Norberto Manassero, MilanoFinanza 22/7/2014, 22 luglio 2014
ILVA, CONDANNATO FABIO RIVA
La terza sezione del Tribunale di Milano ha condannato Fabio Riva, figlio dell’ex patron dell’Ilva Emilio scomparso alcuni mesi fa, a sei anni e mezzo di carcere per la vicenda di una presunta truffa allo Stato da circa 100 milioni di euro. I giudici, che hanno anche condannato Riva Fire Spa a una sanzione di 1,5 milioni, hanno inoltre inflitto 5 anni di reclusione ad Alfredo Lomonaco, ex presidente della finanziaria elvetica Eufintrade, e tre anni ad Agostino Alberti, allora consigliere delegato di Ilva sa. I giudici della terza sezione penale hanno anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici perpetua per Fabio Riva, vicepresidente di Riva Fire, e per Lomonaco e per cinque anni per Alberti. La pena inflitta a Fabio Riva è di oltre un anno più alta rispetto alla richiesta del pm Stefano Civardi. Secondo il filone di indagine (uno dei tanti aperti in Procura a Milano sul gruppo Ilva e nel quale era imputato anche Emilio Riva) sarebbe stata creata una società ad hoc in Svizzera, l’Ilva Sa, per aggirare la normativa (la legge Ossola, ndr) sull’erogazione di contributi pubblici per le aziende che esportano oltre confine. Nella sentenza in cui hanno condannato a sei anni e mezzo Fabio Riva, il giudica ha disposto il versamento, in solido tra tutti gli imputati, di una provvisionale di 15 milioni al ministero dell’Economia. Il Tribunale ha inoltre ordinato la confisca per equivalente della presunta truffa fino a una concorrenza di circa 91 milioni di beni mobili e immobili a tutti gli imputati.
Sul futuro dell’Ilva di Taranto il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha fatto notare che «ci sono quattro-cinque manifestazioni di interesse che sono in uno stadio avanzato nella fase di selezione che sono serissime». Tra queste c’è Arcelor Mittal, ha ricordato il ministro, sottolineando che ci sono anche «aziende italiane che hanno bussato alla porta». ArcelorMittal «rimane fra gli interlocutori che sono nello stadio di colloqui più avanzato», ha spiegato Guidi, sottolineando che «il rilancio dell’Ilva passa attraverso una nuova soluzione industriale che stiamo valutando». Una soluzione che deve «consentire massima occupazione e massima capacità produttiva».
Il ministro ha inoltre ribadito che l’obiettivo primario per lo stabilimento tarantino resta «il piano ambientale», ma nello stesso tempo «serve stabilizzare la situazione di liquidità dell’azienda, proiettandola verso una nuova compagine azionaria e una nuova soluzione industriale». «Crediamo», ha concluso Guidi, «che l’Ilva sia un’azienda che può stare sul mercato ed essere ancora molto competitiva perché ha capacità nel futuro.
Norberto Manassero, MilanoFinanza 22/7/2014