Dino Disa, Il Tempo 25/7/2014, 25 luglio 2014
RITRATTO DI RONDI, IL RICHELIEU DEL CINEMA
Tra le belle sorprese di Venezia71 spicca l’omaggio a Gian Luigi Rondi, con il documentario di Giorgio Treves sulla vita del critico e storico del cinema, saggista e organizzatore culturale, ma anche dialoghista, sceneggiatore, regista di documentari e attore. «Rondi: vita, cinema e passione» (co-prodotto dal Luce con la Iter film di Laurentina Guidotti) è il risultato di oltre 10 giorni di confessioni, ricordi e rivelazioni del "Richelieu del cinema". Attraverso i suoi racconti e con il contributo di testimoni come Gilles Jacob, Carlo Lizzani, Ettore Scola, Francesco Rosi, Paolo e Vittorio Taviani, Pupi Avati, Gina Lollobrigida, Margarethe von Trotta, Adriano Ossicini e altri, e grazie a rari materiali d’archivio, si ripercorre la storia d’Italia del XX° secolo e quella del cinema italiano.
Nella sua casa dei Parioli, Rondi si sveglia presto e comincia la giornata facendo il giro del suo grande appartamento per caricare i meccanismi delle decine di orologi a pendolo della sua collezione. A 92 anni (è nato a Tirano nel 1921) il decano dei critici cinematografici italiani continua a visionare giornalmente film, a realizzare con la inseparabile macchina da scrivere (regalo di laurea dei genitori) libri e saggi e critiche per la pagina degli spettacoli de «Il Tempo» (dove iniziò a recensire di teatro, come vice di Silvio D’Amico, nel 1944 per poi essere promosso, alla fine del ’46, come titolare della rubrica di cinema).
Si reca ogni giorno alla sede dell’Accademia Italiana del Cinema per svolgere la sua attività di Presidente (è anche Presidente di varie Commissioni, come quella della SIAE); presiede lavori di giurie e cerimonie di premiazione e partecipa a trasmissioni in tv e radio. Figura stimata anche internazionalmente, Rondi è stato insignito delle più alte onorificenze (un suo armadio e un grande cassetto conservano le sue medaglie, i diplomi e le divise da cerimonia); ha sempre mantenuto un atteggiamento riservato e ironico, ricordando quando Fellini, con la complicità di Brunello Rondi, creò apposta su di lui, il personaggio dell’"uomo più decorato d’Italia" in «Ginger e Fred». I suoi ricordi accompagnano in prima persona gli eventi che hanno segnato il nostro Paese: dal primo dopoguerra al Ventennio Fascista, dalla Seconda Guerra Mondiale alla Ricostruzione, dal Boom economico alla contestazione degli anni ’70, fino ai giorni nostri.
Il regista Treves ripercorre nel film anche i primi impegni extra-giornalistici di Rondi: il coinvolgimento accanto al sottosegretario Giulio Andreotti nel rilancio del cinema italiano (con la rivitalizzazione di Cinecittà e la stesura di una legge sul cinema), scioperi, manifestazioni e mobilitazioni, come quella storica a Piazza del Popolo cui aderirono i più popolari artisti del tempo (De Sica, Magnani, Cervi, Blasetti, Camerini, Lattuada e molti altri); fino al rifugio della sua casa romana, con la testimonianza del figlio Joel. Il suo impegno viene esaltato dalla sua creatività: ha trasformato Premi e rassegne (Open Gate, David di Donatello, Festival di Taormina, Mostra di Venezia, Premio De Sica, Accademia del Cinema Italiano) e si è distinto persino da attore, come in «Festival» di Pupi Avati.