Maurizio Molinari, La Stampa 29/7/2014, 29 luglio 2014
A GAZA BATTAGLIA SENZA TREGUA UN’ALTRA STRAGE DI BAMBINI
Battaglia su più fronti nella Striscia, mortai su Eshkol, infiltrazioni a Nahal Oz, bombe su Beit Hanun e Sajayia: il conflitto fra Hamas e Israele riprende di intensità, lasciandosi alle spalle una tregua umanitaria durata poche ore. Abasan è una fascia di terra di nessuno che, nel Sud della Striscia, separa i tank israeliani dalle Brigate Qassam di Hamas.
I tank si fanno riconoscere alzando nuvole di polvere, le Brigate Qassam sono annidate nei bunker. La tregua umanitaria regge fino alle 10 e i pochi abitanti rimasti nelle case di Abasan, come Adli Baraka padre di nove figli, si riparano in casa aspettando il peggio. Sono quattro i fronti di Gaza dove i nemici sono separati da poche centinaia di metri: a Beit Hanun, Bayt Lahya e Sujayia nel Nord, a Khuza nel Sud. Si tratta di centri urbani oramai deserti, a circa 4 km dalla frontiera, dove i reparti israeliani sono attestati e i combattimenti riprendono, in crescendo. Hamas e Jihad usano armi leggere, razzi anticarro e mortai, le forze israeliane hanno tank e artiglieria.
LA GUERRA IN GIARDINO
Abasan è alle spalle di Khuza e sente i combattimenti arrivare. «Siamo fra due fuochi - dice Baraka, che coltiva fichi e alleva capre - a Ovest gli israeliani e ad Est Hamas, la guerra passerà attraverso il mio giardino e nessuno può dire cosa avverrà, potrebbe tornare l’occupazione». L’incertezza di Adli, 50 anni, diventa rabbia negli occhi del nipote trentenne, che alla guida di una vistosa motocicletta dà disposizioni alla famiglia su «come apprestarsi a combattere, evitando le zone più esposte». Alle 13 gli scontri riprendono a Khan Yunis, poco distante. E dal Nord arrivano notizie analoghe. Sono affondi, le due parti saggiano le altrui difese.
CACCIA AI CAPI JIHADISTI
Su Gaza scendono dal cielo migliaia di volantini. Il mittente è l’esercito israeliano che comunica ai residenti i nomi dei 74 leader di Hamas e Jihad islamica palestinese che «ci hanno sfidato» e sono stati eliminati in 21 giorni di attacchi. L’ultima riga del volantino preannuncia «nuove liste» facendo capire che la caccia continua mentre sul retro si pone l’interrogativo su «dove Hamas seppellisce i suoi terroristi». E’ una maniera per far capire ai civili che Hamas sta subendo molte perdite e Israele non dà tregua ai suoi capi, politici e militari, nascosti nei bunker sotterranei.
IL GIALLO DEI RAZZI SU SHATI
Verso le 16 due razzi tagliano il cielo sul centro di Gaza. Il primo cade nel campo di Shati dove uccide sette bambini che stavano festeggiano Idr el-Fidr, ovvero la conclusione del Ramadan. La gente in strada mostra ai reporter resti umani. Il secondo razzo abbatte il muro perimetrale di un edificio dell’ospedale Shifa. Hamas accusa Israele di «strage premeditata» e «genocidio di civili» ma Peter Lerner, voce delle forze armate, ribatte: «Si tratta di razzi lanciati dalla Jihad islamica, sono caduti sul territorio di Gaza come avvenuto in almeno altri 200 casi, sono i terroristi a colpire anche la popolazione civile di Gaza».
ATTACCO A ESHKOL
Quasi contemporaneamente Israele ammette di aver perso cinque soldati per un attacco con colpi di mortai nell’area di Eshkol. Altri sei militari sono feriti. E’ un attacco che avviene mentre più a Nord, nel kibbutz di Nahal Oz, un commando di Hamas esce da un tunnel per portare strage: l’intervento delle truppe speciali elimina cinque terroristi ma l’allarme per i blitz sotterranei cresce. Ve ne sono assai più dei 35 trovati.
NOTTE DI BOMBE
Al tramonto è oramai chiaro che il conflitto fra Hamas e Israele è ripreso a pieno regime. Dal centro di Gaza vengono lanciati razzi a lungo raggio che fanno suonare le sirene nel Nord di Israele, da Cesarea e Haifa. Peter Lerner commenta: «Questo dimostra che Hamas ha sfruttato la tregua umanitaria per riorganizzarsi e preparare nuovi attacchi, su più fronti, dai razzi ai tunnel». La risposta di Israele arriva nella notte, con un diluvio di bombe su Beit Hanun, Bayt Lahia e Sayaja: le zone dove le truppe puntano ad avanzare per spingere ancora più indietro le linee di Hamas. Più Hamas indietreggia, più tunnel vengono scoperti. Il capo di stato maggiore, Benny Gatz, è con le truppe a Gaza: «Ogni minuto è decisivo, dobbiamo cercare i tunnel e distruggerli». L’esercito chiede la «completa evacuazione» di Sayaja e Zaitun perché è la direzione di marcia delle truppe.
IL FRONTE DEL LIBANO
Allarme in Galilea per i razzi dal Libano. A lanciarli sono per ora fazioni palestinesi nel Sud ma lo sceicco Hezbollah, Nasrallah, promette ad Hamas «tutto l’aiuto possibile».
Maurizio Molinari, La Stampa 29/7/2014