Vladimiro Polchi, la Repubblica 26/7/2014, 26 luglio 2014
ROMA . «L’Italia ha aperto troppo le frontiere». «Molti immigrati non vogliono integrarsi». Nulla di nuovo
ROMA . «L’Italia ha aperto troppo le frontiere». «Molti immigrati non vogliono integrarsi». Nulla di nuovo. Frasi già sentite. Ma se a dirle sono gli stranieri che vivono nel nostro Paese, la cosa cambia. E spiazza molti luoghi comuni. Sì, perché gli immigrati che s’integrano nel territorio coi cittadini tendono poi ad assorbirne anche le opinioni. Eccola dunque l’Italia vista da loro: un Paese un po’ razzista e che necessita una stretta su immigrazione irregolare e criminalità. Più volte si è analizzato ciò che gli italiani pensano degli immigrati. Raramente, invece, si è fatto il contrario: rilevare il loro punto di vista, quello dei cinque milioni di “nuovi italiani” che studiano e lavorano nel nostro Paese. Quanto ci conoscono? Cosa pensano di noi? La fondazione Leone Moressa ci ha provato, “interrogando” a metà luglio 600 famiglie straniere in tutta Italia. I risultati? Sorprendenti. Intanto la maggioranza (67,6%) dichiara di essere in grado di leggere e scrivere in italiano. Uno su quattro vanta addirittura una comprensione ottimale della lingua, appresa a scuola (40,8%) o sul posto di lavoro (39,4%). Gli immigrati dimostrano anche una buona conoscenza delle istituzioni: quasi il 90% sa che la capitale è Roma, mentre oltre la metà conosce il nome del presidente della Repubblica (56,3%) e del presidente del Consiglio (53,5%). Uno straniero su due (50,7%) sa che Fratelli d’Italia è l’inno nazionale. L’unica insufficienza arriva sulla Festa della Repubblica: solo il 36,6% risponde che si celebra il 2 giugno. Gli stranieri ritengono che gli italiani siano dei grandi lavoratori (78,3%), ma meno degli immigrati (90%), e che italiani e stranieri amino allo stesso modo la bella vita. Il 26,1% è d’accordo con l’affermazione «gli italiani sono razzisti» e sorprende la percentuale di immigrati che ritiene siano gli stranieri a non volersi integrare: il 44,8%. Uno su tre (33,9%), infine, sostiene che «gli italiani sono corrotti». Ma cosa gli piace di più del nostro Paese? Il 37,2% sceglie il lavoro, uno su quattro (24,4%) il cibo. Seguono la gente e il clima. Viceversa, la politica è ciò che piace meno. A stupire è la loro percezione del fenomeno migratorio, condizionata probabilmente dalla crisi in atto che accresce le paure: oltre 6 su 10 ritengono infatti che sia troppo facile per gli stranieri entrare in Italia e che le leggi non siano abbastanza dure con gli immigrati che delinquono. D’altro canto, sentono fortemente il tema della cittadinanza: l’82,4% afferma che dovrebbe essere facilitata. E ancora: il 79,1% ritiene che la crisi abbia costretto molti stranieri a lasciare l’Italia (com’è realmente accaduto). E se potessero, chi voterebbero? Il primo partito sarebbe quello dell’astensione (40,8%). Tra chi andrebbe alle urne, i partiti dell’area di sinistra (Pd, Sel) raggiungono il 29,6% delle preferenze. Segue il Movimento 5 Stelle con il 16,9%. Il 7% sceglierebbe l’area di destra (Fi, Ncd). Inaspettato il risultato della Lega Nord: un partito storicamente avverso all’immigrazione, otterrebbe ben il 5,6% dei voti degli stranieri. Fra i personaggi politici, premesso che il 42,5% non si esprime, Matteo Renzi riscuote il consenso maggiore (23,3%). Seguono Silvio Berlusconi (15,1%) e Beppe Grillo (12,3%). Angelino Alfano ottiene il 5,5% delle preferenze. Più staccato Matteo Salvini (1,4%): raccoglierebbe molto meno del suo partito.