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 2014  luglio 23 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA CONCORDIA È PARTITA


REPUBBLICA.IT
ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto) - Il suono delle sirene, foulard usati come bandiere, gli spruzzi d’acqua del rimorchiatore "come fuochi d’artificio". Poi l’annuncio del capo della protezione civile Franco Gabrielli: "La nave è partita". E l’applauso. Così l’Isola del Giglio ha salutato la Costa Concordia. L’ultimo viaggio della nave, naufragata nelle acque dell’isola alle 21.45 di venerdì 13 gennaio 2012 è iniziato. Il relitto ha già lasciato il Giglio ed è in navigazione verso Genova dove sarà smantellata. "E’ difficile non commuoversi, e quindi passo ai dati - ha detto il responsabile di Costa Franco Porcellacchia - Tutto ha funzionato perfettamente". Se il relitto Concordia trainato dai rimorchiatori d’altura manterrà l’attuale velocità (2,5 nodi in condizioni meteo favorevoli) Genova potrebbe vederlo arrivare domenica a metà giornata. Il convoglio, che ha dovuto rallentare a 1,5 nodi appena uscito dallo specchio acqueo del Giglio in direzione nord perchè aveva il mare contro prua, alla prima virata ha ripreso la velocità contemplata nel piano di navigazione tanto che così facendo potrebbe giungere a destinazione verso le 12 di domenica.
Vd: Il viaggio ripreso dal drone
Tra la notte di sabato e domenica mattina arriverà a Genova con entrata in porto domenica mattina". "In questa opera grande merito ha avuto l’ingegneria italiana anche se Nick Sloane è stato il nostro goleador".Dopo la partenza è stato riaperto il traffico dei traghetti all’Isola del Giglio. Sul molo tanti turisti, curiosi e i naufraghi. "E’ la fine della storia di una nave, di un mostro di ferro, ma non la fine della mia storia con la Costa Concordia. Quella non si può dimenticare", commenta Pablo Lazaro Juan, sopravvissuto spagnolo del naufragio venuto apposta da Alicante. "Se io dimenticassi la storia di quella notte non sarei normale - ha continuato - non sarei una persona. Quella storia è per sempre nella mia mente ed ancora oggi nei miei sogni".
L’ultimo viaggio della Concordia, il fotoracconto in 100 foto
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"Si muove, si muove", le parole dei turisti che dall’alba hanno cercato il posto migliore per assistere alla partenza della nave. Applausi e grida della folla, l’urlo sirene delle navi e le lacrime del sindaco dell’isola, Sergio Ortelli, hanno salutato l’inizio della rotazione. Dopo i rinvii dovuti al maltempo, ieri era arrivato il via libera. E stamani poco dopo le 6 sono cominciate le operazioni di controllo. Alle 8.30 è arrivato sull’Isola l’ultimo traghetto prima dell’inizio delle manovre di rotazione del relitto. A bordo il nucleo speciale ricerche subacquee dei vigili del fuoco che, una volta che la nave sarà partita riprenderanno le ricerche del corpo della 32esima vittima della Concordia, Russel Rebello. Sull’Isola è arrivato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. "Siamo un Paese che sa imparare dai suoi errori, anche da quelli dei singoli - ha detto- Il Paese ha fatto sistema per rimediare all’errore di un singolo che tutta la comunità ha pagato. Questa partenza dice che c’è una possibilità per questo paese: stringersi e trovare insieme le soluzioni e dare una speranza, è un’occasione nuova e guardare al futuro con ottimismo":
Un corteo comunque funebre, quello della Concordia diretta verso lo smantellamento. Senza fiori, senza rumori. Solo acqua e mare. La nave al tramonto ha già percorso una quindicina di miglia e ha dritto negli occhi lo scoglio di Montecristo e alla destra l’isola d’Elba che lo protegge dai venti di maestrale. Il mare cala e sotto la prua della Concordia si alzano piccole onde di schiuma bianca che, a forza di sbattere, lavano via quel marciume marrone che la rendeva ancora più spettrale. Più triste e maledettamente morta. Accanto e sopra di lei un piccolo esercito di barche, barchini, chiatte, elicotteri ed aerei assicura che nessuno, ma proprio nessuno, possa interrompere quest’ultimo incontro tra la nave e il mare.
La zona rossa di 3 miglia è in realtà un cuscinetto, un tratto di blu a protezione di una storia e di una tragedia che devono concludersi come previsto senza che nulla possa costringere a riscrivere il finale. Il ritrovamento, durante la fase di smantellamento a Genova, dell’ultimo disperso del naufragio di Costa Concordia, il cameriere indiano Russell Rebello, porterebbe però al nuovo sequestro della nave che sarebbe, in questo caso, operato dalla procura di Grosseto in quanto il ’locum commissi delicti’ è l’isola del Giglio, di competenza quindi della procura toscana.
La procura di Genova, anche se il ritrovamento dovesse avvenire nel territorio di sua competenza, non potrebbe far altro che convalidare il sequestro d’urgenza operato dalla polizia giudiziaria, in questo caso la Capitaneria di porto ma ogni decisione in merito al sequestro spetterebbe comunque alla procura toscana.
La Concordia prima e dopo la rotazione
"Oggi mettiamo un punto ma il traguardo lo vedremo solo a Genova", ha affermato il numero uno della Protezione civile, Franco Gabrielli, arrivando al porto in mattinata. "Per il parbuckling avevo detto che avevamo vinto il gran premio della montagna più difficile - ha sottolineato - oggi siamo davanti alla scritta ’ultimo chilometro’ e dobbiamo ancora percorrerlo. Solo quando saremo a Genova canteremo vittoria". "E poi... non bisognerà spegnere i riflettori. Questo è un pezzo d’Italia, un pezzo di mondo. Credo comunque - ha concluso - che questa operazione sia anche uno spot per il Paese".
concordia
Tranquillo, per tutta la mattinata Nick Sloane, il regista delle operazioni di rigalleggiamento del relitto: "Sto bene, il tempo è buono e le previsioni sono positive, insomma tutto ok. Ma solo una volta che saremo a Genova potremo rilassarci", ha detto prima di salire sulla biscaglina che lo porterà alla control room per seguire le operazioni di spostamento della nave dall’Isola del Giglio. E quando gli è stato chiesto se gli mancherà l’isola, ha risposto: "Ma tornerò".
Ai giornalisti che gli domandavano quale fosse stato il momento più triste di tutta la vicenda, Gabrielli ha ricordato il caso di Russel Rebello, il giovane indiano i cui resti non stati ancora trovati. E la figura di Kevin, il fratello, sempre "cordiale e disponibile nonostante la tragedia". E i tanti subacquei che "hanno tentato, spesso oltre i limiti di sicurezza, di ritrovare quel corpo per dargli una degna sepoltura".
Russel Rebello, l’ultimo disperso
Fin dalle prima ore del mattino diversi gigliesi sono infatti scesi al porto per guardare le ultime fasi di quello che per loro è un incubo che dura da oltre 900 giorni. Un marinaio solitario su una piccola barca a vela è uscito dal porto dell’Isola del Giglio dirigendosi in direzione del relitto. Dalla barca sventola un pezzo di stoffa con su scritto in rosso: "Grazie di cuore a tutte le ditte". E’ un giorno di grande emozione" - dice Maria Sargentini, direttrice dell’Osservatorio ambientale per il monitoraggio della Costa Concordia. E’ stata lei chiamata dal parroco Don Lorenzo a suonare le campane della Chiesa di San Mamiliano per salutare i primi movimenti della nave".
Polemica Rossi-Gabrielli: "Se ne vada via tutti presto dalla Toscana"
Se la nave è partita, non si placano però le polemiche. Negli scorsi giorni lo scontro a distanza tra il presidente della Regione Enrico Rossi e il ministro Galletti. Oggi il governatore toscano non ha gradito una dichiarazione del capo della protezione civile Gabrielli che aveva detto: "Faremo i conti a Genova" con chi lo aveva criticato. "Se ne vada via tutti presto dalla Toscana", è stata la risposta di Rossi - queste polemiche mi hanno scocciato".

