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 2014  luglio 23 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Il fatto che il ministro Maria Elena Boschi sia insopportabile non costituisce criterio di giudizio. Daniela Ranieri. Il Fatto.

Noi non misuriamo il nostro successo solo da quanto denaro spende il governo. Margaret Thatcher. Stefania Tamburello, L’economia è il mezzo per cambiare l’anima. Margharet Thatcher e Ronald Reagan in parole loro. Rizzoli Etas.

Alberto Sordi ha imitato alla perfezione gli italiani ma poi, per un misterioso meccanismo di identificazione al contrario, sono stati gli italiani a imitare lui. Lui era noi e noi siamo un po’ lui. Enrico Vanzina, Commedia all’italiana. Newton Compton.

Marine Le Pen deve dire grazie, per il successo conseguito lo scorso 25 maggio alle elezioni europee in Francia. Deve dire grazie al partito socialista che, d’accordo con l’Ump (centrodestra, ndr) nell’optare per la strategia della diabolizzazione del Fn e del «fronte repubblicano» contro il ritorno di un fascismo immaginario, ha firmato la sua condanna a morte. Jean-François Kahn. Marianne.

Perché c’è questa grande voglia di Europa da parte di D’Alema, l’ex deputato di Gallipoli? In Max c’è un trauma irrisolto: la trombatura nel 2009 come alto rappresentante per gli affari esteri - vulgo: ministro degli esteri Ue - ruolo a cui aspirava intensamente. Il Cav, allora premier, si era battuto per lui, ma prevalse, a sorpresa, Lady Ashton, sconosciuta comparsa del Labour party. D’Alema, che era stato presidente del Consiglio, battuto da una terza fila! Max se ne adontò, senza più riprendersi. Così, ha attribuito la sconfitta alla circostanza di non essere stato abbastanza presente in Europa, occupato com’era nelle cose italiane. Ora vuole colmare la lacuna andando a Strasburgo, dare prova del proprio genio e, nel giro di un biennio, puntare a una carica di prestigio, tipo presidente del Parlamento Ue. Giancarlo Perna. Il Giornale.

Breznev, secondo quanto riferisce, credo autorevolmente, il ministro degli esteri, Forlani, a Mosca gli ha detto: «L’Italia mi piace ma ci sono troppi partiti, troppi scioperi, troppa pornografia». Nino Nutrizio in Gigi Moncalvo, Milano no. Edizioni Elle, 1977.

Per ben due volte, a Roma, ho rischiato di morire cadendo, anzi precipitando con la moto in una buca. È questa l’immagine più consueta di una città sventrata con la terra che si sbriciola, e ogni tanto ci buttano una badilata di catrame ma, dopo una settimana, la buca è di nuovo là, più profonda di prima. Carlo Verdone. la Repubblica.

Il IV, ridotto a pochi ufficiali e a qualche decina di paracadutisti, viene annientato all’alba del 6, nella regione di Dir el-Serir, immensa conca di sabbia gialla: è ucciso il tenente Gaetano Lenci, giovane avvocato milanese di origine napoletana, proveniente dal reggimento «Savoia» cavalleria, spesso premiato nei concorsi ippici, bel figliolo bruno, dagli occhi azzurri. Paolo Caccia Dominioni, El Alamein 1933-1962. Longanesi, 1966.

Una incredibile angoscia pareva essersi impadronita del commendatore. Andò a finire che soffiò il naso: occhi rossi, trombettò come una vedova. Carlo Emilio Gadda, Quel pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti, 1957.

Io so a memoria la miseria e la miseria è il copione della vera comicità. Non si può far ridere se non si conoscono bene la fame, il freddo, l’amore senza speranza, la solitudine delle camere ammobiliate. Non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita. Totò. il Messaggero.

Nel 1564 Pio IV impone a tutti i laureandi il giuramento dell’ortodossia cattolica; le università italiane, che erano state all’avanguardia nell’Europa dell’Umanesimo e del Rinascimento, perdono rapidamente professori, studenti e prestigio; il controllo meticoloso dell’editoria da parte delle autorità ecclesiastiche costringe filosofi e scrittori al silenzio, o alla pubblicazione all’estero; la formazione delle classi superiori è interamente appaltata ai gesuiti, che generalmente evirano e neutralizzano i classici appena riscoperti dagli umanisti, riducendoli ad aridi esercizi di retorica e di grammatica (come, più o meno, fa ancor oggi il liceo classico). Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste - Per non parlare degli italiani. Mondadori, 2011.

Tutta l’isola inglese è ricoperta di camini, come di alberi maestri è pieno il porto di Liverpool; non ci sono più pascoli, più alberi, più giardini, solo un po’ di paglia sul tetto delle case ammuffita dal vapore; non c’è più spazio per le strade, si viaggia sui viadotti sopra i tetti degli opifici, o lungo tunnel sotto i pavimenti; il fumo ha reso inutile la luce del sole, si lavora sempre alla luce del gas; non c’è un acro di terra inglese senza il suo stantuffo e il suo motore. Thomas Carlyle, antagonista di Adam Smith in The Two Path. 1859.

Il mio imprinting è contadino. Più siamo contadini e più abbiamo la possibilità di diventare intelligenti. Gli stupidi che ho conosciuto nella mia vita sono tutti cresciuti in un grattacielo. Elio Fiorucci, stilista. Corsera.

Nel 1956 quando l’Ungheria fu invasa fui inviato del Corriere della Sera assieme a Montanelli, Cavallari e Corradi. Mentre stavo andando con Corradi verso il lago di Balaton ci fermò un gruppo di rivoluzionari piuttosto arrabbiati (perché il tassista sordo non aveva sentito il loro alt). Ci fecero scendere coi mitra puntati nello stomaco. In questi giorni tumultuosi era facile finire scambiati per agenti della polizia segreta comunista ed essere messi al muro. Pronunciai un ventina di parole senza senso che Corradi scambiò per ungherese e gli ungheresi credettero italiano e terminai gridando: «èlien a szabadseg!». Grazie alle magiche parole, ripartimmo tra urrà e spari di gioia. Il giochetto si ripeté cinque o sei volte tra la crescente ammirazione del mio collega, ma a un passaggio a livello, quando ormai il Balaton era in vista, venimmo fermati da due figuri armati fino ai denti. Girarono e rigirarono i nostri passaporti finché io feci lo stesso discorso con l’evviva finale. Ma questa volta non funzionò! «Prova tu a parlargli in tedesco e spiegargli che non siamo agenti comunisti, ma giornalisti italiani» gli sussurrai. «Ma se non danno retta a te che parli la loro lingua perché vuoi che ascoltino me se parlo in tedesco?». «Perché» gli confessai a occhi bassi «io l’ungherese non lo so». «E tua madre, ballerina ungherese?». È modenese, povera donna, e non ha mai ballato». Guglielmo Zucconi, La divisa da Balilla. Edizioni Paoline, 1987.

Il cinismo fa capire la vita ma non ce la fa amare. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 23/7/2014