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 2014  luglio 25 Venerdì calendario

CI COSTA UN MILIARDO IL SOLE CHE NON C’È

Questo luglio che sembra novembre - tra piogge ben superiori alla media e temperature in picchiata - porta con sé un fardello pesante per l’economia. I primi a tentare una stima dei numeri (come tale va presa con le dovute cautele) è Coldiretti, secondo cui i danni ad agricoltura e turismo supererebbero il miliardo di euro. A rischio ci sarebbe «almeno mezzo milione di posti di lavoro». Ma ci sono aspetti che non diresti: a sentire Confesercenti, il freddo fuori stagione avrebbe condizionato anche l’avvio dei saldi estivi: solo il 29% di chi ha intenzione di fare acquisti li ha fatti nelle prime due settimane del mese. Per comprare il costume da bagno si attende il caldo. Basta chiedere agli albergatori. Marco Michielli, vice presidente di Confturismo-Confcommercio, è furente. Non tanto per il tempo brutto «che per noi fa parte del rischio d’impresa», ma con la rappresentazione che ne danno «i siti di meteo, con il loro facile allarmismo. È ora che dicano chiaramente che se una previsione a un giorno ha il 95% di attendibilità, quella a una settimana scende al 15%, a due settimane sotto il 5%: entriamo nel campo dello sciamanesimo». Nell’era del turista sempre con lo smartphone in mano, può rovinare una stagione. Il risultato è che, dopo un maggio andato male ma compensato (grazie agli stranieri) da un buon giugno, i primi 15 giorni di luglio «sono stati veramente pesanti, mentre ora stiamo riprendendo». Si parla di un calo medio del 20%. C’è chi calcola un conto da 600 milioni di euro. Non solo a causa del tempo: la crisi morde ancora. Ci si aggrappa agli stranieri: «Le strutture alberghiere non si possono più permettere flessioni del 20% come un tempo: se viene meno anche il mercato tedesco l’anno prossimo moltissimi alberghi dovranno portare i libri in tribunale», avverte Michielli. Nel frattempo anche Riccardo Borgo, presidente del Sindacato italiano balneari, guarda con preoccupazione alla stagione: «Registriamo un calo di presenze del 20-25% al Sud e del 40-45% al Nord, dove non abbiamo avuto un solo fine settimana di pieno sole». Vuol dire che nel solo Nord «mancheranno all’appello tra i 250 e i 300 milioni di giro d’affari: non ci resta che sperare in agosto». E poi c’è l’agricoltura. Al di là dei danni diretti da grandine e maltempo, Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti, sottolinea il peso, ancor più sensibile, dei danni indiretti per le colture legate al caldo, come angurie, meloni e pesche nettarine. «La stagione partita precocemente col bel tempo - dice - ha fatto coincidere il calendario di maturazione di questi prodotti tra regioni e Paesi, creando un eccesso di offerta». Poi di colpo è tornato il freddo «che ha abbassato la domanda». Morale: i prezzi alla produzione (non per il consumatore) sono crollati del 34%, con punte del 50%, come nel caso delle pesche nettarine. Dino Scanavino, presidente della Confederazione italiana agricoltori, conferma l’allarme e annuncia per il 30 luglio un presidio per sostenere il governo nella richiesta di attivare la procedura di emergenza a livello Ue per la frutta estiva. «Abbiamo numerose situazioni difficili - spiega -: le precipitazioni hanno fatto ritardare il raccolto del grano, al Sud i produttori vitivinicoli devono affrontare attacchi di peronospora. Sulle pesche lavoriamo al di sotto dei prezzi di produzione». Secondo la Cia «sono a rischio 10 milioni di giornate di lavoro». E Coldiretti dice che la crisi dei prezzi ha bruciato «circa mezzo miliardo di euro», mettendo a rischio suppergiù «250 mila posti di lavoro».
Francesco Spini, La Stampa 25/7/2014