Maurizio Molinari, La Stampa 22/7/2014, 22 luglio 2014
IL MODELLO HEZBOLLAH E GLI ARSENALI DAL SUDAN
Il leader degli Hezbollah offre sostegno a Hamas e Israele bombarda in Sudan un deposito di razzi iraniani destinati a Gaza: il conflitto in corso nella Striscia mette in evidenza gli stretti legami fra jihadisti sciiti-libanesi e sunniti-palestinesi. La prima indicazione in merito è arrivata dalla tattica con cui Hamas sta combattendo Israele considerata «la fotocopia di quanto fatto dagli Hezbollah in Libano nel 2006» secondo analisti militari israeliani che identificano tre maggiori convergenze: l’uso di tunnel e bunker sotterranei per causare un alto numero di perdite alle truppe di terra, adoperando armi anticarro; il ricorso ai razzi per colpire le maggiori città al fine di indebolire il consenso politico per la guerra; l’apertura dell’ostilità con dei colpi «a sorpresa» come Hamas ha fatto adoperando razzi a lungo raggio, unità di commandos del mare e droni.
Ciò significa che Hamas ha studiato la campagna libanese del 2006 e ha ricevuto tanto armi che istruttori dal Paese più impegnato a sostenere militarmente il partito sciita-libanese: l’Iran. La decisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, di telefonare personalmente ai capi di Hamas e Jihad islamica palestinese - Khaled Meshaal e Ramadan Abdallah Challah - ha confermato tale interpretazione. Anche perché Nasrallah ha detto di «sostenere l’Intifada del popolo palestinese» come anche le «richieste di Hamas per il cessate il fuoco» affiancando argomenti militari e politici. «Siamo determinati a cooperare senza limiti per il successo della resistenza palestinese e la sconfitta dell’aggressione israeliana» ha aggiunto Nasrallah, le cui dichiarazioni sono state rese pubbliche dai media libanesi a poche ore di distanza dalle rivelazioni del giornale arabo londinese «Al Arab» su un blitz israeliano contro un deposito di armi alla periferia della capitale sudanese. In particolare, secondo «Al Arab», gli aerei israeliani avrebbero colpito e distrutto, venerdì scorso, una fabbrica e un deposito di razzi a lungo raggio che l’Iran avrebbe fornito al fine di far arrivare tali armi a Hamas.
Il blitz sarebbe inoltre avvenuto a pochi giorni di distanza da un incontro fra Meshaal e il presidente sudanese Omar al Bashir, a cui l’Iran avrebbe offerto un sistema antimissile per proteggersi dai raid israeliani. Per due volte negli ultimi 12 anni la Marina israeliana ha intercettato navi iraniane che portavano armi a Hamas - la Karine A nel 2002 e la Klos-C lo scorso marzo, proprio davanti al Sudan - e l’ex comandante della Marina israeliana, Yedidia Yaari, ritiene che Teheran abbia dedicato «risorse umane e finanziarie negli ultimi anni» a creare un network di rifornimento militare per Hamas fatto di «armi e istruttori» con l’intento di trasformare i jihadisti palestinesi della Striscia in una copia degli Hezbollah libanesi. Attraverso «rotte di traffici illegali che passano per il Deserto Arabico, il Sinai, il Mar Rosso e il Sudan» aggiunge Yaari. In effetti, fra le somiglianze che colpiscono c’è la protezione delle comunicazioni interne da parte di Hamas grazie a un «sistema chiuso che ricorda da vicino quello, assai più sofisticato, che difende Hezbollah in Libano dalla sorveglianza israeliana. [m. mo.]