Rosario Di Raimondo, Il Venerdì 25/07/2014, 25 luglio 2014
L’UNIVERSITÀ DIETRO LE SBARRE: 400 EURO A CHI VUOLE STUDIARE
BOLOGNA. Un contributo economico di 400 euro ai detenuti che vogliono iscriversi all’università. Succede alla Dozza di Bologna, una delle carceri più grandi dell’Emilia-Romagna, attraverso il progetto sperimentale finanziato dalla Regione e previsto per gli anni accademici 2014-2015 e 2015-2016. All’inizio ci sarà posto per 20 persone e 12 si sono già iscritte, grazie alla prospettiva di una copertura parziale delle spese. L’iniziativa rientra in un percorso ambizioso: portare l’università dentro dietro le sbarre. Con un protocollo firmato lo scorso dicembre dal rettore dell’Alma Mater Ivano Dionigi, dalla direttrice della Dozza Claudia Clementi e dal provveditore regionale per l’Amministrazione penitenziaria Pietro Buffa, si è dato il via alla nascita di un Polo universitario dentro le mura della casa circondariale. Aule, materiale didattico, computer e docenti: un distaccamento a tutti gli effetti dell’Ateneo più antico del mondo occidentale, che sorgerà tra pochi mesi.
Il contributo di 400 euro è garantito dall’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi. E va di pari passo con le iniziative della titolare del Welfare Teresa Marzocchi a favore dell’«umanizzazione della pena». Anche nelle carceri dell’Emilia-Romagna, come nel resto d’Italia, non mancano le difficoltà. A partire dal sovraffollamento: in 12 strutture vivono 3.241 detenuti, a dispetto di una capienza regolamentare di 2.798 unità. E sempre più spesso i sindacati denunciano la carenza degli agenti.
Ma la cultura in carcere funziona. Nel 2013, in tutta la regione, 1.012 persone (tra cui 47 donne e 773 stranieri) hanno frequentato corsi di alfabetizzazione, la scuola primaria e la secondaria di primo e secondo grado e i corsi universitari.