Enrico Franceschini, la Repubblica 26/7/2014, 26 luglio 2014
ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA
CHI
credeva che avesse perso l’appetito, tra lo scandalo del Tabloidgate e il tempestoso divorzio dalla seconda moglie, sbagliava di grosso. A 83 anni Rupert Murdoch mette a segno uno dei suoi grandi colpi, realizzando un piano a cui ambiva da molto tempo: creare una grande pay-tv europea, un network in grado di dominare il continente e conquistare nuovi spazi. Attraverso la rete britannica B-SkyB, di cui detiene la maggioranza, il tycoon di origine australiana ha rilevato dalla Fox, un’altra società del suo impero, Sky Italia e Sky Germania. Nasce così, dunque, Sky Europa, ma l’operazione da 8 miliardi e 800 milioni di euro messa a segno dal più grande magnate dell’editoria mondiale apre anche altre prospettive, fornendo alla Twenty-First Century Fox un capitale di 7 miliardi di dollari con cui rilanciare l’assalto alla Time Warner per creare un nuovo colosso anche nel campo dell’entertainment e delle comunicazioni. La parola d’ordine dello Squalo, come lo chiamano tutti (quando non è nei paraggi), è insomma una sola: crescere, crescere, crescere. E il motivo che lo spinge a voler diventare sempre più grande potrebbe essere, secondo le indiscrezioni, un altro ancora: raggiungere le dimensioni necessarie a duellare con i giganti del web, da Google a Facebook, perché ormai sul terreno di internet tutti si occupano di tutto e solo i titani possono sopravvivere.
Come in un gioco di scatole cinesi, a prima vista può sembrare che Murdoch abbia comprato una con l’altra le sue società. In un certo senso è vero, ma solo fino a un certo punto. Di B-SkyB ha soltanto il 39 per cento, provò inutilmente a rilevarne di
più ma le leggi anti-trust britanniche glielo hanno impedito. Dovrà perciò convincere tutti gli azionisti del network ad approvare l’acquisizione delle “sorelle” Sky Italia e Germania, controllate finora dalla sua Fox. Poiché è B-SkyB che acquista, è Fox che incassa, e con i miliardi ricavati la compagnia hollywoodiana può continuare “l’assedio”, come lo definiscono gli analisti, della Time Warner, facendo un’offerta più alta dell’ultima che era stata di 80 miliardi di dollari e prevedeva la cessione della Cnn, il canale di news americano,
in questo caso in omaggio alle norme anti-trust Usa). È presto per fare previsioni, ma quando Murdoch vuole qualcosa, prima o poi la ottiene: ne sanno qualcosa il Times Londra e il Wall Street Journal a New York, per citare i due pezzi più pregiati della sua collezione di giornali in mezzo mondo.
Dicono i bene informati che il tycoon fosse vicino a unificare le reti Sky già qualche anno or sono, ma dovette rinunciare per lo scandalo delle intercettazioni illecite del News of the World, il tabloid più diffuso del Regno Unito. Lui lo ha chiuso per voltare pagina, ha atteso la conclusione del processo, ha festeggiato l’assoluzione a sorpresa di Rebekha Brooks (detta “la Rossa” – per i capelli, non per l’ideologia), e due settimane dopo la sentenza ha concluso l’allargamento europeo di Sky. «Ci porta da un mercato di 30 milioni di utenti a uno potenziale di 97 milioni», commenta James Darroch, l’amministratore delegato della Sky britannica. Non solo Sky diventa la pay-tv numero uno d’Europa, ma come nota il Financial Times potrà ora comprare diritti per lo sport e per l’intrattenimento su base europea, investire di più sulla tecnologia in streaming, risparmiare sulle sinergie e sui costi. Pare che a concludere il negoziato sia stato James Murdoch, uno dei figli del magnate, più attivo del padre nel portare a termine un “take-over” a cui aveva pensato lui stesso quando dirigeva B-SkyB. Il prezzo pagato
per Sky Italia è dieci volte i guadagni del network italiano, ma gli analisti lo descrivono “accettabile” o addirittura “più basso del previsto”, secondo il quotidiano della City. Ma non c’è dubbio che sia stato Murdoch senior a dare l’avvallo decisivo. Uscito dallo scandalo delle intercettazioni in Inghilterra, assolto per implicita associazione, grazie al verdetto che ha liberato la sua ad Rebekah Brooks, dal sospetto di esserne stato al corrente, dimenticato il divorzio con Wendi Deng, la moglie cinese con 40 anni in meno (da lui accusata di un flirt, magari solo platonico, con il suo amico Tony Blair), lo Squalo aveva ancora fame: di denaro, certo, ma pure di media, di lavoro, di imprese. E adesso può sentirsi padrone (televisivo) d’Europa.