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 2014  luglio 19 Sabato calendario

BRUTI & BOCCASSINI FINISCONO SOTTO ACCUSA - Con i “se” non si scrive la storia. Dunque la Procura di Milano non può far altro che prendere atto della sua sconfitta: il processo più delicato degli ultimi anni, imputato Silvio Berlusconi per le “cene eleganti” di Arcore, è stato smontato in appello

BRUTI & BOCCASSINI FINISCONO SOTTO ACCUSA - Con i “se” non si scrive la storia. Dunque la Procura di Milano non può far altro che prendere atto della sua sconfitta: il processo più delicato degli ultimi anni, imputato Silvio Berlusconi per le “cene eleganti” di Arcore, è stato smontato in appello. Assolto. Saranno le motivazioni della sentenza a spiegare perché, intanto, però, è certo che l’impostazione dell’accusa è stata rigettata. Ma se la legge Severino non avesse “spacchettato” la concussione? La riforma Severino del 2012 ha diviso in due il reato, distinguendo una “concussione per induzione” da una “per costrizione”. “È così entrata a gamba tesa nei processi in corso”, spiegano in procura, dietro la garanzia dell’anonimato. I risultati si vedono ora: “Non solo è stata regalata la prescrizione all’ex capo della segreteria Pd Filippo Penati, ma è stato salvato Berlusconi dal caso Ruby”. Ilda Boccassini e Antonio Sangermano partono all’inizio del processo contestando all’imputato di aver fatto pressioni sui funzionari della questura di Milano, la notte del 27 maggio 2010, abusando della sua qualità di presidente del Consiglio, per far rilasciare subito una ragazza minorenne, accusata di furto, in fuga dalle comunità a cui era stata assegnata. Karima El Mahroug, in arte Ruby, aveva passato sette notti ad Arcore negli ultimi tre mesi. Era dunque meglio che fosse lasciata andare al più presto, chiacchierona com’era: avrebbe potuto raccontare cose imbarazzanti per l’allora capo del governo. Questi i fatti. MA CON LA NUOVA formulazione di legge, la concussione per induzione diventa debole, quella per costrizione ha bisogno di una minaccia esplicita (anche se le sezioni unite della Cassazione avevano lasciato uno spiraglio per la minaccia implicita). Risultato: i giudici di primo grado escludono l’induzione e condannano per la costrizione, quelli d’appello valutano che la minaccia esplicita non ci sia stata e dunque assolvono. “Non siamo complottisti” , continuano in procura, “così non ci arrischiamo a ipotizzare che la legge Severino abbia di fatto realizzato uno scambio: l’incandidabilità in cambio di un’assoluzione”. L’incandidabilità è scattata per quella parte della legge Severino che espelle dal Parlamento i condannati. L’assoluzione è arrivata ora per quella parte che di fatto smantella la concussione. “Si sarebbe potuto costruire un altro impianto accusatorio”, prova a ragionare un altro magistrato: “Mandando a processo per concussione il funzionario della questura Pietro Ostuni, che ordina ai suoi sottoposti di rilasciare la ragazza. Berlusconi a questo punto sarebbe stato imputato di concorso in concussione. E l’impianto sarebbe stato più solido”. Ma il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati da subito fa capire che la procura non intende procedere contro i funzionari della questura: “La fase conclusiva della procedura di identificazione , fotosegnalazione e affidamento della minore è stata operata in modo corretto”, dichiara Bruti nel 2011. “Non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto”. Non senza dissapori con Annamaria Fiorillo, la pm dei minori che continua invece a sostenere che le sue indicazioni ai funzionari della questura sono state platealmente contraddette. COMUNQUE, con i “se” non si scrive la storia. È andata così. E così è svaporata l’imputazione maggiore, quella che era costata a Berlusconi 6 dei 7 anni della pena ricevuta in primo grado. Quanto all’altro reato, prostituzione minorile, resta solo la povera Annalisa Chirico (ancora sul Foglio di ieri) a parlare di “pornoprocesso” e a non accorgersi che quello Ruby è un processo sulla concussione, non sui comportamenti sessuali. Del fatto che Berlusconi abbia fatto sesso a pagamento con una ragazza restata sette notti a dormire in villa dopo quel talent show, vero XXX Factor a luci rosse che si teneva solo per lui nella saletta del bunga-bunga, e che conoscesse l’età della ragazza, c’è solo la prova logica, basata anche su numerose dichiarazioni della stessa Ruby. La prova logica vale per molti imputati, ma per qualcuno non basta.