Luca Pisapia, Il Fatto Quotidiano 19/7/2014, 19 luglio 2014
“ER VIPERETTA” L’ESORDIO IN TV: MEGLIO DI LOTITO
Con quella faccia un po’ così, con quell’espressione un po’ così. Bisogna prendere in prestito le parole che Paolo Conte ha dedicato alla sua città, per immaginare lo stupore che deve essersi dipinto sui volti esterrefatti della Genova blucerchiata nell’essere passati, nel giro di un mese, dall’austera seriosità della famiglia Garrone allo strabordante Massimo Ferrero: discusso produttore e imprenditore cinematografico romano.
UNO CHE al primo giorno in Lega Calcio tra uno sketch e l’altro si rivolge ai tifosi e: “Posso solo dirgli di stare sereni, che è un incitare... Una voglia di credere e di andare avanti, di più... È come la canzone no?”. Quale canzone, chiede il cronista, anche lui con quella faccia un po’ così, senza ricevere risposta. Perché intanto Ferrero è già passato avanti, e sta raccontando che lui non fa “Il mercato delle apparizioni”, che ha già preso “Cacciatori e Dunca”, storpiando il nome degli acquisti Cacciatore e Duncan. E che Samuel (che si dice abbia rifiutato la Samp perché, svincolato dall’Inter, non ha trovato l’accordo sull’ingaggio) invece: “Ha avuto un problema di cuore, di lealtà verso l’Inter (…) Dopo tanti anni che uno gioca all’Inter non vuole andare contro l’Inter, anche perché tra Samp e Inter vinciamo noi”.
E così Ferrero detto “er Vi-peretta”, uno che partendo dal basso si è inventato produttore cinematografico, da Marco Risi a Tinto Brass, ha rilevato dal fallimento di Cecchi Gori una quantità immensa di multisale cinematografiche romane (che chiudono una dopo l’altra) e ha patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi per bancarotta fraudolenta della compagnia aerea Livingston, va a sostituirsi alla morigerata riservatezza della dinastia Garrone. Alla loro austera compostezza, poco usa ai riflettori delle telecamere, Ferrero oppone la sua strabordante personalità. E seguendo le orme dei Lugaresi e degli Anconetani, dei Gaucci e dei Lotito, entra in tackle nel calcio italiano. A proposito della Samp, assicura: “Non c’è nessuna mini-rivoluzione in corso, c’è soltanto chi mi ama mi segua (…) Perché io non ho mai lavorato così tanto in vita mia”. A Genova ci va quasi tutti i giorni facendo su e giù in treno da Roma, e con il suo dirimpettaio rossoblù Enrico Preziosi ha già cominciato un’infinita partita a carte dialettica. “Ho vinto 1.200 euro, mi sono preso gli interessi della sconfitta precedente”, dice. “Ferrero è un bugiardo, giocare con lui è come rubare la marmellata ai bambini”, ha risposto il presidente del Genoa. Sembra una sceneggiatura, il film è appena iniziato. Genova osserva, con quella faccia un po’ così.