Diego Gabutti, ItaliaOggi 22/7/2014, 22 luglio 2014
QUANDO IL CARO LEADER ESTIRPAVA
Estirpazione, la chiamavano.
Veri e propri ninja usciti da un film d’azione di serie B, come racconta Adam Johnson in un appassionante romanzo d’amore e avventura, Il Signore degli Orfani, Marsilio 2014, pp. 554, 21,00 euro, gli agenti segreti del Caro Leader entravano clandestinamente nella Corea del sud, oppure s’infiltravano a Hong Kong e in Giappone, e lì «estirpavano» qualche personaggio illustre per condurlo a Pyongyang, alla corte di Kim Jong Il, il «dittatore grasso», che era poi anche il solo uomo grasso di tutta la Corea del nord.
Johnson, nel suo romanzo, mette in scena il rapimento di Sun Moon, attrice immaginaria, da parte d’un estirpatore immaginario, Pak Jun Do, che finirà per innamorarsene. Complicazioni sentimentali a parte, la Corea del nord estirpava, su commissione del caro Leader, anche attrici reali. Michael Breen in un piccolo classico di storia nordcoreana, All’ombra del dittatore grasso, ISBN 2005, racconta che «ai danni della grande attrice sudcoreana Choi Eun-eeh, ex moglie del regista Shing Sang-ok», scattò «un disegno diabolico. All’inizio del 1978 Choi fu invitata a Hong Kong da alcuni esponenti dell’industria cinematografica, quindi fu rapita e costretta a una crociera d’otto giorni dalla baia di Repulse al porto nordcoreana di Nampo. [_] Kim Jong Il in persona si presentò sulla banchina del porto per dare il benvenuto all’attrice. «Grazie d’essere venuta, Madame Choi. Permetta che mi presenti. Sono Kim Jong-il», disse il Caro Leader, come se lei avesse risposto a un annuncio. Poi la invitò a sedere sul sedile posteriore della sua limousine nera sforzandosi di fare conversazione.
Arrivati a Pyongyang, iniziò a indicarle le vedute più suggestive. «Kim era felice come un generale che fa il suo ingresso trionfale nella capitale» ricordava l’attrice. Kim Jong Il, sequestratore premuroso e galante, la mattina dopo le fece recapitare dei fiori». Quale ulteriore omaggio, pochi mesi più tardi, i ninja del Caro Leader «estirparono» anche l’ex marito di Choi Eun-eeh: «l’Orson Welles sudcoreano» Shing Sang-ok. Questi, che «come tutti i sudcoreani» si fidava poco della polizia di Seul, «aveva condotto da solo le proprie indagini», cosa che aveva fatto saltare la mosca al naso dei giornali e della polizia sudcoreani, i quali «s’erano convinti che dietro la scomparsa di Choi ci fosse proprio Shin», che versava notoriamente in cattive acque, e che forse si preparava a chiedere un riscatto. Ma un attimo prima che la polizia di Seul lo pizzicasse, il regista fu «estirpato» dai servizi segreti nordcoreani. Per aver tentato la fuga subito dopo il rapimento, il poveretto trascorse quattro anni tra prigione e campi di lavoro; anche Choi, dopo l’accoglienza trionfale del 1978, fu dimenticata per qualche anno.
Poi il Caro Leader, stanco di nuovi giocattoli, si ricordò di quelli vecchi. Riunì a casa sua, una sera, Choi e Shing, intimò loro d’abbracciarsi, «via, non siate timidi», e stabilì che dovevano risposarsi (e precisamente il 15 aprile, giorno del suo compleanno). Choi e Shing apparvero in tivù e dissero d’essere alla corte di Kim Jong Il di propria volontà, e così ebbero il permesso di viaggiare all’estero, sia pure sotto strettissima sorveglianza. Se la filarono dall’ambasciata di Londra nel 1983 e si rifugiarono nell’ambasciata americana. Happy end, almeno per una volta, come nei classici hollywoodiani che piacevano al Caro Leader.
