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 2014  luglio 26 Sabato calendario

AUTO BLU, MA ALLA TEDESCA, PERÒ

da Berlino
Nessun paese al mondo ha tante auto blu quanto l’Italia. Neppure gli Stati Uniti. Ovviamente, nella spesa c’è da contare anche lo stipendio degli autisti, dipendenti pubblici che potrebbero essere impiegati in altre attività. Renzi ha cercato, con un colpo di teatro, di ridurre il parco macchine, ha messo le più vetuste o inutili all’asta, ma ben poche sono state acquistate.
Che accade a Berlino?
Il Bundestag, il Parlamento, è chiuso per ferie. Un brutto periodo per Klaus Gauber, 63 anni, riporta il «Tagesspiegel», il primo quotidiano della capitale. È uno degli autisti che porta a spasso i 631 deputati, e non ha niente da fare: tutti via. Non è contento? «Ma fino a settembre rimango disoccupato», si lamenta con ragione. Gli autisti non hanno un contratto a tempo indeterminato, sono chiamati quando servono, e pagati ad ora, in media non più di dieci euro, appena sopra la paga minima di 8,50 appena votata dal governo. Gli ultimi arrivati prendono di meno, quasi il minimo legale. E alcuni contratti con gli autisti sono regolati in base alla norma di minijobs, 450 euro al mese al massimo, contributi sociali pagati a forfait. Logicamente possono essere interrotti da un giorno all’altro. «All’anno arrivo appena agli ottomila euro», confessa Gauber.
Gli autisti a disposizione degli Abgeordnete, i parlamentari, sono duecento, ingaggiati dalla società RocVin, che nel 2013 ha rivinto l’appalto indetto a livello europeo. Nessuno ha offerto condizioni migliori: si risparmia sui dipendenti. La società deve garantire nei giorni in cui il Bundestag è al lavoro almeno cento limousine della classe media. Nelle giornate calde la RocVin arriva a compiere 300 corse in due ore, limitate alla metropoli. Le auto, nere e non blu, sono sempre in attesa davanti al Bundestag: basta mostrare il tesserino parlamentare e si sale a bordo, se non c’è ressa. In un anno la RocVin percorre un milione e 300 mila chilometri scorazzando i deputati. L’anno scorso il fatturato è stato di 5 milioni e mezzo di euro. Non molto, e lo scorso autunno la società è stata sull’orlo del fallimento. A rimetterci gli autisti, uomini e donne, tenuti a stare a disposizione ma pagati solo quando sono effettivamente in servizio. Gli chauffeur durante le corse fanno presente la loro situazione con i clienti, tutti assicurano che si daranno da fare ma poi non succede nulla. «Ho scritto anche a Norbert Lammert ma la reazione è stata deludente», dichiara Gauber. Il presidente del parlamento non si è impegnato. I Verdi si sono preoccupati soltanto che le vetture non siano troppo inquinanti.
«Quando non c’è lavoro, come in estate, o durante le feste natalizie e pasquali, non si paga», ha spiegato l’amministratore Torsten Diehl. La società lavora anche per i ministeri e per la Cancelleria, ma i due terzi delle corse vengono effettuate per il Bundestag. Si chiede di creare un servizio statale regolare invece di sfruttare i lavoratori saltuari. «Ma verrebbe a costare almeno tre volte tanto» fa i calcoli Torsten Diehl. Sempre meno che a Roma.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 26/7/2014