Paolo Siepi, ItaliaOggi 26/7/2014, 26 luglio 2014
PERISCOPIO
Titolo sui siti: «Il Giglio si sveglia senza Concordia». Ma dove sarà andata? Stefano Di Michele. Il Foglio.
Commessi in rivolta alla camera contro i tagli degli stipendi. Non si vogliono far togliere le brioche di bocca. Il rompi-spread. MF.
Renzi promette «900 mila nuovi posti di lavoro». Pure le cazzate risentono della crisi. Spinoza. Il Fatto.
Imperatori - Se Renzi avesse un cavallo lo nominerebbe senatore. Jena. La Stampa.
Razzi: «Berlusconi? Lui paga e io sono al suo guinzaglio». Sentita la sua dichiarazione, Dudù si è dissociato. Il rompi-spread. MF.
Non mi convince il tentativo di Renzi di creare un clima di fiducia per imprese e lavoratori. Sono favole. È il vecchio retaggio cattolico per cui gli uomini sono tutti buoni e danno il meglio se una buona predica li convince. Io credo in Adam Smith, gli uomini non sono buoni o cattivi, danno il meglio se indovini l’incentivo. Ecco perché gli 80 euro non servono a rilanciare l’economia. Essi possono migliorare il clima, forse, e conosco l’importanza di coordinare le aspettative, come dicono gli economisti. Ma non basta. Le aziende investiranno se vedranno la convenienza a farlo, non perché Renzi è simpatico. Michele Boldrin, economista alla Washington University di Saint Louis, Missouri, Stati Uniti. Il Fatto.
Enzo Biagi ha scritto più libri di quanti ne abbia letti. In televisione faceva il parroco di campagna. Ma in redazione, se qualcosa andava storto, smadonnava come un camallo (giaculatorie che avrebbero tramortito il suo amico cardinale Ersilio Tonini) soprattutto quando qualche imbecille rischiava di rovinargli il lavoro, e dunque la vita, dal momento che Biagi non sapeva distinguere l’uno dall’altra. Vederlo affrontare una cofana di tagliatelle al ragù dopo una giornata passata negli studi Rai di corso Sempione a Milano era uno spettacolo che avrebbe meritato il pagamento del biglietto. A dispetto dei sei bypass aortocoronarici con cui, alla fine, fu seppellito, si concentrava sul piatto, alla maniera di Renato Farina, e non staccava l’occhio finché non l’aveva completamente prosciugato. Poi si puliva la bazza con il tovagliolo, si lisciava la camicia che gli tirava sulla pancia come una membrana e imprecava: «Boia d’un mànnd lèder, non riesco a capire perché continuo a ingrassare!». Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.
C’eravamo rifugiati durante la guerra in Romagna, a Mondaino. Il segretario comunale di Gabicce Mare ci aveva regalato le carte d’identità false. Tutti noi Rimini, eravamo diventati «Ruini», i Finzi «Franzi», i Vivanti «Vivaldi» e quelle carte ci avevano salvato la vita. Appena si profilò la disfatta dei tedeschi, mio padre volle andare da solo a Mantova. Trovò da dormire da due anziane signorine. Gli diedero un cappotto da capitano italiano, lasciato lì da un ospite precedente. Mio padre con quel cappotto fermò qualche camion. Salì lui, e anche altra gente che gli diceva: «Capitano faccia salire anche noi». Arrivò fino al Po a San Benedetto. C’era il ponte di barche ancora integro, ma lì i soldati americani non lo fecero passare. Lo fecero aspettare a lungo. Mio padre era offeso perché prima che a lui diedero il passo a una lunga colonna di auto tedesche, scoperte, con gli ufficiali tutti prigionieri, ma eleganti, impettiti che non sembravano dei vinti. E poi (pensava mio padre stanco e mal vestito con il suo frusto cappotto da capitano) perché dovevano passare prima loro sul Po, il fiume che lo divideva da casa sua, loro che erano gli autori della grande ingiustizia. Si vide così, seduto in riva al fiume, bloccato proprio dagli americani tanto attesi, che davano il passo prima ai tedeschi che a lui. Lo raccontava poi scherzando, ma ancora con un filo di malinconia. Cesare Rimini, Corsera.
Spesso mi chiedo a che logica o estetica si ispirano le cosiddette buone maniere. In nome di chi o che cosa si può portare alla bocca un chicco d’uva con le mani, ma non uno spicchio di mela (già affettata dalla chef)? E perché la forchetta, obbligatoria per la mela, diventa obbrobriosa per il formaggio? E perché il coltello, di rigore per il formaggio, è vietato per la frittata? E chi decreta per il pesce niente coltello e tassativamente vino bianco, quando, per dire, le sarde fatte sulla brace si possono soltanto mangiare a «scottadito» e accompagnarle con vino rubino e robusto? Luca Goldoni, Viaggio in provincia. Mondadori.1984.
Che cosa strana: nel momento in cui non ho fame, né freddo, e ho invece un morbido letto per riposare, non sono, come sarebbe invece logico, felice. Come una confusa scontentezza addosso. L’ora dell’accidia, la conoscevano i monaci antichi, l’ora pigra in cui non resta che oziare; dubitando quasi che ci sia davvero qualcosa, da cercare. Forse siamo stati fatti per essere sfidati dalla fame e dal freddo e da ogni angustia? Perché solo così non si spegne in noi quell’ansia misteriosa, quella inesorabile spinta che ogni giorno ci porta a sperare. Marina Corradi. Avvenire.
Lo zapping in tv è un’incitazione febbrile e nascosta a esigere sempre più dagli altri: che siano immediatamente disponibili, che rispondano immediatamente ai nostri appelli, ai nostri ordini, che obbediscano, come alla tv, al dito e all’occhio. Lo zapping che dà dei desideri immensi. Come dice la saggezza popolare, più grandi del ventre, più grandi del cuore e delle mani. Peccato per i naïf che credono che zappare sia vivere e che, di conseguenza, vivere sia zappare. Bernard Pivot, Le métier de lire, il mestiere di leggere. Gallimard.1990.
Mattinata al Windsor Castle. Sarah Ferguson, duchessa di York, passeggia a lungo nel parco, ma col cellulare appiccicato all’orecchio. Carlo Rossella. il Foglio.
Se un politico ha le mani pulite vuol dire che ha rubato il sapone. Scritta su una palizzata presso le Colonne di San Lorenzo. Milano
Il governo delle larghe intese è così vasto che ci è cascato dentro tutto il popolo. Tweet.
«Mama, poso pendee a pistola?». «Sì purché tu vada fuori a sparare ai tuoi amichetti!». Vignetta de il Male.
Quanti professori ci vogliono per mungere una mucca? Cinque. Uno le strizza i capezzoli, gli altri quattro la spingono su e giù. Hans Olaf Henkel, ministro tedesco.
La politica è fatta di bugie smentite da altre bugie. Il Messaggero.it
Paolo Siepi, ItaliaOggi 26/7/2014