Se Kim Jong Il aveva un debole per le star del cinema, da quel gran cinefilo che era, praticamente il Martin Scorsese di Pyongyang, non per questo disdegnava d’«estirpare» all’occorrenza anche persone più comuni, con talenti meno prestigiosi, come racconta l’Agente So nel Signore degli orfani, quando rivela d’aver «rapito il cuoco personale di Kim Jong Il, quello che gli preparava il sushi. Sono stato io che in pieno giorno, con queste mani, ho estirpato il medico del Caro Leader da un ospedale d’Osaka». Perché era così che andavano le cose nel «Jurassic Marx», come fu chiamato: una regione del mondo situata a metà strada tra l’Arcipelago Gulag e Wonderland, zona Merenda del Cappellaio Matto. «Al primo, seguirono molti altri rapimenti», racconta ancora l’Agente So. «Andarono avanti per anni. Ci fu il climatologo giapponese che avvistarono su un iceberg nello stretto di Tsugaru. Prelevarono anche le sue apparecchiature scientifiche e il suo kayak. Ci fu la vecchia nella piscina naturale dell’isola di Nishino. Aveva i pantaloni arrotolati e stava sbirciando in una macchina fotografica montata su un treppiede di legno. Aveva i capelli grigi e scarmigliati, la portarono via senza che protestasse. Ci furono un coltivatore di riso, un ingegnere civile e una donna che disse di essere andata alla spiaggia per annegarsi».
Anche le campagnole più belle della Corea comunista venivano «estirpate» dalle comuni agricole in cui vivevano e condotte nella capitale per allettare le serate dei potenti. «Se tua moglie è così avvenente», dice un estirpatore a un collega che vanta la bellezza della sua signora, «perché non l’hanno portata a Pyongyang a fare l’accompagnatrice?» «Facile», risponde il collega. «Suo padre non voleva che finisse a fare la barista o la prostituta a Pyongyang, così ha unto qualche ruota e l’ha fatta assegnare allo stabilimento ittico. Gran bella ragazza, poi sono entrato in scena io.» Estirpazione: era l’esatto contrario del libero mercato, non il socialismo hard nè quello morbido, ma il regno dietro lo specchio: il reame della Regina Rossa, d’Ubu Roi.
Dittatore comunista della Corea del nord dal 1994 al 2011, figlio del dittatore comunista Kim il Sung (il Presidente Eterno della Repubblica popolare di Corea) in carica dal 1948 al 1994 e padre dell’attuale dittatore comunista nordcoreano, il trentenne Kim Jong-un, il più giovane capo di stato al mondo, Kim Jong Il è la versione Scary Movie dell’horror film totalitario. Mentre Lenin liquidava «la borghesia in quanto classe», mentre Mao e Stalin sterminavano gli oppositori a milioni, Kim Jong Il «estirpava» attrici e cantanti, registi, ragazze per il bunga bunga (coatto) e cuochi giapponesi. Mentre Mao era l’autore del Libretto rosso, Lenin del Che fare? e Stalin della sceneggiatura dei Processi di Mosca, Kim Jong Il aveva scritto l’Arte del cinema e, se gli altri satrapi comunisti erano entrati nella storia, lui era entrato giusto in qualche episodio di South Park, a fianco di Satanasso e di Saddam Hussein. In compenso fu il solo leader comunista la cui nascita, come si legge da qualche parte nella sua biografia ufficiale, L’adorato Kim Jong Il, tradotta da ObarraO nel 2005, «sia stata preannunciata da una rondine e ufficializzata dalla comparsa di un doppio arcobaleno sulla montagna e di una nuova stella nel cielo». Mai nessun leader comunista, prima di lui, aveva fatto recitare nei suoi film amatoriali parenti, ministri, «estirpati» di tutte le nazionalità, generali delle forze armate, capi dei servizi segreti. Ma soprattutto nessun Padre dei Popoli ha mai detto, come lui a Choi Eun-eeh, tra le risate un po’ nervose dei presenti: «Madame Choi, che aspetto ho, secondo lei? Non le sembra che somigli allo stronzo d’un nanerottolo?». E suo figlio, Kim Jong-un, il Grande Successore, che ha ereditato la Corea del nord un paio d’anni fa, alla morte del Caro Leader? Educato in Svizzera, amante del lusso, non pare che Kim Jong-un ami il cinema né si fa notare per altri hobby. A parte, naturalmente, la guerra atomica.
Diego Gabutti, ItaliaOggi 22/7/2014