POLEMICA

L’Isola del Giglio senza la Concordia
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"Ovviamente ringrazio tutto coloro i quali hanno lavorato perchè si concretizzasse quanto accaduto oggi, e cioè che finalmente la nave si togliesse dal Giglio e - ha detto Rossi - dobbiamo dare atto a Costa di essersi comportata bene. Ma - ha proseguito il governatore - non sono mai stato convinto che possa essere Costa a decidere il porto di destinazione senza considerare il principio di cautela. Non mi interessa chi sarà la ditta che lavorerà allo smaltimento. Non è questo in discussione, ma discuto che sia il privato a decidere su una questione così delicata dal punto di vista ambientale. Ora - ha ripetuto - basta con le polemiche, occupiamoci seriamente dell’ambiente".

L’addio della Concordia per l’Isola è come l’aver tolto una "pallottola". "Al Giglio si è concentrato tutto questo show e questo turbinio - ha detto Rossi - mentre sarebbe meglio interrogarci come controllare meglio la navigazione nell’arcipelago toscano e nel santuario dei cetacei". La Toscana, ha aggiunto, "si è mossa lavorando insieme alle capitanerie di porto. Credo che sarebbe necessario sviluppare un progetto europeo per controllare via satellite gli sversamenti in mare". Altrimenti, ha concluso Rossi, "è inutile che si vada al Giglio e si facciano tanti proclami. Lo Stato faccia lo Stato, l’Europa faccia l’Europa, noi come Regione faremo la nostra parte per il ripristino e il rilancio turistico dell’isola e di tutto l’arcipelago toscano".
La Concordia lascia il Giglio, in viaggio verso Genova
Durante i lavori di rigalleggiamento della nave era lo scontro fra il ministro dell’Ambiente Galletti e il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi. "Mi permetto di consigliare al ministro Galletti un po’ di cautela nelle sue dichiarazioni. E se proprio deve farle, lasci stare le vittime della Concordia", aveva detto Rossi rispondendo al ministro che aveva evidenziato l’assenza del presidente, o di un responsabile della Regione al Giglio: "Qualcuno della Regione poteva essere con noi a ricordare le vittime. Noi c’eravamo. Non è una critica" ha detto il titolare dell’Ambiente ricordando che ieri al Giglio c’è stata "una fiaccolata ed una preghiera" per i caduti.

DAGOSPIA (ANSA)
Sono tornati a riva dopo una notte di lavoro sul relitto della Concordia, l’ultima all’Isola del Giglio, e sono stati accolti con lunghi applausi ed urla.
Un gruppo di operai della Pitan-Micoperi, il consorzio che si occupa della rimozione del relitto, è da poco sbarcato fra le decine di turisti che stanno seguendo le ultime fasi dell’operazione.
Il gruppo di operai è salito sul molo ricambiando gli applausi con urla e braccia alzate e poi brindando con due bottiglie di spumante. "Siamo contenti di aver fatto parte di questo grandioso progetto - hanno detto - ma quello che ci è piaciuto di più è stato il Giglio". E poi, ridendo, "e le italiane".

