Lucetta Scaraffia, L’Osservatore Romano 21/7/2014, 21 luglio 2014
SAN PAOLO A NEW YORK
Anche dopo Il Vangelo secondo Matteo – scrive Lucetta Scaraffia – Pasolini ha continuato a lavorare sulla tradizione cristiana: in particolare, aveva progettato di girare un film sull’apostolo Paolo. Si tratta di una proposta per molti aspetti ancora più audace di quella adottata per il Vangelo: l’intera vicenda del santo doveva essere trasportata ai nostri giorni, «per dire esplicitamente, e senza neanche costringerlo a pensare, allo spettatore, che (...) è alla nostra società che egli si rivolge; è la nostra società che egli piange e ama, minaccia e perdona, aggredisce e teneramente abbraccia».
Pasolini si propone quindi di sostituire il conformismo dei tempi di Paolo con il conformismo contemporaneo, e quindi la scena viene trasposta in quelle città che corrispondono oggi a quelle dove visse l’apostolo. Il centro del mondo moderno non è più Roma, ma New York, mentre il centro culturale, ideologico e civile, non è più Gerusalemme, ma Parigi. Al posto di Atene di allora mette la Roma di oggi, e Antiochia viene sostituita da Londra. È un vero peccato che il film non sia stato realizzato. Ma anche la sola lettura del testo preparatorio — pubblicato in un’edizione ormai introvabile da Einaudi — rende bene l’idea di Pasolini, e ci tuffa in una contemporaneità abitata dagli apostoli che coinvolge profondamente il lettore moderno".