Fulmini 24/7/2014, 24 luglio 2014
VACANZE/1
«La mia filosofia è questa: le vacanze sono vacanze. Dopo sessanta partite, dovevo staccare la spina. Soffrirò nei primi giorni di ritiro, ma almeno mi sono goduto quaranta giorni di riposo» (Gonzalo Higuain).
VACANZE/2 «Quest’anno le vacanze sono state troppo lunghe. Ho parlato con i giocatori, ho capito che l’atteggiamento è quello giusto. In tutti nulla è cambiato rispetto alla scorsa stagione. Un tecnico non può mai dirlo, ma credo che la rosa sia quasi completa» (l’allenatore della Roma Rudi Garcia).
SEGNALI «L’acquisto di Iturbe, che piaceva a tanti club importanti a partire dalla Juve, è la dimostrazione che adesso anche gli altri credono nel valore di questo progetto e di questa squadra. È un segnale importante» (Carlo Verdone, grande tifoso giallorosso).
RAGAZZI «I migliori ragazzi del ’98 li abbiamo noi, su questo non ho dubbi. Però hanno solo 16 anni, non dimentichiamolo. Quando sarà il momento giusto li metteremo in campo» (Pippo Inzaghi).
SCOMMESSA «Maradona? È più grande di Pelè, è il nostro ambasciatore nel mondo. Non vorrei fargli rischiare una scommessa, lui è un’icona. Mi riferisco alla panchina» (Aurelio De Laurentiis).
SOGNI «Correre per la Ferrari è ancora il sogno di qualsiasi pilota? Credo che sia soltanto un cliché legato al fatto che i loro genitori amavano il Cavallino per la sua grande storia» (Daniel Ricciardo).
AUTARCHIA «Noi eravamo l’autarchia: facevamo il caffè con l’orzo, come durante la guerra. La barca doveva essere tutta italiana, progettista italiano, equipaggio italiano. Adesso invece è una babele» (l’avventura di Luna Rossa in Coppa America secondo Cino Ricci, storico skipper di Azzurra).
MATE «È vero, bevo mate. Ho cominciato in Spagna quando i compagni mi regalarono la tradizionale zucca a fiasco. Stranamente però continuo a bere anche il caffè» (Enzo Maresca).
CIOCCOLATINO «Liedholm, beh, Liedholm è nei primi cinque posti tra i personaggi più grandi che ho incontrato nella mia vita. Aveva velocità di pensiero fulminante. Mi ricordo una cena, circa dieci anni fa: quando arrivò il caffè, Liedholm appoggiò subito il dito sul cioccolatino. La moglie disse allora “Nils, ti fa male”. E lui, immediato: “Cara, volevo offrirtelo”» (Paulo Roberto Falcao).