ANSA.IT (DA DAGOSPIA)
Il relitto della Costa Concordia ha lasciato il Giglio ed è in navigazione verso Genova. Le sirene dei rimorchiatori e delle barche presenti in mare e l’applauso della gente a terra hanno salutato la Concordia. Il viaggio della nave sarà lungo intorno a 180 miglia nautiche, circa 330 chilometri.
Felicità e commozione tra la gente: ’L’isola torna ad essere nostra’. E un superstite della tragedia: ’Se ne va la nave non la sua storia’. Infine il comandante De Falco: ’Era l’ora, Giglio torna paradiso’.
De Falco, era l’ora, Giglio torna paradiso
’’Era l’ora. Adesso il Giglio potrà riacquistare la sua dimensione di una delle isole più belle dell’arcipelago toscano’’. Commenta così al telefono con l’ANSA il comandante Gregorio De Falco dopo la partenza della Costa Concordia. De Falco non ha voluto però commentare le parole di Francesco Schettino che si è detto fiducioso sull’operazione: ’’Non mi pare un aspetto così interessante in questa vicenda’’.
Gabrielli, issata di nuovo bandiera italiana
Sulla Concordia "è stata issata la bandiera nazionale perché è sempre iscritta al nostro registro navale". Lo ha spiegato il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, aggiungendo che è stata tolta la bandiera blu, quella del ’pronti a partire’, issata ieri. Gabrielli sta parlando in conferenza stampa all’isola del Giglio.
Porcellacchia, parole Schettino? Spero sia fiducia
"La prendiamo come un attestato di fiducia": così Franco Porcellacchia, responsabile del progetto di rimozione del relitto per Costa, ha commentato le parole dell’ex comandante Francesco Schettino, che si è detto fiducioso nell’esito dell’operazione. Porcellacchia ha risposto così in conferenza stampa all’Isola del Giglio.
Applausi e commozione su molo,’ora isola è nostra’
Decine di persone, sedute o in piedi sul molo rosso dell’isola del Giglio, hanno accolto con applausi i lavoratori che erano a bordo dei rimorchiatori, di ritorno dalla Costa Concordia, durante le operazioni di rotazione e spostamento della nave. Qualcuno, in mancanza di bandiere, ha sventolato foulard. Ma ci sono stati anche attimi di commozione e lacrime, soprattutto al suono delle sirene e alla vista di spruzzi d’acqua dal relitto.
’’Sembravano fuochi di artificio’’ ha commentato un anziano. In tanti hanno espresso complimenti per la riuscita dell’operazione: ’’ce l’hanno fatta, è quasi incredibile!’’ ha ripetuto una signora ’armata’ di foulard-bandiera. Soddisfatto anche un altro gigliese, che ha chiosato: ’’Oggi finalmente l’isola è di nuovo nostra’’.
Rossi,via dopo 900 giorni,è stata tragedia enorme
"Dopo 900 giorni la Concordia se ne va, lascia il Giglio. Non si deve dimenticare che è stata una tragedia enorme che ha provocato 32 vittime e ferito i fragili equilibri di quest’isola": così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sul suo profilo Facebook. "L’operazione di recupero e rigalleggiamento è stata una straordinaria prova tecnica, di ingegno e di lavoro. Ai tecnici e a tutti i lavoratori, al sub che ha perso la vita durante le operazioni di recupero - scrive il governatore - va il mio ringraziamento e la mia ammirazione".
"Ai naviganti auguro mare calmo e vento debole. Continuerò, insieme al governo, a lavorare su Piombino per destinare al porto le risorse necessarie per smantellare le navi militari", scrive poi Rossi, annunciando che venerdì sarà al Giglio "per incontrare sindaco e cittadini e contribuire alla fase del ripristino ambientale e al rilancio turistico dell’isola".
Sopravvissuto, se ne va la nave non quella storia
"E’ la fine della storia di una nave, di un mostro di ferro, ma non la fine della mia storia con la Costa Concordia. Quella non si può dimenticare". Così Pablo Lazaro Juan, sopravvissuto spagnolo del naufragio della Costa Concordia, ha commentato la partenza del relitto dall’isola del Giglio.
Venuto apposta da Alicante, ha guardato le operazioni di rotazione e poi spostamento della nave, dal molo rosso. "Se io dimenticassi la storia di quella notte non sarei normale - ha continuato - non sarei una persona. Quella storia è per sempre nella mia mente ed ancora oggi nei miei sogni". L’uomo ha aggiunto di essersi emozionato al suono delle sirene che hanno accompagnato le operazioni attorno alla nave.
Ultimo ok, applauso Centro coordinamento
Un lungo applauso nel Centro di coordinamento delle operazioni di rimozione della Concordia, sul Giglio, è scoppiato quando è stata data la comunicazione dell’arrivo dell’ultimo via libera per la partenza del relitto. Nel centro operativo anche il capo della Protezione Civile Gabrielli e il sottosegretario Delrio
L’ultimo via libera che mancava era la certificazione dell’organismo indipendente Rina. Nel centro operativo ci sono anche il sindaco del Giglio Sergio Ortelli, il prefetto ed il questore. Da pochi minuti è arrivato anche il procuratore di Grosseto Francesco Verusio. Al termine della riunione dovrebbe tenersi una conferenza stampa per illustrare gli ultimi dettagli dell’operazione.
’Ho tagliato l’ultimo cavo nave, che onore’
"Un’emozione enorme e un onore. Sì, sono stato io": l’uomo che ha tagliato l’ultimo cavo che teneva ancorata la Costa Concordia all’isola del Giglio, una specie di cordone ombelicale della nave, si chiama Wietsman Roets e viene dal Sudafrica, come Nick Sloane. Era a bordo del rimorchiatore Sarom VIII.
Per isola relitto già all’orizzonte
Per la prima volta da due anni e mezzo, per vedere il relitto della Costa Concordia, dall’Isola del Giglio bisogna guardare all’orizzonte. La Concordia ormai è a quasi un miglio dalla costa. Dal molo, la nave si vede ormai in lontananza e questo ha ’scoraggiato’ le decine di turisti e gigliesi che da stamani hanno affollato il porto per seguire le operazioni.
Prete, da domani un Giglio inedito
"Quella di oggi è la liberazione da un ingombro": così il sacerdote dell’Isola del Giglio, don Lorenzo Pasquotti, ha commentato con i giornalisti le operazioni di rimozione della Concordia. Il sacerdote stamani è uscito in mare per dare l’ultima benedizione al relitto. Al ritorno a terra ha suonato le campane. "Sono arrivato al Giglio tre mesi prima del naufragio - ha raccontato - per me vedere l’isola senza il relitto è quasi un inedito. Imparerò a scoprirlo". "Gli affetti e le relazioni con chi ha lavorato a questa operazione, con i superstiti e con i familiari delle vittime rimarranno - ha aggiunto - ma prima questo relitto se ne va e meglio è". Il sacerdote ha poi spiegato che quella di stamani è stata "l’ultima benedizione ai lavori, alla nave, ma soprattutto in memoria delle 32 vittime del naufragio e del sub morto sul lavoro".
Giglio la saluta con campane, benedizione e sirene
Nel momento in cui la Costa Concordia inizierà il suo viaggio verso Genova, terminate le operazioni di rotazione del relitto, dall’Isola del Giglio verrà salutata con il suono delle sirene del porto e quello delle campane delle chiese delle tre località dell’isola, Giglio Porto, Giglio Campese e Giglio Castello.
Inoltre alle 10 il parroco di Giglio Porto, don Lorenzo Pascuotti, ha un appuntamento al molo per avvicinarsi al relitto a bordo di un’imbarcazione e benedire la nave e le operazioni per la sua rimozione. Intanto dal Giglio il ’molo verde’, quello più vicino al relitto, si è trasformato in un palcoscenico: centinaia di turisti e gigliesi stanno seguendo le manovre.
Tecnici, brindisi su molo per operai dopo relitto
Sono tornati a riva dopo una notte di lavoro sul relitto della Concordia, l’ultima all’Isola del Giglio, e sono stati accolti con lunghi applausi ed urla. Un gruppo di operai della Pitan-Micoperi, il consorzio che si occupa della rimozione del relitto, è da poco sbarcato fra le decine di turisti che stanno seguendo le ultime fasi dell’operazione. Il gruppo di operai è salito sul molo ricambiando gli applausi con urla e braccia alzate e poi brindando con due bottiglie di spumante. "Siamo contenti di aver fatto parte di questo grandioso progetto - hanno detto - ma quello che ci è piaciuto di più è stato il Giglio". E poi, ridendo, "e le italiane".
Barchetta solitaria verso nave, ’Grazie a tutti’
Un marinaio solitario su una piccola barca a vela è uscito dal porto dell’Isola del Giglio dirigendosi in direzione del relitto della Concordia. Dalla barca sventola un pezzo di stoffa con su scritto in rosso: "Grazie di cuore a tutte le ditte".
L’uomo, che ha violato lo spazio interdetto intorno al relitto, è stato poi intercettato dalla Guardia Costiera e riaccompagnato al porto del Giglio. La piccola performance è stata seguita con curiosità dalle decine di persone assiepate sul molo.
Il navigatore solitario è Argentino Pini, uno storico skipper del Giglio. "Non ho ammazzato mica nessuno - ha esordito scendendo dalla barca - ho voluto ringraziare chi sta facendo questa operazione e ho voluto dare un saluto all’ultimo disperso delle 32 vittime. Ora che so che la Concordia se ne va mi sento più tranquillo". Pini ha poi spiegato di non aver programmato la sua ’escursione’: "E’ stata un’improvvisata".

L’AMORE TRA VIRGINIA E SIMON
www.dailymail.co.uk
Dalla tragedia alla love story. Negli ultimi due anni molti degli uomini impegnati nelle operazioni della Costa Concordia hanno stretto relazioni con le donne locali e l’Isola del Giglio è diventata di nuovo luogo di sentimenti positivi.
Ad esempio Virginia D’Elia, 22 anni, e Simon Jackson, 36enne del Kent, si sono innamorati e ora aspettano un figlio. Ad agosto nascerà Filippo, nome del padre di Virginia, che morì proprio nei giorni del naufragio.
I parenti di lei e gli abitanti dell’isola dicono che è bellissimo che qualcosa di bello emerga dalla catastrofe. Altre ragazze si stanno preparando a dire addio ai loro amanti, che se ne andranno insieme alla nave. I residenti più anziani raccontano che, negli ultimi due anni, al Giglio si respirava l’aria del periodo della guerra, con l’arrivo di duemila operai e altrettanto testosterone. La popolazione sull’isola non raggiunge i mille abitanti.
Il capo di Simon è il sudafricano Nick Sloane, quasi eroe in Italia, il “slavage master” che dirige le operazioni di recupero della Costa Concordia, in zona noto anche per l’abitudine di farsi la doccia nudo in giardino. Simon fa il saldatore e ha incontrato Virginia in un bar. Lui parlava poco italiano, lei poco inglese. Nel tempo hanno trovato modo di comunicare. La notte del “parbuckling”, a settembre, la coppia è stata vista stringersi forte perché lui doveva affrontare una missione piuttosto pericolosa. Una volta compiuta con successo, la coppia si è trasferita nel Kent, dove Virginia è rimasta incinta.
Un collega di Simon racconta che quasi tutti hanno avuto una storia d’amore sull’isola, più o meno seria, più o meno duratura. Donatella Botti, amica di Virginia che gestisce un bar conferma: «In tutto il Giglio le ragazze sono tristi perché questi uomini se ne stanno andando. Qui ci conosciamo tutti. Sono diventati parte della famiglia. Non vogliamo che ci lascino. La notte del naufragio è stata una tragedia che ci ha cambiato per sempre la vita».

