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 2014  luglio 29 Martedì calendario

ROTTAMATORE E ROTTAMATO DAL «C’ERAVAMO TANTO ODIATI» AI MESSAGGINI DI PACE


I PERSONAGGI
ROMA Galeotto fu l’sms. Non uno. Tanti. «Come due ragazzi, io e Matteo vi scambiamo messaggini telefonici», ha svelato l’altro giorno Massimo D’Alema. E girando tra gli stand della Festa dell’Unità di Rimini, a un certo punto s’è appartato per leggere il display e poi, a chi gli chiedeva «che fai?», ha risposto facendo vedere il suo telefonino con dentro l’ultimo messaggio appena ricevuto e firmato «Matteo». Ma non s’erano tanto odiati, prima della messaggistica affettuosa, il rottamatore e il rottamato? Guai a usare più questa doppia definizione. E’archeologica. Renzie e Baffino, che mai hanno smesso di parlarsi, adesso si esseemmeessano (diciamo così) perchè l’Europa è riuscita a riunire ciò che l’Italia - il Pd, le primarie, la contrapposizione giovani-vecchi, il «Renzi non andrà lontano» detto da Massimo e il «lui è stato l’autore dell’inciucio con Cossiga e con Mastella che fu all’origine di tutti i guai dell’Ulivo», rivolto da Matteo all’ex premier - aveva diviso. Sarà la competenza sui dossier europei che tutti gli riconoscono, a cominciare gli amici del Pse; sarà che pochi giorni fa D’Alema ha visto il presidente della Ue, Juncker con cui ha un rapporto di stima che serve anche a Renzi; sarà che la candidatura della Mogherini sta perdendo forza; di fatto la consuetudine di rapporti personali tra l’ex rottamatore e l’ex rottamato - simboleggiata anche da quella maglietta giallorossa di Totti che D’Alema ha regalato a Renzi quando il premier ha presentato il suo ultimo libro - - si sta traducendo in intesa politica su scala internazionale. E poggia, oltre che sulla comune passione calcistica, romanista l’uno, viola l’altro, sul reciproco riconoscimento di una qualità che in effetti non difetta a nessuno dei due: il coraggio di esporsi, il gusto della sfida, il fastidio per la retorica dei buoni sentimenti.
STILETTATE

«Se c’è qualcosa che apprezzo in lui - ripete spesso l’ex rottamatore a proposito dell’ex rottamato - è che quando ho avuto qualche elemento di valutazione critica, insomma quando c’è stato da dirsele, il dibattito è stato franco. Mentre molti dalemiani e dalemini s’indignavano e non mi parlavano più, se c’era uno che continuava a parlarmi era proprio Massimo». Lo stesso che aveva detto di Matteo quando faceva ancora il sindaco di Firenze: «E’ ignorante, superficiale, arrogante. Un venditore di pentole. Una Virna Lisi. Con quel sorriso può dire ciò che vuole».
Ora sta dicendo, però, che D’Alema ministro degli esteri europeo potrebbe andare bene. Ed è bello veder trionfare l’amore che sembrava impossibile a tutti, ma non ai due protagonisti. D’Alema dopo le elezioni ha detto di Renzi: «Abbiamo un leader con forte capacità espansiva». Renzi non fa che sottolineare l’acume politico dell’ex rottamato. Il quale, a sua volta: «Io non corro per nessuna candidatura europea. E’ Renzi che indica il candidato». Ma l’sms più desiderato, in cui ci sarà scritto «tocca a te. Formato Matteo», ancora non è arrivato.