Francesco Spini, La Stampa 23/7/2014, 23 luglio 2014
SORGENIA, C’È L’INTESA CON LE BANCHE
Con la firma dell’accordo di standstill da parte delle 21 banche creditrici, prende corpo il salvataggio di Sorgenia - gravata da 1,8 miliardi di debiti - che porterà all’uscita di scena gli attuali azionisti: la Cir della famiglia De Benedetti e l’austriaca Verbund. Oltre la metà degli istituti - come del resto i due soci - hanno già firmato ieri la documentazione depositata presso l’advisor delle banche, ovvero lo studio Lombardi, Molinari, Segni. I cinque che mancano all’appello procederanno oggi, mettendo così sostanzialmente la parola fine a mesi di negoziati. Con lo standstill, fino al 31 ottobre le banche non potranno richiedere il rimborso di rate e interessi. Questo in vista dell’accordo definitivo sulla ristrutturazione del debito, che le banche contano di chiudere ai primi di settembre. In tali patti verrà previsto che, tramite un aumento di capitale, 19 banche convertiranno in capitale 400 milioni di euro, mentre altri 200 saranno trasformati in un convertendo. Altri 256 milioni arriveranno sotto forma di nuova finanza. I passi dell’operazione prevedono la presentazione al tribunale del piano di ristrutturazione per l’omologa. Dopo l’estate si terrà poi l’assemblea che darà il via libera all’aumento al termine del quale le banche diverranno le azioniste di riferimento della società. Cir e Verbund inizialmente avrebbero dovuto mantenere un 2%. Cederanno invece la quota agli istituti per un euro. A loro resterà solo un earn-out del 10% sulla plusvalenza che le banche dovessero realizzare dalla vendita della società e solo dopo aver remunerato il capitale investito con un tasso del 10%. Un momento di confronto tra le banche - Mps oggi esposta per 600 milioni sarà primo socio col 22%, seguita da Ubi (18%), Banco Popolare (11,5%), Intesa e Unicredit (10% ciascuna), Bpm (9%) - e la società avverrà oggi, presso la sede milanese del Monte dei Paschi. Gli ad dei sei istituti incontreranno l’ad Andrea Mangoni, che viaggia verso la riconferma. Si parlerà della ristrutturazione e del futuro del gruppo. L’ad punta a far tornare Sorgenia competitiva grazie a una struttura patrimoniale sostenibile. Del resto il fardello di oneri finanziari potrebbe alleggerirsi ulteriormente, se dovesse concretizzarsi la vendita dell’eolico a Macquarie per circa 250 milioni.