Giorgio Viberti, La Stampa 21/7/2014, 21 luglio 2014
NELL’HOTEL DI NIBALI. COSI’ SI DIVENTA MAGLIA GIALLA
Doveva essere quasi una marcia di trasferimento, invece pioggia e vento hanno complicato un po’ le cose nella 15esima tappa Tallard-Nimes e costretto l’Astana a un lavoro supplementare per evitare che Nibali finisse vittima di qualche ventaglio. Alla fine è andata bene: tappa in volata al norvegese Kristoff e classifica immutata, buon viatico per Nibali in vista dell’odierno giorno di riposo.
La maglia gialla lo trascorrerà in un hotel di Lignan sur Orb, da dove in mattinata partirà per una pedalata di defaticamento, prima di darsi in pasto alla stampa nel pomeriggio. Sarà un modo per rompere la monotonia di giornate tutte uguali, che Nibali al Tour ha però dimostrato di saper interpretare da grande professionista, con applicazione certosina ma anche fantasia. «Vincenzo è molto meticoloso nel mangiare e nei particolari tecnici - sottolinea Paolo Slongo, il suo preparatore -, più svogliato invece se si parla di ricognizione sui percorsi o di studiare le tappe». Nibali, si sa, ama seguire il proprio istinto, senza stressarsi troppo. «Vive con calma eccezionale la sua leadership al Tour. Lo aiuta sentire spesso casa, la moglie Rachele e la piccola Emma, o navigare su internet».
La mattina è l’ultimo a svegliarsi, a colazione preferisce la pasta al riso, l’omelette (con tre bianchi e un rosso d’uovo) alla bresaola, la marmellata al miele. Ma è precisissimo nel misurarsi il peso corporeo appena alzato, con una bilancia personalizzata, e poi subito dopo la corsa, così come è attento alla cura di scarpette, casco, radio e bici, calibrata al millimetro. «Vincenzo vuole arrivare fra i primi al foglio della firma, così può fare tutto con calma prima del via». Concede interviste e foto a chiunque, ama firmare autografi soprattutto ai bambini. «In corsa ascolta via radio i consigli dei ds, ma se vuole può decidere lui la tattica e dare ordini ai compagni», come è avvenuto nella vittoria a Chamrousse. Nel saccheto del rifornimento preferisce panini morbidi, con prosciutto e pomodoro o formaggino, marmellata e banane, mentre non gli piacciono le barrette. «A fine tappa si pesa subito e se ha perso più di un chilo significa che non si è alimentato bene». Si concede comunque con disponibilità a media e fotografi, per la meraviglia dei francesi. Quindi torna all’hotel in auto con Slongo, scortato dalle moto della Gendarmerie.
E per lui comincia l’«altra» tappa: doccia, 60’-75’ di massaggi con Michele Pallini, manipolazioni con l’osteopata Serge Paoletti (francese), a volte agopuntura con Eddy De Smett (belga). Infine a cena il cuoco Daniele Zanieri sa rendere più appetitosi riso, pesce o carne bianca (anche rossa, se la tappa è stata dura), verdure, dolci alla frutta. «A rompere la monotonia della serata - aggiunge Slongo - ci pensa spesso Michele Scarponi, gran cabarettista» oltreché prezioso gregario di Nibali in corsa. Poi tutti a nanna. E Nibali, benché capitano unico del team, ha preferito restare in doppia col consueto compagno di camera Alessandro Vanotti. «Nella sua stanza ha tutti i leoncini di peluche vinti finora in questo Tour». Vincenzo ha invece rifiutato il look completamente giallo, bici compresa, che lo sponsor aveva preparato già dopo la 2a tappa. «Dice che è meglio tenere un profilo basso». L’umiltà è la prima dote dei grandi campioni.
Doveva essere quasi una marcia di trasferimento, invece pioggia e vento hanno complicato un po’ le cose nella 15a tappa Tallard-Nimes e costretto l’Astana a un lavoro supplementare per evitare che Nibali finisse vittima di qualche ventaglio. Alla fine è andata bene: tappa in volata al norvegese Kristoff e classifica immutata, buon viatico per Nibali in vista dell’odierno giorno di riposo.
La maglia gialla lo trascorrerà in un hotel di Lignan sur Orb, da dove in mattinata partirà per una pedalata di defaticamento, prima di darsi in pasto alla stampa nel pomeriggio. Sarà un modo per rompere la monotonia di giornate tutte uguali, che Nibali al Tour ha però dimostrato di saper interpretare da grande professionista, con applicazione certosina ma anche fantasia. «Vincenzo è molto meticoloso nel mangiare e nei particolari tecnici - sottolinea Paolo Slongo, il suo preparatore -, più svogliato invece se si parla di ricognizione sui percorsi o di studiare le tappe». Nibali, si sa, ama seguire il proprio istinto, senza stressarsi troppo. «Vive con calma eccezionale la sua leadership al Tour. Lo aiuta sentire spesso casa, la moglie Rachele e la piccola Emma, o navigare su internet».
