Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 25/7/2014, 25 luglio 2014
CESARO, FEDELISSIMO DELLA PASCALE
È un duro colpo all’establishment campano di Forza Italia la richiesta d’arresto avanzata dalla Dda alla Camera nei confronti del deputato Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli, indagato in un’inchiesta su presunte irregolarità nella concessione di appalti a ditte vicine ai clan dei Casalesi nel territorio casertano, in particolare nel Comune di Lusciano.
Dopo il secondo blitz che ha portato dietro alle sbarre Nicola Cosentino, adesso gli azzurri in Campania rischiano di perdere l’altro uomo forte, colui che, a seguito della rottura con Nick ’o ’mericano, teneva le redini del partito.
Cesaro ha annunciato di voler rinunciare all’immunità, chiedendo ai deputati di esprimersi per l’arresto; il suo destino sembra quindi segnato, le sbarre appaiono sempre più scontate, viste anche come sono andate le votazioni per l’arresto di Giancarlo Galan.
Cosa succederà quindi adesso tra gli azzurri all’ombra del Vesuvio? Scaricato Cosentino già sin dai ai tempi della composizione delle liste per le politiche 2013, a guidare Forza Italia in una delle regioni più forti della galassia berlusconiana, era toccato proprio al deputato originario di Sant’Antimo. Che, per la cronaca, è soprannominato Giggin’ a’ purpetta ed è divenuto noto al popolo del web più per le sue esilaranti esternazioni in napoletano stretto, con le quali s’è pure avventurato goffamente in un inglese assai stentato, che per le sue battaglie politiche.
Cesaro ha piazzato i suoi uomini ai posti di comando. Innanzitutto, il coordinatore regionale Domenico De Siano, talmente inviso ai cosentiniani che alla loro nomina avevano creato il gruppo separatista di Forza Campania in consiglio regionale, poi naufragato. Un altro esponente a lui molto vicino, a tal punto da esserne considerato il ’delfino’, è il presidente della Provincia di Napoli, ora facente funzioni, Antonio Pentangelo, che infatti, in questi giorni, sta difendendo a spada tratta il referente locale.
Ma soprattutto Cesaro gode di buoni, se non dire ottimi, rapporti con Francesca Pascale, la fidanzata di Silvio Berlusconi, che gli ha garantito l’accesso a Palazzo Grazioli a Roma. D’altronde, la giovane da Fuorigrotta ha mosso i suoi primi passi in politica proprio mentre Cesaro era presidente della Provincia di Napoli; lei sedeva sui banchi del consiglio a fianco di De Siano. Alla loro intesa viene infatti fatto risalire il risiko di nomine, candidature e preferenze (per quanto riguarda le ultime europee) che hanno interessato i berlusconiani azzurri nell’ultimo anno.
Non è un caso, poi, se il figlio di Luigi, il 32enne Armando, già leader dei giovani azzurri in Università, sia stato nominato da qualche mese vicepresidente vicario nazionale di Forza Italia Giovani e fino a qualche giorno fa veniva dato come candidato sicuro al consiglio regionale, sul quale far ricadere le migliaia di preferenze controllate dal padre.
Lo stesso governatore Stefano Caldoro, di provenienza socialista proprio come Cesaro, si è schierato dalla parte di Giggino nelle faide interne al partito, quando ha capito che avrebbe trovato in lui il vero alleato per fare fuori Cosentino e soprattutto quando è stato chiaro che stargli contro non sarebbe convenuto affatto.
E adesso che Giggino è destinato al carcere, chi guiderà Forza Italia in Campania? Chi manterrà saldo il timone a meno di un anno dalle elezioni, con una Regione da difendere dopo averne perse molte altre? Chi terrà a bada le innumerevoli correnti che ogni giorno regalano una nuova sorpresa (l’ultima è quella di Carlo Aveta, ex Forza Campania e area La Destra, che ritiene il sindaco pd di Salerno, Vincenzo De Luca, un ottimo candidato alla Regione)?
Si parla dei deputati Paolo Russo e Mara Carfagna. Potrebbero essere loro, ma i voti in Campania, come è noto, li ha innanzitutto Cesaro. E non è automatico che continuino ad esserci tutti anche in sua assenza.
Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 25/7/2014