QUELLO CHE È SUCCESSO A MEZZOGIORNO
Sono iniziate le operazioni per la rotazione del relitto della Concordia, in vista della partenza per Genova prevista per le ore 12. Il relitto verrà ruotato prima di 90 gradi, in modo da ’guardare l’Argentario’, e poi di altri 90 gradi. Le sirene dei rimorchiatori e delle barche presenti in mare e l’applauso della gente a terra: così il Giglio sta salutando la Concordia.
Giglio la saluta con campane, benedizione e sirene
Nel momento in cui la Costa Concordia inizierà il suo viaggio verso Genova, terminate le operazioni di rotazione del relitto, dall’Isola del Giglio verrà salutata con il suono delle sirene del porto e quello delle campane delle chiese delle tre località dell’isola, Giglio Porto, Giglio Campese e Giglio Castello.
Inoltre alle 10 il parroco di Giglio Porto, don Lorenzo Pascuotti, ha un appuntamento al molo per avvicinarsi al relitto a bordo di un’imbarcazione e benedire la nave e le operazioni per la sua rimozione. Intanto dal Giglio il ’molo verde’, quello più vicino al relitto, si è trasformato in un palcoscenico: centinaia di turisti e gigliesi stanno seguendo le manovre.
Barchetta solitaria verso nave, ’Grazie a tutti’
Un marinaio solitario su una piccola barca a vela è uscito dal porto dell’Isola del Giglio dirigendosi in direzione del relitto della Concordia. Dalla barca sventola un pezzo di stoffa con su scritto in rosso: "Grazie di cuore a tutte le ditte". In questo momento sono in corso le operazioni di rotazione del relitto. Attorno alla Concordia la navigazione è interdetta ai natanti che non facciano parte delle operazioni di rimozione.
Gabrielli, canteremo vittoria solo a Genova
"Oggi mettiamo un punto ma il traguardo lo vedremo solo a Genova". Così Franco Gabrielli ha commentato l’inizio delle operazioni per la partenza della Concordia dal Giglio. "Per il parbuckling avevo detto che avevamo vinto il gran premio della montagna più difficile - ha sottolineato -, oggi siamo davanti alla scritta ’ultimo chilometro’ e dobbiamo ancora percorrerlo. Solo quando saremo a Genova canteremo vittoria". "Credo comunque - ha concluso - che questa operazione sia anche uno spot per il Paese".
Sloane, tutto ok ma ci rilassiamo solo a Genova
"Sta andando tutto secondo i piani, è un grande giorno per il Giglio ma solo una volta che saremo a Genova potremmo rilassarci". Così un commosso Sloane ha salutato i cronisti che lo attendevano sul molo dell’Isola del Giglio prima di salire a bordo della Concordia e guidare le operazioni per la partenza per Genova.
Girotto, sempre stati convinti di farcela
Fiducioso e orgoglioso del "grande risultato" ottenuto finora: così Sergio Girotto, project manager del consorzio Titan-Micoperi, arrivato al molo dell’Isola del Giglio per l’avvio delle operazioni di spostamento del relitto della Costa Concordia verso Genova. "Non abbiamo mai temuto che l’operazione non potesse finire con successo - ha detto - ma ci sono stati tanti, tanti momenti difficili, in cui le soluzioni non si trovavano. Però siamo sempre stati convinti di farcela".
Girotto ha poi spiegato che il momento più complicato è stato quello della rotazione della nave, per rimetterla in asse: "dopo il parbuckling abbiamo preso in mano tecnicamente la situazione, e come si vede ora abbiamo il controllo completo e in un certo senso questa è ridiventata una nave". Girotto ha concluso che, pur "non entrando nella storia - ha scherzato rispondendo ad una domanda di un giornalista - è stata una bella realizzazione, tecnicamente un grande risultato, soprattutto perché quello che è stato pensato all’inizio con intuito ed esperienza si è realizzato quasi completamente alla fine".

MARCO IMARISIO SUL CDS DI STAMATTINA
L’addio al Giglio
Il relitto della Concordia partirà questa mattina dall’isola del Giglio per raggiungere il porto di Genova. Sulla nave ieri è stata issata la «Blue Peter» (foto in basso ) la bandiera blu che in gergo marinaro significa: nave pronta a partire. L’arrivo a Genova è previsto per la giornata di domenica

Lo smantellamento
La Concordia verrà condotta nel porto di Genova Voltri e qui sarà prima alleggerita e poi smantellata. Per portare a termine queste operazioni serviranno 20-22 mesi
DAL NOSTRO INVIATO ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto) — La linea che separa il rimpianto dal sollievo è fatta di uova e bacon. Prima del naufragio la colazione continentale era consuetudine ignota all’isola, fedele al consueto cappuccino con brioche. I bar del lungoporto l’hanno introdotta per fare fronte ai desideri delle centinaia di operai stranieri reduci dal turno di notte e affamati di conseguenza. «È finita» dice Fausto Pellegrini, titolare dell’omonimo locale. «Adesso dobbiamo solo capire quanto ci dispiace». L’ultima frase è accompagnata dallo sfregamento di due dita, gesto che indica il denaro.
Le conferenze stampa servono solo a profani e foresti. Nel crepuscolo la bandiera in cima alla Costa Concordia diventa scura come il cielo che le fa da sfondo. In realtà è blu, con sopra una gigantesca «P». Quando l’hanno vista, i gigliesi hanno capito che stavolta si parte davvero. Quel vessillo si chiama «blue Peter» e nel gergo marinaro significa che la nave è pronta per navigare. L’ultima notte sull’isola del relitto più famoso del mondo, illuminato a giorno per la prima volta da quella sera del gennaio 2012, sembra una gigantesca veglia funebre. Anche le tre corone di fiori gettate dai parenti delle vittime davanti alle Scole, lo scoglio del naufragio, sembrano il capitolo più dolente di un’unica cerimonia.
«La colpa non è della nave. Lei non c’entra nulla». Elio Vincenzi, marito di Maria Grazia Trecarichi, l’ultima vittima a essere ritrovata nel relitto, chiama le cose con il loro nome. A forza di ossessionarci con quella nave dalle dimensioni così grandi c’è il rischio di dimenticare altre piccolezze, come la partecipazione da ospite d’onore di Francesco Schettino a una festa ischitana in abito bianco, che almeno qualche problema di opportunità, se non morale, lo porrebbe. Sull’isola non c’è gioia, in questo lungo addio. Il tempo e l’abitudine lo hanno trasformato in una presa d’atto, una cosa che doveva succedere. E sul sentimento da indossare per l’occasione non tutti sono d’accordo, anzi.
«È la nostra storia, ormai. Inutile cancellarne i segni». Gabriello Galli è il consigliere comunale che chiede il mantenimento delle piattaforme subacquee. La verità è che in questi anni il Giglio è sempre stato visto e letto come un’entità unica. Ce ne sono almeno tre invece, quante le frazioni che compongono il Comune. Nel 2012 il calo delle presenze fu del 25 per cento. Nel 2013 l’emorragia non si arrestò, un altro 13% in meno. Sergio Ortelli sa bene che quella nave è stata anche un alibi. Dietro alla Costa Concordia che si allontana si intravede la crisi. «Ma c’è un tempo per ogni cosa» dice.
Eppure a Giglio porto il lavoro non è mai andato meglio. La Camera di Commercio segnala un volume di affari quasi raddoppiato rispetto al biennio precedente per le imprese commerciali di questa frazione. Non solo uova e bacon.
«Concordia?». Alla biglietteria di Porto San Stefano avevano imparato a riconoscerlo subito, il turista da disastro. Prendeva il biglietto del traghetto per il Giglio e il ritorno con la corsa seguente. La sosta sull’isola bastava per scattare «la foto», consumare qualcosa nei locali più vicini, tornare sulla terraferma. Il fenomeno c’è stato, eccome. Nei due anni della Concordia i passaggi giornalieri senza pernottamento sono cresciuti del 103 per cento. Aumentavano i passeggeri, diminuivano i turisti. La nuova attrazione del Giglio portava benefici solo a una parte dell’isola. Nel maggio 2012, mese di apertura della stagione estiva dopo il naufragio, le frazioni di Campese e Castello hanno avuto le presenze dimezzate, meno 45%. Non sono più risalite. La presenza della nave era manna per quelle «attività frontiste», una maledizione per commercianti e albergatori di Campese e Castello, il 70% della capacità ricettiva dell’isola.
«Non ci si deve abituare a una presenza innaturale. Dobbiamo fare uno sforzo». Nel settembre 2013, ai tempi del raddrizzamento della nave, Argentino Pini invitò con un urlaccio i giornalisti a dare fiducia alla gente che stava lavorando sulla Concordia, e in qualche modo rappresentava la differenza di sguardo tra chi viene da fuori e gli abitanti. Adesso è qui, con il vocione, la barba bianca e l’aspetto da lupo di mare, a guardarla per l’ultima volta. Senza emozione, senza rabbia. «Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento. Dobbiamo ricordarci di quel che eravamo prima, di quel che siamo ancora oggi. Che se ne vada, per sempre».
Marco Imarisio


