Renato Pezzini, Il Messaggero 19/7/2014, 19 luglio 2014
RAISSA, MARYSTHELL E LE ALTER TRA «CENE ELEGANTI» E VELENI
I PERSONAGGI
MILANO Con l’assoluzione di Berlusconi diventa ancora più vero quel che Caterina Pasquino disse un giorno di Ruby: «Ha rovinato la vita a un sacco di persone». Soprattutto, l’ha rovinata - se così si può dire - al piccolo esercito di ragazze più o meno procaci, più o meno avvenenti, che «prima di Ruby» vivevano alla grande al modico prezzo di qualche nottata ad Arcore. Quell’esercito ora è disperso fra spiagge di Los Angeles e grandi alberghi di Dubai dove per campare bisogna darsi da fare, essere onnipresenti, stare all’erta per agganciare le persone giuste. Una faticaccia.
Caterina Pasquino non faceva parte dell’allegra brigata. Però fu lei, il 27 maggio 2010, a chiamare la polizia puntando il dito contro Ruby dopo averla vista in un centro estetico: «Mi ha rubato soldi e gioielli». La giovane marocchina fu portata in Questura e successe il patatrac. A partire da quella sera venne scoperchiato il pentolone delle favolose notti di Arcore e nell’arco di pochi mesi diventarono familiari modi di dire che hanno fatto un pezzo della recente storia d’Italia: bunga bunga, briffare, olgettine.
TUTTO PAGATO DA SILVIO
Olgettine erano quelle che abitavano nel residence di via Olgettina, fra i palazzi di Milano 2 e l’ospedale San Raffaele. Affitto pagato da Silvio, macchina pagata da Silvio, comparsate in tv procurate da Silvio, qualche migliaia di euro mensili generosamente elargiti da Silvio. C’erano le gemelle partonopee De Vivo, la forlivese Iris Berardi, Elisa Toti e Barbara Guerra, Aris Espinoza e la soubrette Marysthell Polanco. Cubane e cubiste, show girl in erba e aspiranti fidanzate di calciatori. Tutte poi risucchiate nell’anonimato quando il Cavaliere ha virato verso una vita più sobria.
Le frequentatrici del bunga bunga era diverse decine, ma le olgettine vere e proprie non più di una quindicina. Ottenere un bilocale nel residence era una conquista, il raggiungimento di uno status. Il privilegio, per esempio, era toccato anche a una rumena, Ioana Visan, che con candida semplicità ebbe poi a descrivere il loro club in questo modo: «Eravamo il gruppo delle belle gnocche». Pare che attualmente Ioana stia lavorando in un ufficio a Milano, però ha fatto parlare di sé recentemente per qualche insulto, via twitter, indirizzato a Francesca Pascale.
SETTE VOLTE AD ARCORE
Quando Ruby mise piede per la prima volta ad Arcore era il giorno di San Valentino del 2010. C’era arrivata grazie ai buoni uffici di Emilio Fede che l’aveva adocchiata - lei ancora sedicenne - a una sfilata di costumi da bagno in Sicilia. Del resto, non era difficile accedere alla villa del presidente, nessuno chiedeva i documenti. Bastavano delle forme adatte. Oppure una convocazione della consigliera regionale Nicole Minetti che prima di introdurre a corte le prescelte le «briffava» (cioè le istruiva): «Vedrai di tutto: zoccole, disperate da favelas, qualcuna più seria».
Da febbraio 2010 a maggio Ruby tornò altre sette volte ad Arcore, e le bastò per capire di poter puntare in alto: «Anche io voglio un appartamento in via Olgettina». Le altre la guardavano storto gelose per averla vista scalare la vetta senza la dovuta gavetta. E magari perché pensavano che la sua irruenza e la sua spregiudicatezza potessero costar care a tutte. Come infatti è avvenuto. Ora Ruby se ne sta in Messico col marito, dice che vuole aprire un ristorante, e in ogni caso i soldi pare che non le manchino. Per molte altre non è andata allo stesso modo.
IN CERCA DI FORTUNA
Le gemelle De Vivo, per esempio, per un po’ hanno tirato avanti grazie a qualche bonifico di Silvio, adesso sono tornate a Napoli senza lavoro e senza soldi. Così, almeno sostengono. Cinzia Molena vantava qualche comparsata in serie tv e ora si lamenta che «non mi cerca più nessuno». Roberta Bonasia, spacciata a un certo punto per fidanzatina segreta del Cavaliere, dice che «campo grazie all’aiuto che mi danno i miei genitori». Alessandra Sorcinelli e Barbara Faggioli si sono traferite negli Stati Uniti, a Los Angeles, in cerca di una fortuna che tarda ad arrivare.
Per tutte il nome di Ruby è impronunciabile. Specie oggi. Perché Silvio in qualche modo l’ha sfangata, loro invece sono a terra, inseguendo la nostalgia di tempi che non torneranno più.