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 2014  luglio 19 Sabato calendario

GELO DI BANKITALIA SULLA RIPRESA IL PIL SEMPRE PIÙ VICINO ALLO ZERO


LE PREVISIONI
ROMA Non proprio una doccia fredda, nel senso che l’indicazione era in qualche modo attesa: ma la nuova stima di crescita della Banca d’Italia per il 2014, uno striminzito 0,2 per cento con rischi di ulteriore ribasso, certifica definitivamente l’addio alle previsioni su cui il governo aveva basato finora la propria politica economica. Previsioni che per il momento non sono state riviste, in attesa del dato ufficiale Istat sul Pil nel secondo trimestre la cui diffusione è fissata al 6 agosto. Dopo quella data, verosimilmente a settembre con l’aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def), l’esecutivo provvederà a dare una nuova cifra, che sarà con buona probabilità allineata con quelle dei vari istituti di previsione. Ma il rischio è che anche uno scenario di leggerissima ripresa possa alla fine rivelarsi ottimistico.
L’analisi degli economisti di Via Nazionale, inserita nel Bollettino economico di luglio, parte come di consueto dal contesto internazionale, dal quale riemerge una buona ripresa dell’attività in particolare negli Stati Uniti e in Cina. Ci sono però anche rischi derivanti dal quadro geopolitico, che si sono accentuati proprio in questi ultimi giorni.
Ma se a livello europeo le misure prese dalla Banca centrale guidata da Mario Draghi (e quelle che ancora potrebbe prendere) contribuiscono a creare condizioni più positive, le prospettive specifiche del nostro Paese restano fragili. «In Italia stenta a riavviarsi la crescita» sintetizza il Bollettino. E questo in contrasto con alcuni segnali positivi per quanto riguarda il clima di fiducia di famiglie e imprese: insomma il moderato ottimismo, che in qualche modo si riflette su consumi (in maniera appena percettibile) e investimenti, non è stato sufficiente per gettare le basi di una versa svolta. Quanto all’occupazione, la sua caduta si è arrestata ma le imprese continuano ad usare la mano d’opera in modo poco intenso.
LE SCELTE DI FRANCOFORTE
In queste condizioni Bankitalia stima quindi un +0,2% per quest’anno e un +1,3% per il 2015. La prima previsione è peggiore per circa mezzo punto rispetto a quella formulata in gennaio, essenzialmente a causa dell’andamento del primo trimestre molto più negativo delle attese, destinato probabilmente a protrarsi anche nel secondo. La seconda invece è più favorevole di tre decimali assumendo un impatto favorevole della politica monetaria espansiva della Banca centrale.
Il rafforzamento della crescita richiederebbe un andamento più sostenuto della domanda interna. A questo proposito Via Nazionale fa notare che una certa spinta ai consumi può arrivare dalle misure di sostegno al reddito decise dal governo (il bonus di 80 euro) per le quali si valuta un effetto pari allo 0,1 per cento del Pil nel biennio; questo anche a causa dell’effetto contrario, restrittivo, associato alle misure di copertura finanziaria (tagli di spesa e inasprimenti di altri tributi). Il suggerimento è quindi di rendere permanente lo sgravio, in modo tale che possa essere percepito come «un orientamento duraturo di politica economica».
Il Bollettino non entra nel dettaglio delle conseguenze del nuovo quadro macroeconomico sui conti pubblici, limitandosi ad osservare che il deficit (indebitamento netto) si ridurrebbe dal 2015, mentre l’avanzo primario resterebbe al di sopra del 2 per cento del Pil, mentre il rapporto debito/Pil tornerebbe a calare dal prossimo anno.