Paolo Ianieri, La Gazzetta dello Sport 22/7/2014, 22 luglio 2014
LAUDA, ANCHE LA PRIMA VOLTA A FIORANO DISSE COSì
Anche la prima volta, il concetto era stato identico. Enzo Ferrari, impressionato per come sotto l’acqua si era tenuto dietro Jacky Ickx a Montecarlo con la modesta BRM, aveva convocato Niki Lauda a Maranello per ingaggiarlo. Ma benché il mito del Cavallino lo avesse già contagiato, il giorno del primo test a Fiorano sotto gli occhi del Commendatore, il giovane austriaco non rinunciò a dire quel che pensava della Ferrari 312 B3: «Questa macchina è una merda» buttò lì in faccia a un incredulo Piero Ferrari, incaricato da papà di tradurre le prime impressioni di guida. Quando ritrovò la parola, Piero sussurrò: «Questo non posso tradurglielo, una Ferrari non è mai una macchina di merda». «E allora digli che ha un sottosterzo infernale» concluse Lauda, prima di convincere Ferrari a richiamare l’ingegnere Mauro Forghieri e ad apportare quelle modifiche che avrebbero reso la macchina mezzo secondo più veloce.
Ricordi «Io la frase non la sentii, ero in ufficio a occuparmi di altro, visto che avevo dato le dimissioni non essendo d’accordo con la decisione di Ferrari di far realizzare il telaio in Inghilterra dalla Thompson — racconta Forghieri —. In effetti quella macchina era disgraziata, ma non dimentichiamo che le modifiche che facemmo in seguito ci permisero poi di vincere tre Mondiali. E Lauda ebbe un gran ruolo in tutto questo: era venuto da noi che stava ancora imparando a guidare e a mettere a punto una macchina, ma ci ha messo l’anima per migliorare. In quegli anni a forza di girare a Fiorano conosceva le singole pietre che contornavano la pista».
Carattere La frase con la quale Lauda nell’intervista di domenica a El Pais ha definito piuttosto duramente McLaren e Ferrari, l’ex direttore tecnico della rossa l’ha letta. «Ho visto titoli con m..., non posso sapere cosa Niki intendesse, forse voleva dire magnifica — se la ride Forghieri —? Al di là degli scherzi, trovo però che la sua sia stata un’uscita inopportuna. Che necessità aveva? Oggi Niki guadagna un sacco di soldi, non fa un cavolo e si gode la vita. Ma questo modo di parlare fa parte del suo essere. Quando era mio pilota si litigava, ma poi si tornava ad andare d’accordo. È stato, in quei miei anni, sicuramente l’uomo squadra migliore che abbia avuto la Ferrari. Diciamo che ha in sé parecchie caratteristiche di noi italiani, ma che non riesce a compensare con l’educazione degli austriaci».
Diretto Che Lauda non si nasconda dietro le parole, del resto, è risaputo: quando era ancora un ragazzo che sognava di sfondare nell’automobilismo litigò furiosamente con il nonno banchiere, che non contemplando l’idea che un Lauda potesse fare il pilota, tentò di sbarrargli ogni porta. I due non si parlarono mai più. Schietto sempre, fino al limite della crudezza — qualche anno fa chiese la chiusura del Ballando con le Stelle austriaco contrario all’esibizione di «balli tra finocchi» —, Lauda si è anche divertito nel prendere in giro se stesso. Quando nel 2001 e 2002 diresse la Jaguar, non lesinò dichiarazioni feroci al team: «Macchina di merda, piloti di merda, presidente di merda». Con il piccolo particolare che il presidente era lui. E dalle forche caudine della sua lingua non passò indenne neppure il figlio pilota Mathias, per il quale espresse dubiti sulla reale competitività. E vogliamo fare un salto a tempi più recenti? Negli scorsi giorni ha bacchettato duramente Sebastian Vettel, accusato «di piangere come un bambino» per le lamentele via radio di Silverstone, poi sabato ha avuto parole di fuoco contro la Brembo per il disco del freno esploso sulla macchina di Lewis Hamilton. «Mi piace andare dritto al punto» dice.
Qui Toto Le sue parole hanno comunque messo in imbarazzo la Mercedes, che dopo le parole del suo presidente non esecutivo ha visto offuscata la festa per la vittoria. «A Lauda piace andare controcorrente, ma è la sua posizione personale, non della Mercedes — para il colpo Toto Wolff, a.d. del team —. Abbiamo grandissimo rispetto per Mattiacci, una persona intelligente, e la Ferrari, torneranno presto competitivi».