Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/7/2014, 25 luglio 2014
PERISCOPIO
Chiesto l’arresto anche del deputato Cesaro, Pdl. Il Pd voterà sì, come sempre. È la riduzione del numero dei parlamentari senza ricorrere a fastidiose sedute notturne. Maurizio Crippa. Il Foglio.
Razzi (Pdl) sulla riforma del Senato: «Facciamone una casa chiusa». Per ridargli un senso. Spinoza. Il Fatto.
Abolito il Senato, saremo tutti ricchi e felici. Iena. la Stampa.
(mfimage) Massimo Giannini a Ballarò. L’unico cambiamento rispetto agli anni scorsi è che dovrà rimanere in piedi. MF.
Berlusconi era il nostro federatore. L’uomo che aveva riunito tutte le anime della destra. Ora è il nostro commissario liquidatore, dice un deputato che gli fu fedelissimo. L’Espresso.
Uno dei cavalli della regina d’Inghilterra positivo al test antidoping. Alla prossima sfilata, la carrozza di Elisabetta partirà per ultima. MF.
Caro Silvio B.,il suo amico Verdini deve rispondere della bancarotta del Credito cooperativo fiorentino e di altre imputazioni. I suoi processi non sono ancora entrati nel vivo. E quindi diventa interessante vedere se Verdini avrà maggiori possibilità di ottenere vantaggi dalla benevolenza del Principe rispetto a lei. Massimo Mucchetti, senatore Pd. l’Unità.
Verdini e Santanchè erano falchi un anno fa, sulle barricate per buttare giù il governo Letta, oggi sono super colombe, preparano studi elettorali per Renzi, si candidano a salvare l’Unità, il quotidiano di Antonio Gramsci, vorrebbero buttare fuori i dissidenti che con appoggiano con il dovuto entusiasmo il Sacro Patto del Nazareno. Soccorso azzurro. Marco Damilano. L’Espresso.
Con la guerra compare nei «Quaderni» del filosofo tedesco filonazista Martin Heidegger la categoria del Weltjudentum, l’ebraismo mondiale che, secondo lui, sta dietro i Paesi che combattono contro la Germania: «L’ebraismo mondiale, istigato dagli emigranti lasciati uscire dalla Germania, è dovunque imprendibile e non ha la necessità, nonostante tutto lo spiegamento di forze, di partecipare ad azioni militari. Invece a noi tedeschi non resta che sacrificare il miglior sangue dei migliori figli del nostro popolo». In questo brano, del 1941, si legge il convincimento del filosofo tedesco a una sorta di complotto mondiale contro la Germania dietro cui stanno gli ebrei. Ranieri Polese. Corsera.
Nell’incandescente estate del 1964 il Tempo pubblicò un inquietante editoriale con il quale attaccava l’altro «cavallo di razza» democristiano, Aldo Moro, che era presidente del consiglio tenuto sotto tiro dal capo dello Stato Antonio Segni e dal generale Giovanni De Lorenzo. In esso Moro veniva descritto come «un piccolo Visir cupo, funereo» che procede «con la tecnica scivolosa e molle di una piovra». Paolo Franchi, Corsera.
Machiavelli dice: «I capi troppo rispettivi periclitano». Stalin non era rispettivo ed è morto di morte naturale. Luigi Serravalli. Diario.
In quel momento esisteva davvero soltanto quel mattino d’ottobre del 1984: con la caligine sul basso Reno, e la nebbia che spargeva una danza di strisce su per i campi di barbabietole; sui salici i corvi gracchiavano come le raganelle di quaresima. Heinrich Boll, Biliardo alle nove e mezzo. Mondadori, 1959.
Livorno è una città relativamente recente: si è sviluppata negli ultimi tre secoli. Un porticciattolo ignorato da tutti, disprezzato dalla scellerata superbia di Pisa, venne popolato da numerose famiglie sefardite ispano-portoghesi giunte dai loro ingrati paesi occidentali, Sefard, passando magari dall’Olanda. L’intelligente benevolenza granducale aveva fatto del porticciolo un rifugio aperto a chiunque, e il porticciattolo si trasformò in un grande centro di affari. Carlo Coccioli, Tutta la verità. Rusconi, 1995.
Hanno proclamato Enrico Berlinguer santo della Chiesa comunista, ma non s’è mai ben capito quale miracolo abbia compiuto per meritarsi d’essere elevato alla gloria degli altari rossi. L’unico che gli è stato attribuito è l’eurocomunismo, da qualcuno chiamato neurocomunismo. Ne ha sempre parlato tanto, senza mai realizzarlo. In che cosa consistesse, non si sa e probabilmente non era chiaro neppure a lui. In Europa, grazie al cielo, i comunisti erano spariti da tempo. Quindi lanciare l’eurocomunismo in assenza degli eurocomunisti appariva una velleità fuori dal mondo, una visione onirica. Riconosco che Berlinguer aveva qualche tratto di simpatia. Era provvisto di eloquio nitido e innata cortesia. Il suo comportamento austero oggidì può essere solo rimpianto. Le folle impazzivano per lui, non tanto per la tensione morale che lo innervava, quanto per i modi aristocratici, a dimostrazione che i migliori comunisti sono i ricchi. Non a caso Giorgio Forattini sulla Repubblica lo effigiò in vestaglia e pantofole, seduto in poltrona a leggere l’Unità e a sorseggiare il tè vegliato da un ritratto di Karl Marx, mentre dalla finestra giungevano nel salotto gli echi lontani delle proteste di piazza. E sempre non a caso l’opulento editore della medesima Repubblica, Carlo De Benedetti, vota per il Partito democratico erede di quello comunista. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.
Basterebbe leggere i libri di Lori Gottlieb (in Italia li pubblica Vallardi), psicoterapeuta americana con il coraggio di scrivere che l’acqua calda scotta, ossia che la parità uomo-donna, distrugge il rapporto uomo-donna: «Quando si spegne la luce, siamo eccitate da quelle stesse cose contro le quali saremmo pronte a protestare nel resto della giornata. I valori che fondano le buone relazioni sociali non sono gli stessi che scatenano il desiderio erotico». Camillo Langone. Il Foglio.
Se i leoni marini si estinguono, sono contento. Con quel peso, tutti in così breve spazio, non vorrei che un giorno ribaltano il pianeta e si invertono i poli. Lì si che c’è da correre verso l’equatore. Altro che commercio equo e solidale. Maurizio Milano. Il Foglio.
Il pessimista pensa che tutte le donne siano puttane. L’ottimista lo spera. Gabriele Bojano. Corriere del Mezzogiorno.
Naufragio Calabria. La regione sarà trasportata da due rimorchiatori in un porto sicuro e successivamente smantellata. Lo Statale Jonico.
Aldo Biscardi è uno che fa errori di grammatica anche quando pensa. Beppe Grillo. da Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare. Baldini & Castoldi, 1992.
Le frasi storiche si pronunciano in punto di morte, facendosela sotto. Roberto Gervaso. il Messaggero
Paolo Siepi, ItaliaOggi 25/7/2014