La mattina è l’ultimo a svegliarsi, a colazione preferisce la pasta al riso, l’omelette (con tre bianchi e un rosso d’uovo) alla bresaola, la marmellata al miele. Ma è precisissimo nel misurarsi il peso corporeo appena alzato, con una bilancia personalizzata, e poi subito dopo la corsa, così come è attento alla cura di scarpette, casco, radio e bici, calibrata al millimetro. «Vincenzo vuole arrivare fra i primi al foglio della firma, così può fare tutto con calma prima del via». Concede interviste e foto a chiunque, ama firmare autografi soprattutto ai bambini. «In corsa ascolta via radio i consigli dei ds, ma se vuole può decidere lui la tattica e dare ordini ai compagni», come è avvenuto nella vittoria a Chamrousse. Nel saccheto del rifornimento preferisce panini morbidi, con prosciutto e pomodoro o formaggino, marmellata e banane, mentre non gli piacciono le barrette. «A fine tappa si pesa subito e se ha perso più di un chilo significa che non si è alimentato bene». Si concede comunque con disponibilità a media e fotografi, per la meraviglia dei francesi. Quindi torna all’hotel in auto con Slongo, scortato dalle moto della Gendarmerie.
E per lui comincia l’«altra» tappa: doccia, 60’-75’ di massaggi con Michele Pallini, manipolazioni con l’osteopata Serge Paoletti (francese), a volte agopuntura con Eddy De Smett (belga). Infine a cena il cuoco Daniele Zanieri sa rendere più appetitosi riso, pesce o carne bianca (anche rossa, se la tappa è stata dura), verdure, dolci alla frutta. «A rompere la monotonia della serata - aggiunge Slongo - ci pensa spesso Michele Scarponi, gran cabarettista» oltreché prezioso gregario di Nibali in corsa. Poi tutti a nanna. E Nibali, benché capitano unico del team, ha preferito restare in doppia col consueto compagno di camera Alessandro Vanotti. «Nella sua stanza ha tutti i leoncini di peluche vinti finora in questo Tour». Vincenzo ha invece rifiutato il look completamente giallo, bici compresa, che lo sponsor aveva preparato già dopo la 2a tappa. «Dice che è meglio tenere un profilo basso». L’umiltà è la prima dote dei grandi campioni.
Doveva essere quasi una marcia di trasferimento, invece pioggia e vento hanno complicato un po’ le cose nella 15a tappa Tallard-Nimes e costretto l’Astana a un lavoro supplementare per evitare che Nibali finisse vittima di qualche ventaglio. Alla fine è andata bene: tappa in volata al norvegese Kristoff e classifica immutata, buon viatico per Nibali in vista dell’odierno giorno di riposo.
La maglia gialla lo trascorrerà in un hotel di Lignan sur Orb, da dove in mattinata partirà per una pedalata di defaticamento, prima di darsi in pasto alla stampa nel pomeriggio. Sarà un modo per rompere la monotonia di giornate tutte uguali, che Nibali al Tour ha però dimostrato di saper interpretare da grande professionista, con applicazione certosina ma anche fantasia. «Vincenzo è molto meticoloso nel mangiare e nei particolari tecnici - sottolinea Paolo Slongo, il suo preparatore -, più svogliato invece se si parla di ricognizione sui percorsi o di studiare le tappe». Nibali, si sa, ama seguire il proprio istinto, senza stressarsi troppo. «Vive con calma eccezionale la sua leadership al Tour. Lo aiuta sentire spesso casa, la moglie Rachele e la piccola Emma, o navigare su internet».
La mattina è l’ultimo a svegliarsi, a colazione preferisce la pasta al riso, l’omelette (con tre bianchi e un rosso d’uovo) alla bresaola, la marmellata al miele. Ma è precisissimo nel misurarsi il peso corporeo appena alzato, con una bilancia personalizzata, e poi subito dopo la corsa, così come è attento alla cura di scarpette, casco, radio e bici, calibrata al millimetro. «Vincenzo vuole arrivare fra i primi al foglio della firma, così può fare tutto con calma prima del via». Concede interviste e foto a chiunque, ama firmare autografi soprattutto ai bambini. «In corsa