Andrea Giambartolomei, il Fatto Quotidiano 25/7/2014, 25 luglio 2014
LA GUERRA DI TORINO SUI DUE GRATTACIELI DI FUKSAS E DI PIANO
Torino
Già dalle porte della città si vede: nel giro di pochissimi anni lo skyline di Torino è cambiato. La Mole Antonelliana non sovrasta più la città con la sua guglia, ora ci sono due colossi di acciaio e cemento armato con i loro intrecci di politica e affari, e adesso al centro di polemiche giudiziarie e procedurali. Sono i grattacieli di due archistar, il senatore Renzo Piano e Massimiliano Fuksas. Il primo ha disegnato il nuovo centro direzionale di Intesa Sanpaolo alto 167 metri. Il secondo invece ha progettato la nuova sede della Regione Piemonte alta 200 metri, voluta dall’ex governatore Ezio Ghigo (centrodestra), confermata da Mercedes Bresso (centrosinistra) e autorizzata dal leghista Roberto Cota, che ha permesso alle coop rosse Coopsette e Cmb del gruppo “Torre Regione Piemonte” di cominciare i lavori sui terreni dell’ex stabilimento della Fiat Avio.
Ogni grattacielo ha portato con sé il suo carico di scandali e polemiche. Lunedì, tanto per citare l’ultimo episodio, l’edizione cittadina della Stampa ha dato notizia di una causa intentata da Fuksas contro la Regione per il pagamento della supervisione artistica, circa 2,7 milioni di euro che si aggiungerebbero a una parcella da 22 milioni. Per l’ordine degli architetti e degli ingegneri di Milano, che ha svolto una consulenza per la procura della Corte dei conti, la parcella è troppo alta.
Secondo l’architetto però la supervisione sarebbe inserita nel contratto iniziale, ma non è mai stata svolta né pagata, e così i costruttori starebbero realizzando l’opera senza rispettare il progetto dello studio Fuksas Associati. La causa ha messo in allarme l’assessore al Bilancio Aldo Reschigna, ma pochi giorni dopo, senza neanche una telefonata tra i due, si è risolto tutto: l’archistar ha chiesto ai suoi legali di ritirare la causa. “La giunta di Cota aveva cominciato una trattativa che non si è chiusa - ricorda Reschigna al Fatto - e io in questo momento, di fronte a un’indagine della Corte dei conti, preferisco non parlare di transazioni”. L’ex assessore Gilberto Pichetto Fratin e Fuksas si erano accordati sul pagamento di 400 mila euro, ma la caduta della giunta Cota ha bloccato tutto e ora, con l’indagine in corso, l’amministrazione è cauta. Sarebbero già otto i milioni di euro di danno erariale stimati dalla Guardia di finanza, dal sostituto procuratore regionale Corrado Croci e dai loro consulenti. Ma non è tutto. I pm Stefano Demontis e Giancarlo Avenati Bassi stanno ancora indagando sulla concessione dei lavori e sullo smaltimento irregolare dei terreni inquinati dell’area, ceduta dalla Risanamento di Luigi Zunino alla Regione per un prezzo raddoppiato: per questo fatto Zunino fu processato per truffa, ma il reato cadde in prescrizione.
Sarà concluso entro l’anno, invece, il centro direzionale di Intesa San Paolo disegnato da Piano, con i suoi 167 metri di altezza, uno in meno della Mole, fortemente voluto dall’ex presidente di Sanpaolo Imi, il potentissimo ingegnere Enrico Salza, da sempre vicino alle maggioranze comunali di Chiamparino e oggi di Piero Fassino. La struttura è diventata il simbolo di quel potere che domina la città e che unisce la banca alle amministrazioni locali. Un esempio? Nel 2008, quando Sergio Chiamparino era ancora sindaco della città e prima che diventasse presidente della Compagnia di San Paolo, l’ex direttore generale vicario del Comune Giambattista Quirico ha avuto il nullaosta per fare il collaudatore del grattacielo per conto di Intesa: fuori dagli orari d’ufficio l’ingegnere doveva controllare i lavori fatti dai costruttori, Rizzani de Eccher e Implenia, un compito che continua nonostante sia in pensione da due anni. Non è la prima mansione che Quirico compie per conto di privati eccellenti: è stato anche collaudatore dello Juventus Stadium, opera finita nel mirino della procura di Torino per l’utilizzo di un acciaio improprio. Quirico fu indagato, ma la pm Gabriella Viglione non individuò prove di reati e il fascicolo venne archiviato. Nella richiesta di archiviazione però si faceva notare all’ingegnere l’opportunità di astenersi da incarichi di privati specialmente se svolti nel Comune in cui lavora come direttore di un ufficio tecnico pubblico. Al momento la Procura di Torino sta approfondendo uno stralcio, un’inchiesta senza ipotesi di reato e senza indagati per accertare la regolarità di questi incarichi. Nonostante tutto l’ex direttore comunale continua a visitare il cantiere di Intesa Sanpaolo.
Questi due grattacieli potrebbero essere solo i primi colossi di una lunga serie. Il piano regolatore della città, realizzato nel 2006, prevede altre torri in corrispondenza degli snodi principali: “Non ci sono progetti prossimi - afferma la direttrice della divisione urbanistica del Comune di Torino Paola Virano -. Ci sono interlocuzioni aperte, ma non c’è nulla di maturo”.
Andrea Giambartolomei, il Fatto Quotidiano 25/7/2014