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 2014  luglio 29 Martedì calendario

HITCHCOCK LADRO DI LIBRI

Marnie ha cinquant’anni. Li porta sempre bene, se dobbiamo pensare all’aspetto di Tippi Hedren nel film. Li dimostra tutti, se dobbiamo pensare al film in sé, che propone una lettura psicologica della cleptomania oggi probabilmente superata. Ma è sempre un film di Alfred Hitchcock, per cui ogni compleanno è il benvenuto se ci porta a ripercorrere l’opera del maestro. In fondo L’uomo che sapeva troppo (prima versione, in bianco e nero) ha 80 anni, Prigionieri dell’oceano ne ha 70, La finestra sul cortile 60: sono i film di Hitchcock rispettivamente datati 1934, 1944 e 1954. Ne manca uno del 1974, ma comunque è un quartetto di ottimo livello dal quale partire per festeggiare.
I 50 anni di Marnie sono lo spunto per una bella mostra aperta fino al 9 novembre a Parma, nelle sale del Palazzo del Governatore. Si chiama Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures ed è organizzata, appunto, in collaborazione con la divisione homevideo della Universal, che ha in catalogo 14 titoli del grande regista inglese. Ma Marnie è idealmente festeggiato, da oltre un mese, in tutte le librerie: la casa editrice II Saggiatore ha inaugurato una collana intitolata «II cinema secondo Hitchcock».
Certo, è il titolo del famosissimo libro-intervista di Francois Truffaut, ma nello specifico intende riproporre alcuni dei romanzi da cui il regista trasse ispirazione per i suoi film. I primi due titoli pubblicati sono appunto Marnie, di Winston Graham, e Psycho, di Robert Bloch. Sono due letture affascinanti e istruttive. Psycho, in particolare, è un romanzo piuttosto famoso e aveva già avuto svariate edizioni italiane; inoltre, i rapporti fra regista e scrittore sono ampiamente analizzati in un altro bellissimo libro, L’incredibile storia di Psycho scritto da Stephen Rebello e pubblicato dall’editore II Castoro nel 2013. Proprio dai due libri appena pubblicati vale la pena di partire, per entrare nella sala di lettura di Hitchcock e capire come si comportava quando un romanzo lo incuriosiva.
Dal punto di vista degli scrittori, diciamo subito che si comportava male. Almeno a cavallo fra anni ’50 e ’60, quando alla Universal era divenuto produttore di se stesso e quindi, dovendo rispondere anche di tutti gli aspetti finanziari di un film, si era fatto incredibilmente tirchio. Sia con Bloch che con Graham, la tattica fu la stessa: il regista lesse i romanzi e attivò immediatamente i propri assistenti alla produzione per acquistarne i diritti.
Sapendo benissimo di essere famoso, anzi, di più: di essere l’assoluto numero 1 nel campo del thriller, sapeva altrettanto bene che un agente letterario, di fronte al suo nome, avrebbe immediatamente fiutato l’affare e alzato le pretese. Per cui sia Psycho sia Marnie vennero acquistati in modo anonimo. Gli editori - e, di riflesso, gli autori - ricevettero offerte da parte di società cinematografiche fittizie (per la cronaca, faceva così anche Stanley Kubrick, altro regista-produttore noto per il braccino corto).
Nel caso di Psycho la cosa funzionò. I guai cominciarono dopo, come vedremo. Quando fu la volta di Marnie, erano nel frattempo passati quattro anni e nell’ambiente editoriale dovevano essersi passata parola. Graham si vide arrivare una proposta anonima e fiutò l’imbroglio. Diede mandato al suo agente di chiedere una cifra doppia a quella offerta. Gli anonimi accettarono il raddoppio senza battere ciglio. La cosa curiosa è che Graham aveva già valutato come «estremamente generosa» la primissima offerta, e che quando seppe ufficialmente chi era l’acquirente dichiarò che gli avrebbe concesso i diritti anche gratis, tale era l’onore di essere «trasposto per lo schermo» da cotanto cineasta.
Con Bloch, come si diceva, le cose andarono diversamente. Lo scrittore non aveva mai venduto un libro a una major hollywoodiana in precedenza e il suo contratto, con Ceditore Simon & Schuster non aveva alcuna clausola relativa al cinema. L’offerta «alla cieca» arrivò quindi del tutto inaspettata: era di 7.500 dollari, e l’agente di Bloeh riuscì a farla salire solo a 9.500. L’editore si prese il 15%, l’agente il 10%, quindi Bloch intascò soltanto 6.750 dollari (sui quali pagò le tasse...) per un’operazione che avrebbe fruttato - solo negli Usa - circa 60 milioni di dollari di incasso. Di più: la campagna pubblicitaria del film fu talmente aggressiva che il romanzo di Bloch finì, paradossalmente, per risentirne.
Non solo Hitchcock si inventò, per la prima volta nella storia del cinema, la regola secondo la quale non si poteva entrare in sala a film iniziato; decise anche (non a torto) che la consapevolezza da parte del pubblico che il personaggio di Marion Grane moriva dopo 40 minuti di fimi sarebbe stata esiziale, quindi cercò di «cancellare» il romanzo di Bloch dal panorama mediatico. Oggi un’operazione del genere sarebbe impensabile, ma allora era possibile: subito dopo l’acquisto dei diritti Hitchcock ordinò di comprare tutte le copie di Psycho presenti nelle librerie americane (la tiratura era ancora molto limitata) e di farle sparire, e riuscì a convincere la casa editrice a non stamparne altre. Il nome di Bloch fu praticamente rimosso. Tra l’altro anche i successivi seguiti del film (mai firmati da Hitchcock, ovviamente) non gli procurarono alcun beneficio economico. Alla fin fine, l’aver scritto un racconto divenuto così celebre in quanto film fu, per Bloch, una sorta di maledizione.
C’era un motivo, che rende la storia lievemente perfida: Psycho-film è incredibilmente simile a Psycho-libro. Tutte le possibili interpretazioni psicoanalitiche del personaggio di Norman Bates sono presenti nel libro, che è molto tenebroso e molto pauroso. Bloch era uno scrittore vero, che era stato a lungo in corrispondenza con Lovecraft (un maestre dell’horror gotico americano) ed era molte abile nel costruire storie cariche di suspense e psicologicamente dense, autentiche.
È il motivo per cui Hitchcock si attenne quasi scrupolosamente al suo racconto, ma anche il motivo per cui ritenne pubblicitariamente utile cancellarlo. Rileggere il racconto oggi è quasi un atto di giustizia.