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 2014  luglio 26 Sabato calendario

ALITALIA, SÌ ALL’AUMENTO DI CAPITALE

ROMA
L’assemblea degli azionisti di Alitalia-Cai ha approvato il bilancio 2013 (con 568,6 milioni di perdita netta consolidata e un patrimonio netto negativo di 27,2 milioni, cifre che la compagnia però continua a non rivelare) e un aumento di capitale fino a 250 milioni di euro, ma non si sa chi metterà i soldi. C’è sempre lo stallo per le rigide condizioni indicate da Poste Italiane. Anche per questo è stato rimandato il via al contratto finale per la cessione del 49% della compagnia a Etihad Airways.
Ancora una lunga giornata per Alitalia, un passo verso l’orizzonte del salvataggio, ma non definitivo. A rendere più incerta la situazione, lo scontro tra i sindacati al termine del referendum sulle intese aziendali che tagliano gli stipendi (come riferito in altro servizio). La mancanza di coesione dei sindacati è un altro ostacolo all’intesa con gli emiratini.
Intanto, si avvicina pericolosamente il termine di fine luglio indicato da James Hogan, a.d. di Etihad, per stipulare l’accordo definitivo con Alitalia. Dell’accordo con Etihad si parlerà «quando gli amministratori saranno pronti e le cose saranno mature», ha detto il presidente del collegio sindacale di Alitalia, Giovanni Barbara. «Oggi, tutti gli azionisti, Poste comprese, hanno lavorato con grande senso di responsabilità», ha osservato Barbara, che è stato confermato per un triennio, con i sindaci effettivi Tommaso Di Tanno e Graziano Visentin.
«Poste ha detto che i soldi li mette. La discussione riguarda il come e qui le vie del Signore sono infinite», ha detto al Sole 24 Ore un partecipante all’assemblea. Poste, secondo quanto trapelato, ha votato a favore della ricapitalizzazione, ma questo non comporta un impegno a versare i soldi, la sua quota (ha il 19,48% del capitale) è di massimi 48,7 milioni. Ricapitalizazione e bilancio sono stati approvati per assicurare la continuità aziendale di Alitalia, ma la soluzione dei nodi è stata rinviata.
Il nuovo a.d. della società statale, Francesco Caio, si comporta come Hogan, con il quale vuole un dialogo diretto. Caio non vuole mettere soldi nella vecchia Cai, che considera una «fornace», ma solo in una nuova società, libera da oneri pregressi e dal contenzioso: questa sarebbe intermedia («midco») tra Cai e la «newco Alitalia» in cui entrerebbe Etihad con il 49 per cento. A queste condizioni Caio potrebbe versare anche fino a 60-70 milioni.
Proposta bocciata dalle banche, guidate da Intesa Sanpaolo e Unicredit, le più esposte verso Alitalia di cui sono il primo e terzo azionista, già pronte a rinunciare, insieme alle più piccole Mps e Popolare di Sondrio, a 560 milioni di crediti finanziari. Le banche obiettano che la discontinuità chiesta da Caio darebbe a Poste un trattamento di favore, mentre loro e gli altri soci dovrebbero rispondere dei rischi del passato di Cai e di eventuali nuovi fabbisogni di cassa.
Il premier Matteo Renzi ha incontrato l’a.d. di Unicredit Federico Ghizzoni e l’a.d. di Atlantia, Giovanni Castellucci, altro socio di Alitalia (7,44%). Renzi avrebbe chiesto che non si faccia saltare l’operazione con Etihad. Caio tiene duro, gli avvocati e consulenti sono al lavoro, i collaboratori ritengono alla portata una soluzione nei primi giorni della prossima settimana. Il cda di Poste è convocato per il primo agosto.
C’è una conta tra gli azionisti per capire chi metterà i 250 milioni della ricapitalizzazione (da versare in teoria entro 45 giorni, cioè entro l’8 settembre), necessaria anche a coprire l’erosione del capitale per le perdite 2014 (superiori a 110 milioni solo nel primo trimestre). Air France-Klm ha detto che non parteciperà all’aumento (la sua quota sarebbe di 17,7 milioni) perché è soddisfatta degli accordi industriali con Alitalia e ritiene che l’intesa con Etihad non la danneggerà.
«Oggi abbiamo fatto un passo importante perché abbiamo deliberato un aumento di capitale funzionale all’accordo con Etihad», ha detto l’a.d. di Alitalia, Gabriele Del Torchio. «Continueremo a lavorare con Etihad, anche in questo fine settimana, prima concludiamo e meglio è. Ci sono ancora alcuni passaggi da espletare. Auspico che tutti i sindacati firmino, per assicurare un clima di pace sociale e collaborazione».
Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 26/7/2014