Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 29 Martedì calendario

ROMA . Aumentano gli studenti da 100 e lode, i bravissimi usciti dalle scuole italiane, ma sono concentrati quasi tutti da Napoli in giù

ROMA . Aumentano gli studenti da 100 e lode, i bravissimi usciti dalle scuole italiane, ma sono concentrati quasi tutti da Napoli in giù. In Puglia ci sono oltre quattro volte le lodi della Lombardia, in Sicilia nove volte quelle della Liguria, in Campania addirittura dieci volte gli encomi del Friuli Venezia Giulia. Lo raccontano i dati diffusi ieri dal ministero dell’Istruzione, università e ricerca: dei dati ancora incompleti, perché riferiti al 92 per cento e non alla totalità degli scrutinati usciti dalle superiori, ma che danno un’idea di come in base alle valutazioni delle commissioni si distribuiscono secchioni e somari. Un paragone che naturalmente non piace a chi si trova in fondo alla classifica. «Nei test nazionali e internazionali come l’Invalsi e il Pisa i nostri ragazzi risultano i migliori nei livelli di apprendimento ma poi in queste valutazioni generali finiscono sempre in coda, forse perché qua la scuola è più severa» riflette l’assessore all’Istruzione della Regione Lombardia Valentina Aprea. «Io sono di Bari e alla maturità, confesso, presi 60/ sessantesimi. Non posso dire quindi che i professori al Sud siano più di manica larga, ma la consuetudine in uso qui in Lombardia a non dare voti alti, a non superare mai il 7 o l’8, può diventare poco gratificante per gli studenti, li penalizza: dobbiamo rivedere il meccanismo della valutazione, metterlo sotto la lente d’ingrandimento e spronare i docenti ad arrivare anche al 9, anche al 10 se meritato». Sono 3.450 quest’anno i ragazzi italiani che hanno superato brillantemente la maturità e che nei giorni scorsi sui quadri appesi fuori dagli istituti accanto al voto più alto hanno trovato anche l’onore dell’encomio. Appena qualche manciata in più rispetto al 2013, lo 0,8 per cento sui 491.224 che hanno affrontato l’esame contro lo 0,7 per cento su 491.491, ma diventati più numerosi soprattutto al Centro-Sud. Rispetto all’anno scorso salgono nel numero di lodi il Lazio, da 253 a 348, l’Abruzzo, da 73 a 95, e il Molise da 19 a 31. Ma si impennano in particolare quelle regioni che da anni occupano il podio dei più bravi. In Puglia, per dire, hanno conquistato la valutazione massima 700 studenti, il 2 per cento rispetto all’1,7 del 2013. Una cifra che salta all’occhio se accostata ai 157 bravissimi, appena lo 0,3 per cento, della Lombardia. Così in Campania i migliori sono stati 408 (lo 0,8 per cento), rispetto ai 312 di un anno fa, in Sicilia 356 (0,9 per cento) invece di 272. Sembrano briciole, al confronto, i 31 ragazzi eccellenti del Friuli Venezia Giulia (lo 0,4 per cento) o i 43 della Liguria (0,5 per cento). Al contrario diminuiscono rispetto all’anno scorso i 100: dal 4,7 al 4,5 per cento. E dal 7,9 al 7,7 per cento i voti che vanno dal 91 al 99. Poi crescono di nuovo le fasce più basse: passa dal 28,4 al 28,5% chi ha preso tra 71 e 80 e dal 17,9 al 18,1 chi sta tra l’81 e il 90. A fare incetta dei giudizi più alti sono stati i liceali: rispetto ai colleghi si portano a casa l’1,5 per cento delle lodi e il 7 per cento dei 100. Mentre gli studenti degli istituti tecnici e professionali sono più rappresentati nei voti tra il 61 e il 70 (38,2 per cento) e nella sufficienza secca (13,3 per cento). Tra chi ancora non è arrivato alla maturità cala il numero dei bocciati: sono il 9,6 per cento rispetto al 10,3 del 2013, la maggior parte respinti dopo il primo anno di superiori, più negli istituti professionali (il 16 per cento) e meno nei licei (il 5,1 per cento). Promossi soprattutto gli studenti umbri (71,1 per cento), pugliesi (71 per cento) e calabresi (69,8 per cento). Orecchie d’asino o palma dei prof più severi per i sardi: sull’isola quasi uno su sette, il 14,7 per cento, è stato bocciato.