Gian Luigi Paracchini, Corriere della Sera 27/7/2014, 27 luglio 2014
IL GLAMOUR ETERNO DELLA CRAVATTA MA GLI AVVOCATI TEDESCHI LA TOLGONO
All’appello delle categorie che per diversi motivi si sono gradualmente scravattate, esibendo colletti aperti o maglie girocollo, ne mancava soltanto una, gli avvocati. Era un nodo che prima o poi si doveva sciogliere e ci hanno pensato i tedeschi: nel Baden Württemberg, regione del Sud con capitale Stoccarda, d’ora in poi i legali non avranno più il dovere di presentarsi in tribunale con la cravatta. E c’è qualcosa di tedesco cui il resto d’Europa può permettersi di guardare con indifferenza? Improbabile.
D’altra parte la messa all’indice del primo accessorio formale maschile, detestato come simbolo di conformismo e potere ma sempre amato dai demodé senza tempo, ha ormai un’onda lunga e al di là dei confini. Ricordiamo nei momenti-top di risparmio energetico premier e capitani d’industria giapponesi che mostravano in pubblico colli sbottonati e consolatorie camicie hawaiane: va bene meno aria condizionata ma almeno con un look più fresco-creativo.
Per non parlare dei bancari che, da qualche decennio (forse per smarcarsi ulteriormente dai banchieri), sono stati i primi a rinnegare il formalismo incravattato e, in clamorosa escalation alternativa, a spostarsi verso tenute buone per un rave party.
I politici? Come in tutto il resto un colpo al cerchio, uno alla botte: rigore assoluto nei momenti istituzionali alternato a familiari, apparentemente liberatori scravattamenti, perché anche nel popolo delle infradito ci sono elettori indecisi da conquistare. Chiaro che la massima, ruffianissima operazione globalizzata di simpatia alla mano e in diretta, resta il pomeriggio ormai stabile nella scaletta dei summit, quando dopo essersi scannati in privato i potenti della Terra si presentano davanti ai fotografi rifilandosi grandiose pacche sulle spalle in maniche di camicia e naturalmente senza cravatta.
Evidente che pure la recente impennata di giovanilismo a Palazzo Chigi, con relativo dispiegamento di jeans e camicie svolazzanti, potrebbe far prevedere una galoppante rottamazione anche per la cravatta, peraltro tacciata di vecchiume perfino da molti anziani stilisti. Ma in realtà i numeri non dicono questo. Le cravatte, soprattutto italiane, stanno recuperando bene tra i giovani, grazie a nuove misure, fogge, fantasie. E in quanto ai tanti appassionati a righe o fantasie, quelli non tradiscono mai. Toglietegli tutto ma non il gusto di stringersi il collo.