JENNER MELETTI SU REPUBBLICA DI STAMATTINA
ISOLA DEL DIGLIO .
Fa stare male, quella piccola bandiera blu che a mezzogiorno appare sul pennone della Concordia. Sopra c’è una «P», che nel codice internazionale della navigazione vuol dire: «Pronti alla partenza», tutti a bordo entro 24 ore. Oggi la nave parte davvero, ma a bordo ci saranno solo una decina di tecnici che a turno saranno nella control room, la sala comando. Quando arrivò, nella fredda sera del 13 gennaio 2012, nei saloni delle feste, nei ristoranti e nelle cabine c’erano 4.229 persone. Trentadue di loro non ci sono più, i loro nomi sono incisi in un bronzo sotto una statua della Madonna. Ma adesso che si è alzata, per un attimo, la Concordia sembra viva. Al tramonto si accendono centinaia di luci e in quest’ultima notte prima dell’addio si vedono solo quelle, e non i cassoni che le hanno messo addosso, come salvagente che debbono proteggere un gigante dall’annegamento.
Nell’ultimo viaggio non sarà solo, questo gigante ucciso da chi lo ha portato su uno scoglio. Attorno a lui ci saranno quattordici fra navi di appoggio, rimorchiatori, barconi per il controllo dell’inquinamento. Due elicotteri pronti a intervenire. Dovrà muoversi piano, la nave che non può più navigare. Sarà trainata come un relitto, i suoi motori un tempo potenti saranno sostituiti dai cavi di due rimorchiatori, il Blizzard e il Resolver Earl, con capacità di tiro di 135 tonnellate. A poppa, altri due rimorchiatori saranno pronti a dare aiuto. Ad aprire il convoglio ci sarà una nave, la Kidan, soprannominata «la lepre». Non sarà la guida del convoglio, ma – a bordo ci sono esperti di fauna marina – avvertirà della presenza di balene e delfini. La nave appoggio Cdtforcault – color grigio scuro, perché è un’ex nave militare belga – sarà attrezzata con le «brande calde»: letti che non riescono a diventare freddi, perché a turno vi dormono gli uomini
della control room.
Sarà ripreso dalle telecamere di mezzo mondo questo corteo lento come un funerale, due miglia all’ora. «Partiremo verso mezzogiorno», annuncia il capo convoglio, Nick Sloane. «Rotta verso est e poi appena al largo dell’isola rotta a nord, verso Genova. Dovremmo arrivare domenica mattina. Siamo tranquilli, perché abbiamo studiato bene ogni pericolo». Franco Porcellacchia, responsabile per Costa del progetto di rimozione del relitto, assicura che tutto andrà bene. «Ora che l’abbiamo messa in galleggiamento, sappiamo che non ci sono pericoli di rottura della nave. Per quanto riguarda l’inquinamento, non pensiamo ad episodi pesanti. Siamo comunque in grado di intervenire subito. Tutto questo ci dà sufficienti garanzie: non ci sono eccessivi pericoli». Fanno impressione, i numeri del relitto. «Lunghezza massima fuori tutto metri 289,6 metri. Larghezza massima compresi i cassoni: circa 62,5 metri. Immersione massima (incluse le catene sotto la chiglia) 18,5 metri». È arrivato sull’isola anche il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. «È stato premiato un lavoro di squadra. Tutte le istituzioni dello Stato hanno collaborato fra loro e c’è stato anche l’impegno delle imprese private. I risultati fino ad oggi sono
molto buoni. Ma qui il lavoro finirà soltanto quando avremo ripulito il fondale ». Annuncia di avere parlato, anche domenica, con il ministro francese Segolene Royal e di «avere dato rassicurazioni precise». Ma il ministro di Parigi non sembra convinto. Annuncia infatti che, al passaggio del convoglio, lei sarà al largo della Corsica,
su una nave militare, per «mettere ancor più sotto pressione le autorità italiane». «Noi comunque – dice Gian Luca Galletti – con un battello analizzeremo le acque prima del nostro passaggio. Non vorremmo che ci attribuissero responsabilità che sono di altri ».
Passerà a sud dell’isola di Montecristo,
il convoglio. Ancora a sud dell’isola Scoglio d’Africa. A ovest dell’arcipelago toscano e poi parallelamente alle coste orientali della Corsica, fuori dalle acque territoriali. Ci sono state due grandi imprese dell’ingegneria e della marineria italiana, con il raddrizzamento e il galleggiamento della Concordia. Ma tutti resteranno
con il fiato sospeso fino a Genova. Poi potrà finire anche il lavoro al Giglio, in questo mare dove non ci sono solo detriti e piattaforme. Si cercheranno i resti di Russel Rebello, cameriere indiano. Un ragazzo che, vedendo la bandiera blu con la «P», sarebbe salito subito a bordo.

SCHETTINO FA FESTA
SOTTO
processo a Grosseto per il naufragio del 13 gennaio 2012 che provocò 32 vittime, l’ex comandante della Concordia Francesco Schettino non ha voluto far mancare il proprio ottimismo alla vigilia della partenza del relitto dal Giglio: «Ho fiducia, sicuramente andrà tutto bene», ha detto agli amici che sabato sera erano con lui a una festa a Ischia. Mentre al Giglio erano in pieno svolgimento le operazioni per far ripartire la nave, lui si rilassava in vacanza. Abbronzato, sorridente, vestito di bianco: così l’uomo è ritratto nelle foto pubblicate dal quotidiano Il Golfo e catturate durante un white party in una villa privata. Alla festa, organizzata dall’editore Piero Graus, Schettino sarebbe stato invitato perché prossimo alla pubblicazione di un libro in cui racconta la propria verità sulla notte della tragedia. «Ogni anno organizzo questi incontri con i miei autori» ha spiegato Graus. «Schettino è una persona profondamente colpita da quel che è accaduto, una persona che si porta dentro un dolore fortissimo».

