Roberto Giardina, ItaliaOggi 23/7/2014, 23 luglio 2014
MULTA DI 338 MILIONI DI EURO
Una volta De Gaulle sospirò: non si può governare un paese che ha 235 tipi di formaggio. I francesi sono divisi fra Camembert e Roblochon, che vinca il più puzzolente e gustoso. Ma come si fa a governare un popolo che ha oltre mille varietà di würstel? Il numero esatto nessuno riesce a precisarlo.
E la Germania, oltre che dal Limes, il vecchio confine dell’impero romano, è diviso anche dalla Weisswürstellinie, la frontiera della salsiccia bianca, che si gusta esclusivamente in Baviera. Qualcuno la chiama perfino Weisswürtel Äquator. E i turisti sono avvertiti: a Monaco non si dovrebbe ordinare dopo mezzogiorno, te lo portano ma fai la figura del tedesco che a Trastevere chiede un cappuccino a mezzanotte al termine della cena. C’è sempre un motivo logico dietro una consuetudine: sono preparati freschi ogni mattina, o lo dovrebbero, con carne di vitello, senza conservanti, quindi è meglio gustarli entro breve tempo.
Ora è scoppiata la guerra dei würstel, o sarebbe più esatto dire lo scandalo della salsiccia. Il Bundeskartellamt, l’ente federale sul controllo dei monopoli, ha comminato una multa gigantesca, 338 milioni di euro, a 21 fabbricanti di würstel. Si sarebbero messi d’accordo tra loro per non farsi concorrenza e stabilire il prezzo delle loro specialità. I consumatori, denunciano i controllori, hanno subito un danno, pagando i würstel più di quanto sarebbe stato lecito.
La multa appare esagerata? Ma l’accordo funziona da oltre un decennio e il «Clan dell’Atlantico» ha incassato miliardi di euro. I responsabili delle società strinsero nel 2003 il loro accordo verbale a cena in una saletta riservata dell’Hotel Atlantic ad Amburgo, lo storico albergo che ospitò anche Thomas Mann. Negli anni seguenti, i membri del clan si limitarono a scambiarsi informazioni e a stabilire i prezzi con semplici telefonate. Multate non solo le ditte ma anche i singoli direttori, che dovranno versare fino a un anno del loro stipendio.
I condannati si ribellano: la condanna è infondata, e un accordo tra concorrenti nel settore dei würstel è di fatto impossibile. Abbiamo presentato documenti a nostra difesa, sostengono, ma il Kartellamt non li ha neanche esaminati. L’indagine è durata cinque anni, si replica, e i nostri controlli sono stati più che accurati. Il tutto è partito da una denuncia anonima, e gli inquisitori si sono serviti di alcuni «testimoni della corona», come vengono definiti i «pentiti», pronti a confessare in cambio dell’assoluzione o di una pena minore.
Nessuna delle ditte punite rischia il fallimento per pagare la multa, per alcuni di qualche decina di milioni. Il nostro margine di utile è esiguo, denunciano i produttori, si aggira sull’uno o il due per cento al massimo. Abbiamo rinunciato ad aumenti provocati dal rincaro dei costi di lavoro e dei prezzi della carne per non colpire i nostri consumatori che, in gran parte, appartengono alle classi meno privilegiate. I prezzi sono simili o uguali perché le condizioni in cui agiscono le varie ditte sono omogenee. Tra il 2011 e il 2013, ribatte il Kartellamt, i prezzi dei würstel sono saliti del nove per cento, è vero che il margine di utile è ridotto, ma questo non esclude accordi sottobanco. La decisione sul ricorso presentato dal «Clan dell’Atlantico» verrà presa in agosto, ma una cosa è certa: i milioni della multa provocheranno un aumento del prezzo dei würstel, a pagarla saranno i consumatori. Nessun tedesco è disposto a rinunciare ai suoi würstel, bianchi o no.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 23/7/2014