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 2014  luglio 27 Domenica calendario

EREDITA UN MILIARDO IN LIRE. MA PER COLPA DI MONTI «È SOLO CARTA STRACCIA»


BRESCIA Eredita un miliardo e 200 milioni di lire, ma grazie a Mario Monti non potrà mai cambiare le banconote finite fuoricorso nel 2011 proprio grazie a un decreto del “professore”. Una giovane professionista bresciana pensava di essere diventata improvvisamente miliardaria (in lire), ma ha dovuto scontrarsi d’improvviso con la burocrazia e la legge che, grazie a Monti, ha trasformato due milioni e mezzo di banconote da 500 mila lire in carta straccia, buona solo per accendere il camino. Ma Gloria Sabbatini non si è persa d’animo. Anzi. «La prima reazione è stata l’amarezza ha spiegato la ragazza che ha scoperto il tesoretto del padre solo dopo la sua morte -. Mio papà non ha mai fatto cenno né a me né a mia madre dell’esistenza di questi soldi». Invece un paio di settimane fa, in una cassetta di sicurezza lasciata in custodia in una filiale della Ubs di Ginevra, la sorpresa che avrebbe potuto cambiare la vita della ragazza e di sua madre. Papà Francesco per molti anni aveva vissuto e lavorato proprio in Svizzera. In un primo momento si era adattato a fare il “bocia molta”, quindi il muratore specializzato fino a fondare una sua piccola ditta. «Mio padre non ci ha mai fatto mancare nulla ha sottolineato Gloria pensando al tesoretto Svizzero e a quello che avrebbe potuto garantire alla sua famiglia -, ma trovare un miliardo e 200 milioni di lire in banconote da 500 mila lire è un’altra cosa». Tra la felicità e la realtà di oggi, però, c’è di mezzo il decreto Monti che ha fissato il termine ultimo per il cambio delle lire in euro al 2011. «Mi sono rivolta alla fondazione nazionale consumatori ha spiegato la miliardaria in pectore che mi ha informata che il Tribunale di Milano ha sollevato una questione di legittimità costituzionale del decreto. Sono fiduciosa...».
Non è la prima volta che a Brescia si trovano tesori sepolti in cantina. Era già capitato lo scorso Natale quando la signora Alessia Ricci, trentenne, originaria di Brescia, ma abitante a Taranto, durante alcuni lavori di ristrutturazione della casa dei genitori ha ritrovato una scatola con un involucro e alcuni vecchi ricordi di famiglia, tra i quali un buono postale fruttifero emesso nel ’53 del valore nominale di lire 100mila (se potesse essere riscosso varrebbe oltre 300mila euro). «Il titolo è stato fatto stimare da un consulente contabile ed è risultato un valore monetario attuale, tra interessi, rivalu- tazione e capitalizzazione, per circa 60 anni di giacenza nelle casse dello Stato, di 345mila euro - ha spiegato l’associazione Agitalia, che sta seguendo per la signora la procedura di rimborso -. La signora ha diritto a recuperare la somma presso le Poste italiane ed il Ministero delle Finanze obbligati in solido ad “onorare” tutti i debiti degli Istituti bancari e postali e dei titoli pubblici facenti capo allo Stato italiano».