Lucio Cillis, la Repubblica 25/7/2014, 25 luglio 2014
VILLETTA E SCUOLA GRATIS COSÌ SI VIVE AD ABU DHABI CORTEGGIATI I PILOTI ITALIANI
ROMA.
Mare, sole e volendo anche il deserto. Senza contare ottimi stipendi, scuola pagata per i figli e un bel tetto sopra la testa. Se non fosse un posto lontano 6mila chilometri dall’Italia potrebbe attirare lavoratori da ogni angolo del nostro Paese. Peccato che l’offerta portata ieri su un piatto d’argento dal capo del recruitment di Etihad a Fiumicino fosse diretta soltanto ai piloti italiani.
Peccato davvero perché a dispetto dell’obbligo alla riservatezza delle informazioni e della documentazione consegnata nel corso di due sessioni di tre ore ciascuna, con 300 piloti (uno su cinque del totale Alitalia) che si sono alternati per prendere posto e ascoltare le proposte, l’immagine che emerge dal racconto dei comandanti presenti all’incontro scatenerebbe la fantasia di chiunque.
Etihad cerca disperatamente piloti. Si dice ne occorrano circa 1.300 fino al 2020, in pratica un numero quasi pari a quelli impegnati oggi in Alitalia: «Per molti di noi — spiega uno di loro presente ieri — ci sono aerei nuovi, soprattutto di lungo raggio e alcuni sono vere e proprie astronavi, penso all’Airbus A380, che rappresentano un punto di arrivo professionale. E poi l’offerta è di per se buona anche se ci sono delle pecche. Ma come ci ha spiegato il capo del recruitment di Etihad, il comandante Matta, da 10 anni nel Golfo, tutto si può migliorare ». In 50 avrebbero già lasciato il proprio biglietto da visita ai reclutatori arabi e altrettanti sarebbero pronti a farsi avanti nelle prossime settimane soprattutto in vista degli esuberi all’orizzonte in Alitalia. I più interessati sono piloti giovani, con un pacchetto di ore volate “leggero” sulle spalle. Ma ci sono anche quelli avanti con l’età, ricchi di esperienza e vicini alla pensione.
Eccola allora questa proposta, accompagnata da brochure e informazioni sul benessere che si respira ad Abu Dhabi, sugli usi, i costumi e la storia degli Emirati. Innanzi tutto l’offerta economica è paragonabile a quella di Alitalia anche se le ore volate salgono a causa del prevalere dei collegamenti di lungo raggio serviti dalla compagnia emiratina. Al primo ufficiale neoassunto andranno circa 5mila euro netti più un contributo pari a 40 dirham per ogni ora volata (8 euro) e un bonus di “benvenuto” in Etihad da 8mila euro. Somme che salgono a oltre 7mila euro netti al mese per un comandante che riceverà inoltre 50 dirham per ora lavorata (10 euro) più il bonus di ingresso superiore agli 8mila euro. Per tutti altro contributo “mensa” fino a 23 dirham l’ora (4 euro). A questo va aggiunto uno scatto salariale annuo automatico del 2% e 42 giorni di ferie garantite.
Niente male quindi se a tutto ciò si sommano diversi benefit. Come la casa: villetta con 3 stanze per il dipendente con prole, o appartamento con 2 vani se senza figli. Nel “pacchetto Abu Dhabi” è inclusa l’assistenza sanitaria e la scuola internazionale di livello medio-alto. Unico neo: la parte previdenziale che non arriva ai livelli di quella garantita in Italia. «Ma su questo stiamo già lavorando», hanno detto gli uomini di Etihad. Infine la durata: le assunzioni hanno un tempo minimo fissato in 3 anni. Superati i quali i piloti potranno decidere se restare ad Abu Dhabi. Oppure tornare al sole e al mare di casa nostra.
Lucio Cillis, la Repubblica 25/7/2014