Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 23 Mercoledì calendario

PECHINO SI COMPRA ARGENTINA E VENEZUELA


Il più gasato appare Fidel Castro, che in un saggio ha salutato il doppio tour di Putin e Xi Jinping in America Latina addirittura come l’inizio di un «nuovo mondo» per la «sopravvivenza umana». I più scettici sono quegli economisti legati all’opposizione argentina secondo i quali quegli accordi con cui Xi Jinping si è impegnato con Cristina Kirchner a investire 11 miliardi e mezzo di dollari sono in realtà una truffa. «Non entreranno dollari ma yuan che non sono moneta di scambio internazionale e che serviranno solo a comprare più cose dalla Cina», ha detto l’expresidente della Banca Centrale Aldo Pignanelli, sostenendo un’illusione l’idea del governo di poter compensare con gli aiuti di Pechino il rovescio subito dalla Corte Suprema di Washington , quando ha ribadito il suo obbligo a rifondere alcuni hedge funds che avevano fatto incetta di bond ristrutturati dopo il default del 2001.
Putin e Xi Jinping si sono recati nella brasiliana Fortaleza per il sesto vertice dei Brics, che si è tenuto dal 14 al 16 luglio. Putin vi ha concluso un viaggio che lo aveva prima portato a Cuba e in Argentina. Xi Jinping vi ha invece iniziato il tour che è poi continuato in Argentina, Cuba e Venezuela. Putin a Cuba ha condonato un debito pregresso da 32 miliardi che chiaramente non era più esigibile, con l’Argentina ha firmato un’intesa di cooperazione in materia nucleare e al Brasile ha venduto un sistema di difesa anti-aerea, ma ha mostrato in realtà di non avere molto più da offrire se non appoggio politico e armi.
Xi Jinping, invece, un bel po’ di soldi ha iniziato a distribuirli subito. La Cina è oggi il 2 ̊ partner commerciale dell’America Latina e il 3 ̊ investitore, con un interscambio cresciuto da 12,6 miliardi di dollari del 2000 a 261,5 miliardi del 2013. E tra 2005 e 2013 ha concesso prestiti per miliardi di dollari.
A Fortaleza Xi Jinping ha annunciato un fondo da 35 miliardi per finanziare progetti di sviluppo in America Latina. Con l’Argentina, dove il gruppo China National Offshore Oil è la seconda azienda petrolifera del Paese, alle spalle del gruppo nazionale Ypf, ha firmato 20 accordi che comprendono un prestito di 4,7 miliardi per la costruzione di due impianti idroelettrici, uno da 2,1 miliardi per l’acquisto di materiale ferroviario, l’acquisto di dragatrici e uno swap per 11 miliardi di dollari tra le due banche centrali. Con il Venezuela, di cui la Cina è ormai il secondo partner commerciale dopo gli Usa, ha rinnovato una linea di credito per 4 miliardi di dollari, firmando 38 accordi. Ma il suo obiettivo locale è soprattutto il petrolio della Faja del Prinoco, cui ha destinato un investimento da 2,8 miliardi di dollari. Con Cuba c’è un interscambio da 1,7 miliardi.