E. Sal., Il Messaggero 21/7/2014, 21 luglio 2014
EGITTO E TURCHIA FUORI GIOCO, RESTA SOLO LA MEDIAZIONE DEL QATAR
I potenziali mediatori litigano tra di loro. Il presidente egiziano e il premier turco si scambiano insulti. L’emiro del Qatar, che ospita uno scambio di idee tra i leader mediorientali, europei e americano, è schierato e, almeno fino a ieri, poco disposto a accettare la posizione cairota. Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani nell’invitare a Doha il presidente palestinese Abu Mazen e il segretario generale dell’Onu, vuole avvicinare le parti ma non intenderebbe spingere Hamas ad accettare la proposta egiziana che anche lui ritiene poco meno di un cedimento totale. E gli americani? Il segretario di stato Kerry è convinto che per fermare il bagno di sangue bisogna fare più di quanto non sia stato fatto finora in nome della solidarietà con Israele.
JOHN KERRY
Il capo della diplomazia Usa sarà oggi al Cairo e domani in Israele per parlare con Netanyahu. Un colloquio sicuramente non facile. Kerry è un grande sostenitore di Israele ma è anche molto critico del suo attuale governo al quale attribuisce molta parte del fallimento dei negoziati di pace che lui stesso mediava con i palestinesi.
ERDOGAN
È difficile pensare che la Turchia possa avvicinare le parti. Il premier Recep Tayyip Erdogan dopo aver criticato la proposta di cessate il fuoco del Cairo ha definito l’Egitto un «paese oppressore». Erdogan è un sostenitore dei Fratelli musulmani e le relazioni tra i due paesi sono tese da quando fu deposto il presidente Mohammed Morsi. A rendere il potenziale ruolo turco ancora più improponibile sono le relazioni tra Erdogan e Netanyahu che ha definito «anti-semite» alcune sue dichiarazioni. Il Qatar ha una posizione complessa, talvolta contraddittoria o confusa, nell’assetto mediorientale. Ha finanziato i Fratelli musulmani egiziani e anche Hamas; ha preso parte direttamente nella guerra per deporre Gheddafi e finanzia quella contro il presidente siriano Assad. Oggi, visto il fallimento della sua politica regionale, sembra voler recuperare terreno. Lo sceicco ha spiegato le richieste di Hamas alla Francia, con cui intrattiene ottimi rapporti, e all’Onu. Il movimento islamico vuole soprattutto la fine dell’assedio della Striscia di Gaza. Per l’apertura del confine con l’Egitto, il presidente al-Sissi si è detto possibilista e anche Israele sarebbe d’accordo ma soltanto se il passaggio fosse sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese. L’unica proposta concreta emersa finora dal Qatar, è una conferenza internazionale per definire i termini del cessate il fuoco e per raccogliere fondi per costruire infrastrutture a Gaza.
Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon condanna «le atrocità» e aggiunge: «Israele si moderi».