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 2014  luglio 22 Martedì calendario

QUELLO SCONTRO EGITTO-QATAR PER L’EGEMONIA

Tra la gente disperata di Gaza, in questi giorni, molti denunciano l’indifferenza degli Stati arabi. Ma la realtà è diversa e non necessariamente migliore: la Striscia non è stata dimenticata dai governi della regione, al contrario è al centro di una guerra diplomatica e geopolitica che riflette gli schieramenti emersi con il fallimento della Fratellanza musulmana al potere dopo le rivoluzioni. Lo scontro vede contrapposti tra loro soprattutto l’Egitto e il Qatar. Nel primo, il presidente Abdel Fattah Al Sisi ha già azzerato la Fratellanza, con centinaia di morti e migliaia di arresti, e appoggia apertamente la volontà di Israele di «annientare Hamas», che proprio dalla Fratellanza nacque e poi fu protetto. L’emiro del Qatar, al contrario, difende l’Islam politico con le sue due migliori armi, Al Jazeera e la diplomazia. Ma ora, al di là delle contrapposte posizioni, il Cairo e Doha stanno lottando per imporsi come mediatori di una tregua duratura a Gaza. Il prestigio internazionale per un tale successo — che ora pare lontano — rafforzerebbe lo Stato che lo ottenesse oltre che, ovviamente, indebolire il rivale. Nel 2012 fu proprio con la mediazione tra Hamas e Israele che il raìs islamico Mohammad Morsi ottenne riconoscimenti (e credito) mondiali. Non gli servirono molto: sette mesi dopo venne deposto da Al Sisi. Ma quest’ultimo oggi non può tollerare che la sua proposta venga accantonata a favore di quella del piccolo emirato islamico. «C’è un complotto dell’asse Hamas-Qatar-Turchia per togliere all’Egitto il ruolo di baluardo regionale», ha accusato il ministro degli Esteri Sameh Shukri, dopo il no di Hamas alla proposta egiziana. «Non ci risultano altre bozze sul tavolo, la nostra è la sola», ha aggiunto. In realtà a favore della mediazione di Doha non c’è solo la Turchia: oltre allo scomodo appoggio di Iran e Sudan, gli Stati Uniti hanno rapporti migliori con l’emirato di quanti ne abbiano con Al Sisi. E soprattutto il Qatar ha più ascolto presso Hamas. Ma l’Egitto ha schierato tutte le sue forze in questa lotta: i media interni inneggiano ai «bravi soldati d’Israele» (cosa mai vista), le piazze non si mobilitano per Gaza (mai successo), soprattutto Arabia Saudita e Emirati sono al suo fianco. Nell’impasse diplomatico che ne sta risultando, la lista dei morti a Gaza continua intanto ad allungarsi .