MICHELE BRAMBILLA SULLA STAMPA


L’irresistibile tentazione
di un «cheese» col comandante

Michele Brambilla

Credo che ciascuno di noi abbia almeno un parente o un amico che tiene in casa, appesa a qualche parete o appoggiata su qualche mensola, una foto che lo ritrae accanto a un Papa. Sono scatti di udienze collettive spesso spacciate come incontri privati, li si espongono per devozione ma anche per segnare una piccola differenza di status: hai visto a chi ho stretto la mano io? Ma ora che il Santo Padre è diventato molto più accessibile la foto in Vaticano ha perso valore (semmai durante una conversazione si butta lì: sapessi chi mi ha telefonato l’altra sera) e a quanto pare diventa molto più trendy mostrarsi immortalati accanto a un altro Francesco: Schettino.

Proprio nei giorni in cui la Concordia riemerge in mare, il Comandante è infatti riemerso in società, in una magnifica villa di Ischia dove l’editore Piero Graus ha organizzato un esclusivo White party. Tra gli ospiti, tutti vestiti di bianco da capo ai piedi, c’era appunto anche lui, Schettino, che peraltro si sarà sentito in divisa d’ordinanza. Non sappiamo se la festa sia stata martellata dall’«A far l’amore comincia tu» della Carrà e allietata da un trenino finale: di sicuro Schettino, a giudicare dalle foto che da ieri circolano in rete grazie al quotidiano «Il Golfo», appare abbronzatissimo e in gran forma come un Jep Gambardella.
Affari suoi. E poi anche lui ha diritto a difendersi (pare che stia scrivendo un libro con la sua versione dei fatti) e a rivivere. Quello che stupisce un po’ è la corsa, scattata fra i partecipanti al White party, al «cheese» con l’imputato. Schettino non è solo accusato di aver provocato trentadue morti in un disastro che ha fatto il giro del mondo: è anche il Comandante (con moldava in cabina) che abbandona la nave che affonda, è quello che non torna a bordo c... Insomma è il simbolo di tante cose per cui noi italiani non godiamo di grande fama. Lo è anche ingiustamente, perché per Schettino non è scattato neppure il garantismo di maniera. Ma lo è.
Eppure nell’epoca della visibilità anche un selfie con Schettino è un’immagine da incorniciare o meglio da postare. Apparire, non importa come; conoscere, non importa chi. Una sera, davanti a un tg con gli amici, si potrà commentare una notizia sulla Concordia ostentando un rapporto confidenziale: non credete a queste balle, Francesco mi ha spiegato com’è andata veramente. E per chi non ci crederà, ci sarà sulla mensola la foto che ha sostituito quella con il Papa: in fondo anche il Comandante Schettino è vestito di bianco.

LA PIERACCI STAMANI SULLA STAMPA



Si dice che qualcuno abbia chiesto duemila euro la settimana per un appartamento con vista sul mare di Prà. «Magari per le troupe televisive che arriveranno da tutto il mondo» dice l’edicolante di zona. All’hotel Méditerranée di Pegli, il più grande albergo della zona, hanno il fine settimana tutto esaurito e richieste per la settimana successiva. «Certo nessuno ci dice che viene qui per la Concordia. Vedremo che cosa accadrà la prossima settimana, con la certezza della nave presente». Genova si prepara all’arrivo della Concordia per uno smantellamento senza precedenti. Nessun frammento della nave dolorosamente più famosa del mondo potrà essere identificabile. Nell’accordo da 80 milioni di Costa con l’associazione temporanea di impresa che diventerà proprietaria del relitto è vietato qualsiasi merchandising della tragedia.

Il porto

«Siamo pronti» dice il presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo. Le 13 bitte doppie sistemate lungo la diga sono in grado di sostenere una trazione di 94 tonnellate l’una, come ha dimostrato il collaudo effettuato da due rimorchiatori agganciati con un’angolazione di 45 gradi. Se ci sarà vento di scirocco o di libeccio. I distanziatori sono capaci di contenere l’energia cinetica prodotta dalla nave in caso di tramontana che la spinga verso la diga. Nick Sloane ha chiesto che i distanziatori consueti da 12 metri fossero tagliati in due: ancorati al fondo, in caso di mare scarrocciano meno se sono più corti. Sono strutture metalliche ulteriormente circondate da parabordi Yokohama, ovvero cilindri di tre metri coperti da catene e pneumatici. La Capitaneria di Porto ha creato una zona rossa per l’arrivo e le operazioni d’attracco del relitto, domenica: dalle 4 del mattino sono vietate navigazione, sosta e ancoraggio, il transito delle petroliere dirette al Porto Petroli, le partenze e gli arrivi al Vte, la balneazione e l’attività subacquea.
La vista

Finita l’emergenza, il relitto resterà visibile per almeno 4 mesi: lo scorgeranno tutti i giorni i passeggeri della Navebus che collega Porto Antico e Molo Archetti a Pegli, la vedranno i passeggeri del Genova-Ventimiglia, all’andata e al ritorno. Ma per assistere all’arrivo ci sono zone particolarmente panoramiche. Ci ha pensato, ad indicarle, la Fondazione Primavera, di cui è ideatore e presidente Guido Barbazza, ingegnere ed ex capitano di macchina. «Domani distribuiremo una piantina con le indicazioni e le informazioni utili per chi arriva a Prà, ex cittadina diventata parte di Genova a caro prezzo, con le spiagge distrutte dal porto» spiega. Tra le indicazioni, i suggerimenti delle altre mete da visitare, la pieve del 900, la chiesa dell’undicesimo secolo, il Museo del Basilico. E ancora, la piscina all’aperto per serate di relax dopo la giornata sotto il sole. «Le zone con vista sulla Concordia sono una rotonda in via Martiri del Turchino, la strada che porta al quartiere popolare del Cep, una rotonda nel quartiere delle cosiddette Lavatrici». E ancora le spiagge tra Voltri e Crevari, la passeggiata di Pegli. Il Comune sta organizzando un servizio speciale di sorveglianza con la polizia municipale e i gruppi di protezione civile.
Gli alberghi

I più vicini sono a Pegli, il Méditerranée, l’Albergo Puppo e il Miramare, a picco sull’acqua. «Siamo pieni, però è anche la stagione. Vedremo nelle prossime settimane se ci saranno arrivi per il relitto». «Siamo pronti ad accogliere i turisti in più - dice Biagio Peres, coordinatore ristoratori Fiepet Confesercenti Genova -. Siamo una città da scoprire, e la Concordia può essere il pretesto». «La premessa è che dobbiamo avere grande rispetto per questa tragedia - sottolinea Marco Senatore, presidente Asshotel -. Non possiamo negare che le prenotazioni ci sono, ma è stato tutto questo parlare di Genova che ha mosso l’interesse verso la città. Il bilancio lo faremo più avanti».

(ANSA) - A Voltri Il terminal Europa dove si svolgerà la prima fase dei lavori che prevedono l’alleggerimento della Costa Concordia con l’asportazione di arredi e materiali

Si dice che qualcuno abbia chiesto duemila euro la settimana per un appartamento con vista sul mare di Prà. «Magari per le troupe televisive che arriveranno da tutto il mondo» dice l’edicolante di zona. All’hotel Méditerranée di Pegli, il più grande albergo della zona, hanno il fine settimana tutto esaurito e richieste per la settimana successiva. «Certo nessuno ci dice che viene qui per la Concordia. Vedremo che cosa accadrà la prossima settimana, con la certezza della nave presente». Genova si prepara all’arrivo della Concordia per uno smantellamento senza precedenti. Nessun frammento della nave dolorosamente più famosa del mondo potrà essere identificabile. Nell’accordo da 80 milioni di Costa con l’associazione temporanea di impresa che diventerà proprietaria del relitto è vietato qualsiasi merchandising della tragedia.

