Alberto Mattioli, La Stampa 22/7/2014, 22 luglio 2014
ADDIO PRIGIONE DEI FAMOSI: A PARIGI CHIUDE LA SANTA’
Gli ultimi sessanta detenuti sono usciti dalle celle domenica scorsa. Destinazione, non la Guyana come ai vecchi tempi (il diritto penale francese è sempre stato di mano pesantuccia) ma altre prigioni. Non a Parigi città, però, perché l’ultima galera «intra muros», la mitica Santé, chiude per restauri. E così se ne va, si spera provvisoriamente, un altro pezzo di storia di Parigi, e non solo di quella criminale.
La Santé fu costruita fra il 1861 e il 1867, perché il regime di Napoleone III si voleva all’avanguardia anche in materia di edilizia carceraria. All’epoca aveva 500 celle lunghe quattro metri, larghe due e mezzo e alte tre. La prigione più famosa di Parigi è stata anche la prigione dei famosi. Dal 42 di rue de la Santé (il nome può sembrare ironico: la Salute c’entra perché qui, prima, c’era un ospedale fondato da Anna d’Austria, quella dei «Tre moschettieri») sono transitati il poeta Guillaume Apollinaire, lo scrittore Jean Genet, «face of ananas» Manuel Noriega, il superterrorista Carlos, lo spericolato uomo d’affari Bernard Tapie, due presidenti dell’Algeria come Ahmed Ben Bella e Mohamed Boudiaf, Jean-Christophe Mitterrand (figlio di), eccetera. Più, ovviamente, molti criminali di professione, compreso il più celebre: Arsenio Lupin finisce dentro nel romanzo «813».
Fino al 2000, i detenuti venivano sistemati per provenienza geografica: nel blocco A quelli francesi e dell’Europa occidentale, nel B quelli dell’Africa nera, nel C quelli del Maghreb, nel D il resto del mondo. Poi questa selezione paracalcistica fu abolita. I più sfortunati finivano alla ghigliottina. L’ultima esecuzione alla Santé risale al 1972: il «rasoio nazionale» accorciò due evasi che avevano ammazzato i loro ostaggi. A proposito di evasioni: in 147 anni, ne sono riuscite solo tre. L’ultima, nel 1986, fu anche la più spettacolare: il rapinatore Michel Vaujour scappò a bordo di un elicottero pilotato dalla moglie Nadine. Poi ci fecero anche un film.
Adesso la Quinta Repubblica, che sulle patrie galere è molto meno attenta del Secondo Impero, chiude la galera che cade a pezzi. I restauri dovrebbero finire nel ’19, ma la tempistica non è chiara. In ogni caso, è un altro colpo al vieux Paris. Come cantava Georges Brassens: «On m’a jeté / à la porte de la Santé».