Stefano Arcobelli, La Gazzetta dello Sport 22/7/2014, 22 luglio 2014
ERRIGO, STELLA A ANTIDIVA
Per il bis, del bis. Arianna Errigo oggi torna sulla pedana col Dream Team del fioretto a caccia del secondo oro. Potrebbe finire come un anno fa a Budapest: dopo il colpaccio individuale, quello a squadre con Vezzali, Batini e Di Francisca. Un quartetto che non perde (quasi) mai. Pure da sola, Arianna sta cominciando a gustarsi la condizione di vincente che non sbaglia (quasi) più, se non per problemi fisici.
Arianna, neanche il dolore le ha impedito di riprendersi il mondo.
«In certi momenti questa stagione è stata un incubo, ma se penso ai risultati non posso che essere felice. E poi il mio maestro Giulio Tommasini mi dice che non ha senso aggrapparsi agli alibi, “non farti male prima di farti male”».
Lei qui e Vincenzo Nibali al Tour de France siete l’immagine vincente e felice dello sport italiano uscito male dal Mondiale di calcio: che effetto le fa la scherma sotto l’ombrellone?
«È bellissimo per uno sport difficile da seguire come la scherma: magari si dice “ma chi è questa qui?”. Vuol dire che ho fatto qualcosa di grande. E di questo sono orgogliosa e fiera».
Il suo fidanzato Luca Simoncelli dice che è in corsa per dominare un ciclo olimpico.
«È ancora lunga, anzi da ottobre si riparte da zero, da aprile si penserà alle qualificazioni per Rio 2016. E poi c’è da tornare a Mosca per difendere il titolo. E io ho ancora quel magone per l’argento di Londra (all’ultima stoccata, in priorità, perse dalla Di Francisca, ndr ): in questo invidio a Valentina ed Elisa l’oro. Per fortuna ho lo slancio di questi titoli mondiali».
Da argento olimpico è la posizione più scomoda in vista dei prossimi Giochi: a chi chiederebbe consiglio per vincere?
«Chi arriva seconda ha tutto da perdere, ma se ci riuscissi sarebbe memorabile. Vorrei chiederlo alla Pellegrini, come ci riuscì tra Atene e Pechino: sarebbe l’occasione per conoscere Federica e chiederle qualche trucco. Certo, il rimpianto di Londra mi resterà per sempre».
E se si trovasse di fronte il premier Renzi, di cosa preferirebbe parlare?
«Di tutto...».
Andrebbe a cena con Balotelli?
«Verrebbe fuori una cena molto divertente, riderei tanto: di sicuro. Non me lo immagino serio e preciso come capitan Zanetti, il professionista in persona. Tutto il contrario di me...».
Luca e Giulio le stanno cambiando la vita.
«L’emozione più forte è stata il 6 maggio 2012 quando Luca mi ha regalato l’anello e sono andata a vivere con lui: l’amore mi ha dato quella serenità di cui necessitava il mio carattere. Prima mi facevo troppi film in testa. Giulio è stato una scelta importante: gestirmi da sola era atipico. Nessuno legge come lui i match».
Vincente nella vita e nello sport: una leader?
«Sono determinata, già da piccola ero carismatica. Prenderei sulle spalle la scherma? Sarebbe un onore: più ho responsabilità meglio è. Quando c’è da giocare so dare il massimo. È come nella semifinale contro la Vezzali qui: ero nel baratro contro una che non molla mai. “O ti svegli o sei finita”, mi dicevo».
Com’è una giornata da Arianna?
«Non mi fermo mai, sono superattiva anche se mi piace dormire tanto».
Com’è Arianna quando si arrabbia davvero?
«Mi sfogo scrivendo tutto in un diario, più cose umane che di scherma. Sono profonda».
Quanto gli ori la stanno cambiando?
«Ho scoperto la pazienza, sto imparando a gestire le situazioni. Prima dicevo “faccio quel che posso”. La scherma si riflette nella vita».
Chi domina tra lei e il fidanzato Luca, anch’egli fiorettista?
«Lui mi fa credere che a comandare sia io. Macché, è un testone!».
Una cosa che non riesce a vincere?
«Il mal di mare quando la barca sta ferma».
Ma non amava il surf?
«E lo skate, la pallavolo. Serve tutto per sentirmi più forte: sono un’incostante e non sarò mai capace di allenarmi come una Vezzali, devo sempre trovare qualcosa di diverso».
Funziona alla grande...
«Con il maestro cerco quest’equilibrio, e aver rivinto il Mondiale significa che sto imparando a non cercare alibi, a non innervosirmi».
La mossa segreta l’ha tirata fuori con la Vezzali?
«Macché, adesso devo pensare a sistemare la lesione al dito medio della mano sinistra, finora mi dovevo preoccupare più di ricordarmi del ghiaccio da mettere».
Andrebbe a un reality?
«Non mi sento una diva, non cerco la visibilità se non perché frutto dei risultati. La tv mi mette un po’ d’ansia, non la vivo benissimo».
Per quale campagna presterebbe il volto?
«Per una campagna sui cani, che sono la mia passione. Ma... ho salvato pure un uccellino».
Cioè?
«A Norcia, in ritiro, l’ho trovato in un cespuglio, un rondone moribondo. Non mangiava più. L’ho chiamato Lino, messo in una scatola, lo imboccavo, gli davo l’acqua a gocce. L’ho trattato come un principino, compresa la fisioterapia. Poi sono andata in un campo per riportarlo in volo. Ce l’ho fatta. Ho pianto, ma ero contentissima: non potevo tenerlo. E poi ho vinto l’oro...».