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 2014  luglio 26 Sabato calendario

SANZIONI, FUOCO AMICO

Quanto la partita economico diplomatica tra Europa e Russia sia delicata, e possa essere strumentalizzata, l’ha dimostrato venerdì 25 luglio la notizia sulla battuta d’arresto di un progetto italo-russo per la realizzazione di un sottomarino di nuova generazione. «Purtroppo il progetto è stato sospeso a causa della nota situazione politica», ha spiegato Igor Vilnit, top manager della russa Rubin, citato dall’agenzia Itar-Tass. Poco dopo è arrivata la precisazione di Fincantieri: la parte italiana del gruppo di lavoro per il progetto intergovernativo, ha chiesto di rivedere il calendario dell’incontro che si sarebbe dovuto tenere a metà anno, per via degli impegni di alcuni dei partecipanti. Lo scambio è avvenuto mentre a Bruxelles gli ambasciatori dei 28 Paesi Ue erano riuniti per il secondo giorno consecutivo per discutere un rafforzamento delle sanzioni contro la Russia e l’ipotesi del passaggio a una fase tre, in risposta all’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines e per il sostegno ai separatisti filo-russi dell’est ucraino. Giovedì scorso i Ventotto hanno aggiornato la lista di individui russi e ucraini i cui beni saranno congelati e cui sarà vietato viaggiare in Europa. L’elenco passa da 72 a 87, nella nuova lista vanno ad aggiungersi anche 18 entità. Misure con le quali la Ue alza il tiro, mantenendosi comunque ancora indietro rispetto alle sanzioni statunitensi che si sono inasprite lo scorso 16 luglio e che tra le altre colpiscono Gazprombank, l’istituto legato al colosso petrolifero, e la banca di sviluppo Vneshekonombank. Non si tratta tuttavia di sanzioni totali, limitandosi a vietare «nuova finanza con una scadenza superiore ai 90 giorni». Seppur lentamente, anche Bruxelles si fa più dura. Sul tavolo ci sono restrizioni al settore energetico, al mercato dei capitali, alla difesa, all’importazione e all’esportazione di tecnologie sensibili o che possano avere un doppio uso.
Tra le proposte: il divieto di acquistare azioni o obbligazioni emesse da istituzioni finanziarie russe detenute per più del 50% dallo Stato. Ma anche in questo caso con non si tratta di un blocco totale, il piano non colpirà contratti concordati in precedenza e in ambito energetico riguarderà il settore petrolifero, ma non il gas. Decisioni che dimostrano la difficoltà a trovare un accordo tra i 28, considerati gli interessi in gioco. Le sanzioni, per citare Pier Carlo Padoan, «sono un problema per chi le subisce ma anche per chi le impone».
Le parole del ministro dell’Economia trovano conferma nei dati analizzati da Sace. A giugno l’export italiano verso la Russia ha subito una battuta d’arresto pari al 18,6% sullo stesso periodo dell’anno passato. Un rallentamento che segue il -13,9% fatto segnare a maggio. Se si guarda ai primi cinque mesi del 2014 la contrazione delle esportazioni, che hanno avuto un valore totale di poco più di 3,8 miliardi di euro, è stata invece del 6,7% rispetto al periodo gennaio-maggio del 2013.
Guardando ai settori spiccano in questo periodo il -12% della moda e dei tessili, prodotti ambiti dalla classe media russa. Il rallentamento, precisa Alessandro Terzulli, responsabile analisi e ricerche di Sace, «non può certo essere collegamento interamente al clima generato dalle sanzioni, in parte è dovuto anche a un calo della domanda per via del rallentamento dell’economia russa». Ma la scala di grandezza del calo rimanda ai timori per il clima politico. Ancora più pesante è il dato sui mezzi di trasporto esportati verso la Federazione russa (-40,1%). E preoccupa anche il -3% nel settore macchinari e apparecchi, che da solo conta per oltre 1 miliardo e che rappresenta la principale voce dell’export italiano.
Andrea Pira, MilanoFinanza 26/7/2014