Silvia Bignami, la Repubblica 25/7/2014, 25 luglio 2014
“IO, LA ZOIA, PARAGONATA PERFINO ALLA LEWINSKY. MA VOLEVANO COLPIRE BERSANI”
[Intervista a Zoia Veronesi] –
BOLOGNA.
«L’inchiesta sul mio conto partì “casualmente” alla vigilia delle elezioni regionali del 2010, e se ne tornò a parlare, sempre “casualmente”, prima delle politiche 2013. Provarono attraverso di me a gettare fango su Bersani. E in parte anche su Errani ». Parla Zoia Veronesi, ex segretaria di Pierluigi Bersani assolta mercoledì dall’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato per aver lavorato per l’ex segretario Pd a Roma mentre era ancora assunta dalla Regione. Ora la Veronesi — o “la Zoia” come tutti la chiamano nel partito — si prende la sua rivincita e un mese di vacanza, prima di tornare al fianco di Bersani, «il mio deputato preferito».
Quindi con l’inchiesta su di lei volevano danneggiare l’ex leader Pd?
«L’inchiesta ebbe inizio nel 2010, poco prima delle Regionali, e partì dall’esposto di un avversario politico, l’onorevole Enzo Raisi, che pensava forse di prendere di prendere due piccioni con una fava: Bersani, che era neosegretario Pd, ed Errani, che correva da Governatore».
I magistrati hanno aperto una inchiesta, e i pm l’hanno accusata di truffa. Parla di giustizia a orologeria?
«Assolutamente no. I magistrati fanno il loro mestiere, e io rispetto il loro lavoro. C’era un esposto, dovevano indagare, è giusto. Erano gli avversari politici di Bersani che forse volevano danneggiarlo, attaccando me».
Dopo l’assoluzione, ha detto di essersi sentita «umiliata per quattro anni».
«Questa inchiesta ha rovistato nei cassetti della mia vita privata, dai conti correnti, alle visite mediche, allo stile di vita. In tv sono stata accostata a Monica Lewinsky, spesso da giornaliste donne. Io mi considero moderatamente femminista, ma l’ho trovato francamente sgradevole. Se avessi avuto trent’anni e avessi dovuto trovare un lavoro, la mia vita sarebbe stata rovinata. Invito tutti a stare attenti a tirare fango addosso alle persone. Col cicaleccio, il pettegolezzo, la chiacchiera, si genera l’idea che tutti sono delinquenti, che tutti sono uguali. E non è vero».
Lei è stata assolta lo stesso giorno in cui Vasco Errani, dopo la condanna per falso ideologico, ha presentato ufficialmente le sue dimissioni. Come ha interpretato la coincidenza?
«È stata davvero una coincidenza incredibile. Conosco Errani, e come tutti quelli che lo hanno incontrato anche solo per cinque minuti so che non c’è persona più onesta di lui».
Renzi gli ha chiesto di non dimettersi, e ha promosso una svolta “garantista” nel Pd, dopo il ventennio berlusconiano. È d’accordo?
«Non è una svolta, anche il vecchio gruppo dirigente è sempre stato garantista. Detto questo, sono assolutamente d’accordo con Renzi, e ha fatto bene a ricordarlo: si è innocenti fino al terzo grado. Altrimenti, chiedo, perché ce ne sarebbero tre?».
Silvia Bignami, la Repubblica 25/7/2014