchi. il venerdì.

Come si fa a non diventare padroni in un paese di servi come l’Italia? Benito Mussolini. Se Daniela Santanchè e Paola Ferrari ce la faranno a mettere la mani su l’Unità, il quotidiano fondato da Gramsci e affondato da Bersani, ci sarà il problema della nuova direzione. Tra Vittorio Feltri (candidato della Santanchè) e Ivan Zazzaroni (il candidato della Ferrari) potrebbe spuntarla Sandro Sallusti (il candidato di Feltri). Poche chance invece per Vasco Errani, caldeggiato da Renzi in persona, ma considerato troppo di destra. Nanni Delbecchi. Il Fatto.

Matteo Renzi ha detto in un’intervista a Alan Friedman: «Che la crescita sia 0,4 o 0,8, o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone». Renzi non tiene evidentemente presente che un punto di crescita del pil è 16 miliardi in più di ricchezza, cioè posti di lavoro in più, più entrate fiscali, meno deficit e rientro dal debito, quindi meno spread e più credito. Antonio Polito. Corsera.

Nel grande fermento di riforme istituzionali tutti hanno dimenticato la legge sul conflitto d’interessi. Siamo l’unica grande democrazia a non averne una e naturalmente siamo anche il sistema politico più carico di conflitti di interessi. Non solo quello, monumentale, di Berlusconi: sono centinaia i casi grandi, medi e piccoli sparsi ovunque nel quadro politico, a destra, al centro, a sinistra. Curzio Maltese. il venerdì.

Molto complicata la federazione dei cosiddetti moderati di centrodestra. L’ultimo tentativo sembra già abortito perché Giorgia Meloni non vuol mettersi con Angelino Alfano, che, a sua volta, non vuol mettersi con Matteo Salvini, che ricambia. Silvio Berlusconi però non si arrende: secondo indiscrezioni starebbe preparando un altro appello alla riunificazione. Non servirà a niente, ha detto: «Ma lo faccio lo stesso perché, ultimamente la parola appello mi piace un sacco». Mattia Feltri. la Stampa.

Sono passati 150 giorni dall’ultima comparsata di Enrico Letta, quando, appunto, cadde il suo governo. Poi stop. Letta è il nostro Salinger, il papa Ratzinger della politica italiana, nascosto al mondo, è Mina e Battisti insieme. Marco Damilano. l’Espresso.

Nei libri della propaganda araba e dei «cooperanti » italiani c’è solo Israele assassino, occupante, razzista, colonialista, come se Israele non fosse mai stato parte dei tentativi di pace e non avesse avuto un forte avversario di fronte (700 milioni di arabi con armi e petrolio e, adesso, Siria, Iraq e Califfato). Esempio. Non c’era il muro, e nessuno lo aveva proposto. Non c’erano le colonie, oppure esse erano sporadiche iniziative quasi solo religiose. Ma quelli erano i giorni in cui gli autobus di Gerusalemme, all’ora di andare o tornare da scuola, saltavano in aria carichi di bambini, e le mamme israeliane avevano adottato la strategia di mandare i loro figli su autobus diversi «perché almeno uno tornasse a casa». Adesso c’è il muro, e il terrorismo arabo è finito. Ma quante voci di vibrante indignazione sono state sentite condannare quel muro come «una vergogna», senza alcuna memoria della ragione per cui quel muro (che non era mai stato pensato dagli israeliani) esiste. Furio Colombo. Il Fatto.

Coloro che stanno in alto sono scossi da molte raffi che, se cadono vanno in frantumi. Frank Underwood, House of Cards.

Come uomo di partito, Craxi ha certamente grossi numeri. Come uomo di stato, è tutto da scoprire. È arrogante, un po’ guappesco e sembra avere del potere un concetto alquanto padronale. Craxi ha una spiccata, e funesta, propensione a considerare nemici tutti coloro che non si rassegnano a fargli da servitori. Sono pochi, intendiamoci, i politici immuni da questo vizio. Ma alcuni sanno almeno mascherarlo. Craxi è di quelli che l’ostentano fino ad esporsi all’accusa di culto della personalità che potrebbe procurargli seri guai. Non perché a noi italiani certi atteggiamenti dispiacciano, anzi. Ma perché, in fatto di guappi, siamo diventati, dopo Mussolini, molto più esigenti: quelli di cartone li annusiamo subito. Indro Montanelli. Il Giornale.

Nel bene o nel male, Renzi non è B., anche se gli assomiglia: gli mancano i soldi, le tv, l’aura di successo e i crimini. Finché non è entrato a Palazzo Chigi, non ha sbagliato una mossa. Da quando è al governo, non ne ha più azzeccata una: gli 80 euro, con il loro effetto nullo sui consumi, sono già evaporati; le riforme su cui si intestardisce (Senato e Titolo V della Costituzione) non interessano a nessuno e, anche se riuscisse a condurle in porto, non migliorerebbero la vita a nessuno (salvo che a lui), mentre quelle che potrebbero cambiare il paese in meglio segnano il passo o sono lettera morta. Marco Travaglio. Il Fatto.

Forza Italia è un partito creato soltanto da un uomo e dalla sua identità. Un partito che, nel suo momento più basso, prende più voti di quanti ne prese Craxi nel suo momento più alto. Paolo Guzzanti. il Giornale.

Dedicato alle lepri che in salmì, all’uomo avvoltoio, al falso reale, agli agnelli senza avi industriali. Alessandro Bergonzoni. il venerdì.

I cetrioli e gli zucchini sono un grosso problema. Chi coltiva l’orto per hobby s’accorge presto che le necessità alimentari riescono, sì e no, ad assorbire un decimo della produzione. Almeno verze, cipolle, cavoli, piselli, nascono una volta sola, li raccogli con sollievo, per un anno non ne vedrai più. Ma cetrioli, zucchini, fagiolini si riproducono come le muffe di certi film di fantascienza, più li tagli e più irrobustisci il gambo: debordano dall’orto, avanzano sul prato, raccogli, ormai il frigorifero è pigiato come una valigia, ti prende il panico. Luca Goldoni, Viaggio in provincia, Roma inclusa. Mondadori 1984.

La luce di un sole obliquo scaglia fendenti d’oro fra i tronchi in questo pomeriggio quasi di primavera. Lontano, un gallo forcello canta le sue pene d’amore. Piera Graffer, La Maliarda. LoGisma.

L’italiano ha fiducia nella giustizia, solo se l’assolve. Roberto Gervaso. il Messaggero. © Riproduzione riservata

ItaliaOggi 29/7/2014