Emilio Randacio, la Repubblica 26/7/2014, 26 luglio 2014
Tra le spese quelle per le bollette di Gemonio e per la laurea del “Trota” MILANO . Lega contro Lega
Tra le spese quelle per le bollette di Gemonio e per la laurea del “Trota” MILANO . Lega contro Lega. Vecchia guardia sul banco degli imputati, e il nuovo corso maroniano pronto a chiedere i danni d’immagine. Quello che si aprirà il 10 ottobre davanti al gup di Milano Carlo De Marchi, rischia di essere una vera e propria resa dei conti. Sul banco degli imputati il fondatore del Carroccio, Umberto Bossi, i figli Riccardo e Renzo, ma anche gli ex tesorieri di via Bellerio, a partire da Francesco Belsito. Accuse che parlano di anni di ruberie, spese folli, fondi del partito utilizzati come il conto personale della famiglia Bossi. E dal decreto che fissa l’udienza, si scopre che la nuova gestione del Carroccio, sarà della partita. «Persona offesa: Movimento politico Lega Nord, nella persona del legale rappresentante Matteo Salvini ». Il legale prescelto, Domenico Aiello, lo storico difensore di Roberto Maroni, colui che lo assiste nell’ultima inchiesta che coinvolge a Busto Arsizio il governatore lombardo. La stessa mossa si era concretizzata poco dopo l’insediamento di Maroni al Pirellone. Sempre Aiello, sempre con una costituzione di parte lesa, ma questa volta nel processo contro il predecessore Roberto Formigoni, per l’ affaire Maugeri. Al di là delle dichiarazioni di facciata anche recentemente emerse durante un comizio pubblico a Parma, le tensioni tra la corrente del Senatur e quella di «Bobo», non si sono mai sopite del tutto. La costituzione di parte lesa lo dimostra ulteriormente. In udienza preliminare, le accuse contro Bossi, i suoi figli e gli ex «segretari federali» parlano di appropriazione indebita e truffa aggravata. Era denaro «di proprietà della Lega Nord» quello di cui i rampolli di casa Bossi «si appropriavano, per fini estranei agli interessi e alle finalità politiche ». In due anni, i tre imputati Bossi e l’ex tesoriere Belsito sono accusati di aver utilizzato «2,4 milioni di euro» di fondi per spese personali. Tra i 145 mila euro contestati al «Trota », ci sono violazioni del codice della strada, ma anche i 48 mila euro versati nel novembre 2011, per acquistare una Audi A6, oltre ai 77 mila euro «per acquisto titolo di laurea albanese, presso l’Università Kristal di Tirana». Ben 157 mila gli euro che il figlio maggiore del Senatur, Riccardo, ha sottratto al “bancomat” del Carroccio. Anche per lui soldi per pagare multe del suo BmwX5, l’auto in leasing le cui rate venivano spedite in via Bellerio. Come gli assegni per 5.650 euro per le «spese di mantenimento della moglie», o i 439 euro «per pagamento veterinario cane». L’anziano Senatur è stato il meno parsimonioso in famiglia. 208 mila gli euro che i pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano gli contestano di aver distratto dalle casse del partito. Oltre alle bollette della villa di Gemonio (1.070 euro), anche la ristrutturazione della sua abitazione e quella di Roma (81 mila euro).