Francesco Spini, La Stampa 28/7/2014, 28 luglio 2014
LE GRANE DI POSTE TRA ETIHAD E IL RINVIO DELLA QUOTAZIONE
In attesa di risolvere la partita Alitalia, trasformando - quanto più possibile - una pericolosa zavorra in un’opportunità in ottica di mercato, le Poste rinviano la pratica quotazione: se ne riparlerà l’anno prossimo. Gran delusione per il Tesoro: deve rinunciare al boccone più ghiotto del menù di privatizzazioni messe in campo per il 2014, visto che nel portare il 40% a Piazza Affari contava di incassare sui 4 miliardi di euro. Ma fin dal suo insediamento il 6 maggio scorso, Francesco Caio ha sempre tergiversato sui tempi per la Borsa: la precedenza assoluta è andata al piano industriale che, da ultimi sviluppi, sembra destinato ad andare dopo l’estate, probabilmente a ottobre.
Alitalia, poi, non è un ostacolo da poco sulla strada di Piazza Affari. Difficile presentarsi ai grandi investitori internazionali mentre è ancora controversa la natura dell’investimento da 75 milioni effettuato in occasione dell’ultimo aumento di capitale, quando alla guida del gruppo postale era Massimo Sarmi: la stessa Ue vuole capire se si possano configurare o meno aiuti di Stato. E il nodo non si scioglierà prima dell’autunno. Da ultima anche l’associazione di consumatori Adusbef ieri ha annunciato, col suo presidente Elio Lannutti, che oggi presenterà «un esposto-denuncia alla Corte dei Conti, chiedendo di verificare se siano stati bruciati i 75 milioni di euro del risparmio postale già erogato, anche per cercare di impedire ulteriori evidenti errori» come, appunto, «coprire il buco nero di Alitalia».
Caio vuole invece puntellare la natura industriale di un ulteriore investimento, evitando di impegnare oltre il gruppo in una società carica di debiti e di contenziosi pregressi come la vecchia Alitalia. Al contrario punta ad aumentare le sinergie dialogando con gli arabi: insieme ad Alitalia-Etihad, gradirebbe sviluppare polizze dedicate ai viaggi e si candida come biglietteria aerea con la rete dei 13 mila uffici postali sparsi in tutta Italia. E, come racconta il Financial Times - secondo cui a rallentare le Poste (e pure Enav) sulla strada della Borsa sarebbe stato il recente flop di Fincantieri - Caio punta a un accordo che aggiungerebbe 8 aerei 737 per alimentare la rete Etihad e accrescere la quota di mercato di Poste Italiane nel mercato cargo. La logistica, del resto, è un punto debole di Poste. Prima di affrontare il mercato Caio vuole procedere a un rafforzamento dei servizi postali che non sono allineati al resto della struttura, essendo strutturalmente in perdita e con ricavi in calo. «Con l’8% di quota di mercato nei pacchi c’è tanta strada da fare», ha detto l’ad in una recente intervista al Sole 24 Ore. Investire sulla logistica e procedere nel terreno della digitalizzazione sarebbero due elementi cardine del piano in fieri. Il gruppo negli ultimi anni ha poggiato il suo bilancio sempre più sull’attività assicurativa - da cui viene la metà dei ricavi del 2013: 13,2 miliardi sui 26,26 totali - e sui servizi finanziari, con ricavi da 5 miliardi, quasi uno in più dei servizi postali e commerciali. In settimana potrebbero arrivare due risposte che Poste attende da tempo, necessarie in una prospettiva di mercato. Domani dovrebbe riunirsi il consiglio dell’Agcom, l’authority per le comunicazioni, e dovrebbe affrontare le questione del contratto di programma per la remunerazione del servizio universale. Altro fronte è quello della convenzione con la Cdp per i prodotti postali. Si lavora a un vero e proprio contratto quinquennale, in un’ottica più di Borsa: se ne dovrebbe occupare in questi giorni il consiglio della Cdp.
Francesco Spini, La Stampa 28/7/2014