Il porto

«Siamo pronti» dice il presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo. Le 13 bitte doppie sistemate lungo la diga sono in grado di sostenere una trazione di 94 tonnellate l’una, come ha dimostrato il collaudo effettuato da due rimorchiatori agganciati con un’angolazione di 45 gradi. Se ci sarà vento di scirocco o di libeccio. I distanziatori sono capaci di contenere l’energia cinetica prodotta dalla nave in caso di tramontana che la spinga verso la diga. Nick Sloane ha chiesto che i distanziatori consueti da 12 metri fossero tagliati in due: ancorati al fondo, in caso di mare scarrocciano meno se sono più corti. Sono strutture metalliche ulteriormente circondate da parabordi Yokohama, ovvero cilindri di tre metri coperti da catene e pneumatici. La Capitaneria di Porto ha creato una zona rossa per l’arrivo e le operazioni d’attracco del relitto, domenica: dalle 4 del mattino sono vietate navigazione, sosta e ancoraggio, il transito delle petroliere dirette al Porto Petroli, le partenze e gli arrivi al Vte, la balneazione e l’attività subacquea.
La vista

Finita l’emergenza, il relitto resterà visibile per almeno 4 mesi: lo scorgeranno tutti i giorni i passeggeri della Navebus che collega Porto Antico e Molo Archetti a Pegli, la vedranno i passeggeri del Genova-Ventimiglia, all’andata e al ritorno. Ma per assistere all’arrivo ci sono zone particolarmente panoramiche. Ci ha pensato, ad indicarle, la Fondazione Primavera, di cui è ideatore e presidente Guido Barbazza, ingegnere ed ex capitano di macchina. «Domani distribuiremo una piantina con le indicazioni e le informazioni utili per chi arriva a Prà, ex cittadina diventata parte di Genova a caro prezzo, con le spiagge distrutte dal porto» spiega. Tra le indicazioni, i suggerimenti delle altre mete da visitare, la pieve del 900, la chiesa dell’undicesimo secolo, il Museo del Basilico. E ancora, la piscina all’aperto per serate di relax dopo la giornata sotto il sole. «Le zone con vista sulla Concordia sono una rotonda in via Martiri del Turchino, la strada che porta al quartiere popolare del Cep, una rotonda nel quartiere delle cosiddette Lavatrici». E ancora le spiagge tra Voltri e Crevari, la passeggiata di Pegli. Il Comune sta organizzando un servizio speciale di sorveglianza con la polizia municipale e i gruppi di protezione civile.
Gli alberghi

I più vicini sono a Pegli, il Méditerranée, l’Albergo Puppo e il Miramare, a picco sull’acqua. «Siamo pieni, però è anche la stagione. Vedremo nelle prossime settimane se ci saranno arrivi per il relitto». «Siamo pronti ad accogliere i turisti in più - dice Biagio Peres, coordinatore ristoratori Fiepet Confesercenti Genova -. Siamo una città da scoprire, e la Concordia può essere il pretesto». «La premessa è che dobbiamo avere grande rispetto per questa tragedia - sottolinea Marco Senatore, presidente Asshotel -. Non possiamo negare che le prenotazioni ci sono, ma è stato tutto questo parlare di Genova che ha mosso l’interesse verso la città. Il bilancio lo faremo più avanti».

Si dice che qualcuno abbia chiesto duemila euro la settimana per un appartamento con vista sul mare di Prà. «Magari per le troupe televisive che arriveranno da tutto il mondo» dice l’edicolante di zona. All’hotel Méditerranée di Pegli, il più grande albergo della zona, hanno il fine settimana tutto esaurito e richieste per la settimana successiva. «Certo nessuno ci dice che viene qui per la Concordia. Vedremo che cosa accadrà la prossima settimana, con la certezza della nave presente». Genova si prepara all’arrivo della Concordia per uno smantellamento senza precedenti. Nessun frammento della nave dolorosamente più famosa del mondo potrà essere identificabile. Nell’accordo da 80 milioni di Costa con l’associazione temporanea di impresa che diventerà proprietaria del relitto è vietato qualsiasi merchandising della tragedia.

Il porto

«Siamo pronti» dice il presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo. Le 13 bitte doppie sistemate lungo la diga sono in grado di sostenere una trazione di 94 tonnellate l’una, come ha dimostrato il collaudo effettuato da due rimorchiatori agganciati con un’angolazione di 45 gradi. Se ci sarà vento di scirocco o di libeccio. I distanziatori sono capaci di contenere l’energia cinetica prodotta dalla nave in caso di tramontana che la spinga verso la diga. Nick Sloane ha chiesto che i distanziatori consueti da 12 metri fossero tagliati in due: ancorati al fondo, in caso di mare scarrocciano meno se sono più corti. Sono strutture metalliche ulteriormente circondate da parabordi Yokohama, ovvero cilindri di tre metri coperti da catene e pneumatici. La Capitaneria di Porto ha creato una zona rossa per l’arrivo e le operazioni d’attracco del relitto, domenica: dalle 4 del mattino sono vietate navigazione, sosta e ancoraggio, il transito delle petroliere dirette al Porto Petroli, le partenze e gli arrivi al Vte, la balneazione e l’attività subacquea.
La vista

Finita l’emergenza, il relitto resterà visibile per almeno 4 mesi: lo scorgeranno tutti i giorni i passeggeri della Navebus che collega Porto Antico e Molo Archetti a Pegli, la vedranno i passeggeri del Genova-Ventimiglia, all’andata e al ritorno. Ma per assistere all’arrivo ci sono zone particolarmente panoramiche. Ci ha pensato, ad indicarle, la Fondazione Primavera, di cui è ideatore e presidente Guido Barbazza, ingegnere ed ex capitano di macchina. «Domani distribuiremo una piantina con le indicazioni e le informazioni utili per chi arriva a Prà, ex cittadina diventata parte di Genova a caro prezzo, con le spiagge distrutte dal porto» spiega. Tra le indicazioni, i suggerimenti delle altre mete da visitare, la pieve del 900, la chiesa dell’undicesimo secolo, il Museo del Basilico. E ancora, la piscina all’aperto per serate di relax dopo la giornata sotto il sole. «Le zone con vista sulla Concordia sono una rotonda in via Martiri del Turchino, la strada che porta al quartiere popolare del Cep, una rotonda nel quartiere delle cosiddette Lavatrici». E ancora le spiagge tra Voltri e Crevari, la passeggiata di Pegli. Il Comune sta organizzando un servizio speciale di sorveglianza con la polizia municipale e i gruppi di protezione civile.
Gli alberghi

I più vicini sono a Pegli, il Méditerranée, l’Albergo Puppo e il Miramare, a picco sull’acqua. «Siamo pieni, però è anche la stagione. Vedremo nelle prossime settimane se ci saranno arrivi per il relitto». «Siamo pronti ad accogliere i turisti in più - dice Biagio Peres, coordinatore ristoratori Fiepet Confesercenti Genova -. Siamo una città da scoprire, e la Concordia può essere il pretesto». «La premessa è che dobbiamo avere grande rispetto per questa tragedia - sottolinea Marco Senatore, presidente Asshotel -. Non possiamo negare che le prenotazioni ci sono, ma è stato tutto questo parlare di Genova che ha mosso l’interesse verso la città. Il bilancio lo faremo più avanti».

Si dice che qualcuno abbia chiesto duemila euro la settimana per un appartamento con vista sul mare di Prà. «Magari per le troupe televisive che arriveranno da tutto il mondo» dice l’edicolante di zona. All’hotel Méditerranée di Pegli, il più grande albergo della zona, hanno il fine settimana tutto esaurito e richieste per la settimana successiva. «Certo nessuno ci dice che viene qui per la Concordia. Vedremo che cosa accadrà la prossima settimana, con la certezza della nave presente». Genova si prepara all’arrivo della Concordia per uno smantellamento senza precedenti. Nessun frammento della nave dolorosamente più famosa del mondo potrà essere identificabile. Nell’accordo da 80 milioni di Costa con l’associazione temporanea di impresa che diventerà proprietaria del relitto è vietato qualsiasi merchandising della tragedia.

