Giuseppe Sarcina, Corriere della Sera 21/7/2014, 21 luglio 2014
«LE NEO-MINISTRE? SOLO BAMBOLINE»
I tabloid inglesi vanno avanti da una settimana, pubblicando le foto della «sfilata delle ministre al numero 10 di Downing street», esercitandosi sull’altezza dei tacchi, la profondità dello spacco, l’acconciatura dei capelli. Ne è nato un caso politico, fino ad arrivare allo scambio di insulti dell’altro giorno. «Sono solo bamboline, con loro non cambierà nulla, e l’unica cosa veramente di interessante che hanno è il loro aspetto», ha dichiarato Helen Goodman, la portavoce del partito laburista, 56 anni. Risposta di un’ex parlamentare dei Tory, Louise Mensch, 43 anni: «Helen, sei un disgustoso dinosauro«. Il dibattito, almeno per ora, non vola alto.
Il primo ministro David Cameron ha affidato al «rimpasto di governo» (reshuffle ) il compito di riposizionare il partito conservatore in vista delle elezioni del maggio 2015. Due gli obiettivi dei cambi varati il 14 luglio: convincere gli elettori che l’esecutivo non si farà divorare dall’Europa a guida tedesca; svecchiare e riequilibrare «la squadra» aprendo alle giovani donne.
I primi riscontri non sono soddisfacenti. Il sondaggio pubblicato ieri dall’Observer segnala che Cameron ha recuperato un punto rispetto al rivale laburista Ed Miliband, dati rispettivamente al 30 e al 34 per cento. Ma gli interpellati non hanno attribuito alcun peso al «reshuffle».
In definitiva l’opinione pubblica sembra comunque condizionata dalla ricostruzione offerta dai giornali popolari, che vendono, non va mai dimenticato, milioni di copie. Nell’edizione di mercoledì 16 luglio il Daily Mail ha presentato la galleria delle nuove arrivate. La foto più grande è dedicata a Esther McVey, 46 anni, ex presentatrice televisiva, ora ministro del lavoro. Titolo: «Esther, la regina della sfilata di Downing Street». La «regina» è immortalata sorridente e, guarda caso, proprio nel momento in cui lo spacco della gonna grigia si tende al massimo. Completa il «focus» su McVey una serie di schedine-pagelle di questo tenore: «vestito», «capelli», «gambe», «scarpe», «trucco». Stessi contenuti, ma più sintetico, il profilo che accompagna le foto delle altre ministre o sottosegretarie: Liz Truss, 39 anni, la più giovane (ambiente, alimentazione e agricoltura); Penny Mordaunt, 41 anni (comunità locali); Nicky Morgan, 42 anni (Educazione); Priti Patel, 42 anni (segretaria al Tesoro).
Tutta l’attenzione, però, si concentra su Esther McVey. Il giorno dopo, giovedì 17 luglio, il Daily Express ripropone la foto della neo ministra in grigio sottolineandone «l’ancheggiare» verso il n.10 di Downing street, la sede del premier. E a fianco accosta un’immagine che risale al 1999: «McVey posa seminuda, coperta strategicamente da un tappeto». L’articolo largheggia sui particolari della sua vita privata, mentre va al risparmio sulle notizie necessarie per capire se potrà essere una buona ministra oppure no.
In realtà la campagna dei tabloid offrirebbe la possibilità di avviare un dibattito interessante sui criteri di ascesa e di nomina ai vertici di uno dei Paesi politicamente più avanzati del mondo, qual è la Gran Bretagna. Nessuna delle ministre coinvolte, però, ha colto l’occasione. Esther McVey ha liquidato il diluvio di flash e di notazioni sulla sua chioma bionda con una battuta: «Va bene anche così, se questo può ispirare le ragazze a entrare in politica».
Troppo poco per diverse commentatrici e diversi opinionisti. Anche il primo ministro Cameron poteva e può spiegare meglio le sue scelte. Altrimenti corre il rischio, come segnalano appunto i sondaggi, di ottenere l’effetto opposto a quello sperato. L’ala più radicale dei Tory ha già cominciato ad attaccare Liz Tuss, perché «inesperta». Alcuni opinionisti di grandi quotidiani come il Guardian o l’Independent , invece, si chiedono per quale motivo siano stati sostituiti uomini di mezza età considerati di grande talento, a cominciare dal titolare dell’Istruzione Michael Gove, 47 anni, solo uno più di Esther McVey. Le ministre resteranno sotto osservazione da qui alla fine del mandato.
Giuseppe Sarcina