Maurizio Gallo, Il Tempo 22/7/2014, 22 luglio 2014
L’EUROPA LASCIA MORIRE TRE MIGRANTI AL GIORNO
L’Europa uccide tre immigrati al giorno. Mille all’anno, forse di più, sono infatti i poveracci che cercavano disperatamente la salvezza da dittature, guerre o, semplicemente, dalla miseria e sono morti affogati, di stenti, asfissiati nella stiva di un vecchio peschereccio, com’è accaduto a vecchi, donne e bambini in due distinti episodi nei giorni scorsi. La macabra media è di oltre ventimila in vent’anni. Con alcune punte verso l’alto, che corrispondono all’intensificarsi dei flussi migratori dall’Africa alle nostre coste, com’è avvenuto nel 2011, anno delle «primavere arabe», e come sta accadendo da gennaio a oggi a causa della situazione drammatica e instabile in Libia (il 90% parte da questo Paese) e in Siria. Cifre che riguardano solo le persone «ripescate» e identificate o delle quali le rispettive famiglie hanno denunciato la scomparsa e che, quindi, sono considerate disperse.
Un record dell’ultimo lustro, quello dei primi quattro mesi del 2014, sempre con l’eccezione di quanto accaduto tre anni fa. Secondo l’agenzia Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Ue, nei primi quattro mesi dell’anno sono avvenuti 42 mila ingressi irregolari contro i 12.400 dello stesso periodo del 2013. E i dati della Marina Militare parlano di 77.000 stranieri soccorsi da gennaio a oggi e 85.000 dall’inizio di Mare Nostrum, scattata nell’ottobre del 2013. Per l’organizzazione internazionale delle migrazioni, poi, nel 2013 sono «sbarcati» (anche se il termine è impreciso, perché molti vengono prelevati in mare) 42.900 stranieri, dei quali 700 hanno perso la vita. E, sempre secondo l’Oim, nel 2011 le vittime sono state 2.300. Secondo «Fortress Europe» (Fortezza Europa), il blog-osservatorio di Raffaele Del Grande che ha raccolto statistiche da fonti diverse, il tragico bilancio lungo tutte le frontiere dell’Unione dal 2000 al 2013 è di oltre 23.000 morti, 6.400 periti tra i flutti mentre cercavano di raggiungere Lampedusa e 8.000 in tutto il Canale di Sicilia.
Una vera e propria strage. E la situazione non migliorerà. Anzi. Dall’inizio dell’anno ai primi di maggio, sono arrivati in Italia circa 25mila migranti e dalle informazioni acquisite, in Nordafrica ci sarebbero tra le 600 e le 800 mila persone che potrebbero avere in programma la traversata del Mediterraneo, quindi potenziali migranti provenienti soprattutto da Eritrea e Somalia e anche dal centro del «continente nero». La previsione è del direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere del Viminale Giovanni Pinto e risale al 29 aprile, quando Pinto ha riferito davanti alle commissioni riunite Affari esteri e Difesa del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva su Mare Nostrum. E sono quasi 1800 i migranti soccorsi dalle navi della Marina militare negli ultimi giorni. L’altra notte quattro mezzi navali hanno affrontato diverse situazioni di emergenza nel soccorso e recupero di molte persone in arrivo dal Nordafrica.
Un fenomeno che mette a dura prova le nostre strutture d’accoglienza. Sono 14, tra caserme dismesse ed ex basi militari, individuate dal governo per far fronte all’emergenza e dare respiro ai centri di accoglienza sul territorio, che «sono in condizioni difficili» per il grande afflusso di questi giorni. «Siamo arrivati a 85mila, di questo passo quota centomila è una soglia raggiungibile a breve termine», ha spiegato il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. Attualmente il 35% delle presenze è attestato in Sicilia», ha detto Manzione.
Dopo l’approvazione del piano nazionale di gestione e accoglienza (che prevede tre fasi, soccorso immediato, accoglienza e integrazione) da parte della Conferenza unificata, «la "macchina" è pronta per mettersi in moto». Nel frattempo, una circolare è stata inviata dal Viminale ai prefetti sul territorio, invitati ad effettuare un monitoraggio per reperire nuove strutture inutilizzate «che consentano di ampliare le possibilità di accoglienza di fronte a un numero di sbarchi che si è rivelato enormemente superiore alla media degli scorsi anni - ha concluso Manzione - Spero che i tempi siano rapidissimi».
Infine verranno celebrati mercoledì a Pozzallo, nel Ragusano, i funerali dei 45 migranti morti durante la traversata in mare nel Canale di Sicilia e arrivati in città il primo luglio. Alla cerimonia parteciperà anche il sottosegretario Manzione. Nella stessa giornata saranno celebrate anche le esequie di altri tre migranti morti nel corso di precedenti viaggi. Il sindaco di Pozzallo ha proclamato il lutto cittadino.