Il porto

«Siamo pronti» dice il presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo. Le 13 bitte doppie sistemate lungo la diga sono in grado di sostenere una trazione di 94 tonnellate l’una, come ha dimostrato il collaudo effettuato da due rimorchiatori agganciati con un’angolazione di 45 gradi. Se ci sarà vento di scirocco o di libeccio. I distanziatori sono capaci di contenere l’energia cinetica prodotta dalla nave in caso di tramontana che la spinga verso la diga. Nick Sloane ha chiesto che i distanziatori consueti da 12 metri fossero tagliati in due: ancorati al fondo, in caso di mare scarrocciano meno se sono più corti. Sono strutture metalliche ulteriormente circondate da parabordi Yokohama, ovvero cilindri di tre metri coperti da catene e pneumatici. La Capitaneria di Porto ha creato una zona rossa per l’arrivo e le operazioni d’attracco del relitto, domenica: dalle 4 del mattino sono vietate navigazione, sosta e ancoraggio, il transito delle petroliere dirette al Porto Petroli, le partenze e gli arrivi al Vte, la balneazione e l’attività subacquea.
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Finita l’emergenza, il relitto resterà visibile per almeno 4 mesi: lo scorgeranno tutti i giorni i passeggeri della Navebus che collega Porto Antico e Molo Archetti a Pegli, la vedranno i passeggeri del Genova-Ventimiglia, all’andata e al ritorno. Ma per assistere all’arrivo ci sono zone particolarmente panoramiche. Ci ha pensato, ad indicarle, la Fondazione Primavera, di cui è ideatore e presidente Guido Barbazza, ingegnere ed ex capitano di macchina. «Domani distribuiremo una piantina con le indicazioni e le informazioni utili per chi arriva a Prà, ex cittadina diventata parte di Genova a caro prezzo, con le spiagge distrutte dal porto» spiega. Tra le indicazioni, i suggerimenti delle altre mete da visitare, la pieve del 900, la chiesa dell’undicesimo secolo, il Museo del Basilico. E ancora, la piscina all’aperto per serate di relax dopo la giornata sotto il sole. «Le zone con vista sulla Concordia sono una rotonda in via Martiri del Turchino, la strada che porta al quartiere popolare del Cep, una rotonda nel quartiere delle cosiddette Lavatrici». E ancora le spiagge tra Voltri e Crevari, la passeggiata di Pegli. Il Comune sta organizzando un servizio speciale di sorveglianza con la polizia municipale e i gruppi di protezione civile.
Gli alberghi

I più vicini sono a Pegli, il Méditerranée, l’Albergo Puppo e il Miramare, a picco sull’acqua. «Siamo pieni, però è anche la stagione. Vedremo nelle prossime settimane se ci saranno arrivi per il relitto». «Siamo pronti ad accogliere i turisti in più - dice Biagio Peres, coordinatore ristoratori Fiepet Confesercenti Genova -. Siamo una città da scoprire, e la Concordia può essere il pretesto». «La premessa è che dobbiamo avere grande rispetto per questa tragedia - sottolinea Marco Senatore, presidente Asshotel -. Non possiamo negare che le prenotazioni ci sono, ma è stato tutto questo parlare di Genova che ha mosso l’interesse verso la città. Il bilancio lo faremo più avanti».

Si dice che qualcuno abbia chiesto duemila euro la settimana per un appartamento con vista sul mare di Prà. «Magari per le troupe televisive che arriveranno da tutto il mondo» dice l’edicolante di zona. All’hotel Méditerranée di Pegli, il più grande albergo della zona, hanno il fine settimana tutto esaurito e richieste per la settimana successiva. «Certo nessuno ci dice che viene qui per la Concordia. Vedremo che cosa accadrà la prossima settimana, con la certezza della nave presente». Genova si prepara all’arrivo della Concordia per uno smantellamento senza precedenti. Nessun frammento della nave dolorosamente più famosa del mondo potrà essere identificabile. Nell’accordo da 80 milioni di Costa con l’associazione temporanea di impresa che diventerà proprietaria del relitto è vietato qualsiasi merchandising della tragedia.

Il porto

«Siamo pronti» dice il presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo. Le 13 bitte doppie sistemate lungo la diga sono in grado di sostenere una trazione di 94 tonnellate l’una, come ha dimostrato il collaudo effettuato da due rimorchiatori agganciati con un’angolazione di 45 gradi. Se ci sarà vento di scirocco o di libeccio. I distanziatori sono capaci di contenere l’energia cinetica prodotta dalla nave in caso di tramontana che la spinga verso la diga. Nick Sloane ha chiesto che i distanziatori consueti da 12 metri fossero tagliati in due: ancorati al fondo, in caso di mare scarrocciano meno se sono più corti. Sono strutture metalliche ulteriormente circondate da parabordi Yokohama, ovvero cilindri di tre metri coperti da catene e pneumatici. La Capitaneria di Porto ha creato una zona rossa per l’arrivo e le operazioni d’attracco del relitto, domenica: dalle 4 del mattino sono vietate navigazione, sosta e ancoraggio, il transito delle petroliere dirette al Porto Petroli, le partenze e gli arrivi al Vte, la balneazione e l’attività subacquea.
La vista

Finita l’emergenza, il relitto resterà visibile per almeno 4 mesi: lo scorgeranno tutti i giorni i passeggeri della Navebus che collega Porto Antico e Molo Archetti a Pegli, la vedranno i passeggeri del Genova-Ventimiglia, all’andata e al ritorno. Ma per assistere all’arrivo ci sono zone particolarmente panoramiche. Ci ha pensato, ad indicarle, la Fondazione Primavera, di cui è ideatore e presidente Guido Barbazza, ingegnere ed ex capitano di macchina. «Domani distribuiremo una piantina con le indicazioni e le informazioni utili per chi arriva a Prà, ex cittadina diventata parte di Genova a caro prezzo, con le spiagge distrutte dal porto» spiega. Tra le indicazioni, i suggerimenti delle altre mete da visitare, la pieve del 900, la chiesa dell’undicesimo secolo, il Museo del Basilico. E ancora, la piscina all’aperto per serate di relax dopo la giornata sotto il sole. «Le zone con vista sulla Concordia sono una rotonda in via Martiri del Turchino, la strada che porta al quartiere popolare del Cep, una rotonda nel quartiere delle cosiddette Lavatrici». E ancora le spiagge tra Voltri e Crevari, la passeggiata di Pegli. Il Comune sta organizzando un servizio speciale di sorveglianza con la polizia municipale e i gruppi di protezione civile.
Gli alberghi

I più vicini sono a Pegli, il Méditerranée, l’Albergo Puppo e il Miramare, a picco sull’acqua. «Siamo pieni, però è anche la stagione. Vedremo nelle prossime settimane se ci saranno arrivi per il relitto». «Siamo pronti ad accogliere i turisti in più - dice Biagio Peres, coordinatore ristoratori Fiepet Confesercenti Genova -. Siamo una città da scoprire, e la Concordia può essere il pretesto». «La premessa è che dobbiamo avere grande rispetto per questa tragedia - sottolinea Marco Senatore, presidente Asshotel -. Non possiamo negare che le prenotazioni ci sono, ma è stato tutto questo parlare di Genova che ha mosso l’interesse verso la città. Il bilancio lo faremo più avanti».
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